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Il Messico sfida la Cina

3 Gennaio 2014 09:10
financialounge -  cina esportazioni messico occupazione USA
Esattamente 10 anni fa il costo medio orario in Messico si attestava a 2 dollari contro gli 0,69 dollari in Cina. La differenza percentuale, pari al 188,5%, sembrava incolmabile e invece a distanza di 10 anni non soltanto la forbice si è chiusa ma ora la manodopera messicana risulta in media più conveniente di quella cinese: il salario medio orario di Città del Messico non va oltre i 2,1 dollari mentre quello di Pechino è arrivato a 3 dollari, cioè il 19,6% in più della manifattura messicana.

Secondo uno studio di Bank of America, il costo del lavoro per unità prodotta in Messico risulta attualmente competitivo anche con le più virtuose e dinamiche manodopera asiatiche quali il Vietnam e l’India. Il Messico può vantare due altri importanti plus: in primis una qualità della manodopera molto più professionale rispetto alle maestranze cinesi e una vicinanza agli USA che lo rende il primo paese di sbocco per gli States.

Da notare che l’export messicano verso gli Stati Uniti rappresenta il 78% del paese ma è in calo rispetto al 90% del massimo del 2001: da allora, il paese centroamericano ha avviato una graduale diversificazione delle esportazioni verso paesi terzi.

Infine, ma non certo per importanza, il Messico per la sua posizione strategica rappresenta l’area ideale per qualunque gruppo volesse esportare negli USA delocalizzando la produzione nazionale: non a caso nell’ultimo anno sono stati inaugurati o annunciati nuovi stabilimenti della Ferrero, della Mondelez (nata da scissione dalla Kraft Foods) e della Nestlè.
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