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Il paradosso della Norvegia

9 Aprile 2013 15:00
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Una crescita media del 6% del PIL negli ultimi 20 anni. Un debito pubblico ai minimi termini e un bilancio statale in attivo grazie anche, e soprattutto, alle forti esportazioni di petrolio di cui il paese è ricco. Un tasso di occupazione oltre quota 75%, al top mondiale, davanti a Svezia (73%), Germania (72%) e Stati Uniti (66%) e un tasso di disoccupazione schiacciato al 3,6%.

Sono i numeri che dipingono in rosa lo stato di salute della Norvegia. Sulla quale, però, si annidano alcune nubi minacciose. Tra queste, due in particolare: i debiti delle famiglie e il boom immobiliare. Il benessere sociale, alimentato dal welfare statale e dalle retribuzioni (quelle degli addetti alle industrie sono del 70% circa superiori alla media UE), hanno spinto le famiglie ad aumentare i propri debiti che negli ultimi 10 anni, sono balzati dal 133,2% al 200% del reddito disponibile.

Sul versante del mattone, invece, i prezzi delle abitazioni sono cresciuti nell’ultimo anno dell’8,5%, portando la rivalutazione complessiva vicina al +100% in 10 anni. Quotazioni che, secondo alcuni osservatori, potrebbero sfociare presto in una bolla immobiliare dai contraccolpi tutti da verificare.
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