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Il rallentamento cinese? Un’opportunità di investimento

10 Agosto 2012 00:00
financialounge -  cina consumi opportunità di investimento tassi di interesse
Sempre più evidenti i segnali di rallentamento dell’economia cinese. I dati del Purchase Manager Index (PMI) di giugno segnalavano un ribasso a quota 50,2 dal 53,4 di maggio confermano un rallentamento del settore manifatturiero. Inoltre la frenata dei nuovi ordini all’industria, con la contrazione più elevata dal dicembre 2011, sembrano indicare che l’economia cinese stia tirando il fiato.

La conseguenza diretta di questi numeri è fotografata dal Pil: dopo una crescita nel primo trimestre dell’8,1% su base annua, nel secondo quarter di quest’anno la crescita economica è ulteriormente scesa al 7,6% su base annua al punto che il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha ridotto le stime di crescita annuale di Pechino all’8,2% per quest’anno, rispetto al 9,2% del 2011 e al 10,4% del 2010.

Nonostante tutte questi numeri attestino le attuali difficoltà della Cina, l’economia di Pechino resta tra le più dinamiche al mondo: basti ricordare che, le stime di crescita del Pil mondiale 2012 sono al 3,5%, che quelle degli Usa sono al 2,1% e quelle dell’area euro addirittura in territorio negativo (-0,3%). Ma c’è di più. Il Governo cinese da alcuni anni sta perseguendo la politica di alimentare i consumi interni in modo da riequilibrare la crescita strutturale del Paese che è stata finora caratterizzata soprattutto dall’export.

In questa logica devono essere visti i tagli ai tassi di interesse adottati dalla banca centrale cinese che hanno l’obiettivo di stimolare la concessione di credito da parte delle banche alle imprese e ai consumatori finali. Inoltre, in ottica squisitamente finanziaria, il mercato cinese è tra i più vasti in termini di scelta dei titoli su cui puntare, la stragrande maggioranza dei quali, peraltro, non è opportunamente coperta dagli analisti internazionali: questo dettaglio conferma la presenza di molte opportunità di investimento in società ben gestite e con ottime prospettive ma non del tutto conosciute dal mercato.

Infine, ma certo non meno importante, l’entry point di investimento. L’indice della Borsa di Shanghai quotava, lo scorso 13 luglio, a quota 2.185,9 punti praticamente sugli stessi livelli dei minimi toccati nel marzo 2009 (2.119,75) e si attestava al di sotto del 64,1% dal massimo storico (6.092,57 punti) del 16 ottobre 2007.
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