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Il debito pubblico italiano è sostenibile nonostante l’ombra del tapering BCE

Gli attuali livelli di spread tra BTP e Bund sembrano incorporare anche le probabili tensioni sui mercati in occasione delle prossime elezioni politiche in Italia.

24 Ottobre 2017 09:46
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Mentre lo spread (differenziale di rendimento) tra il BTP decennale e il Bund di pari durata è piuttosto stabile in un range compreso tra 155 e 160 punti (ovvero tra +1,55 e 1,60%) l'Ufficio parlamentare di bilancio annuncia che un altro balzo dello spread, come quello dell’estate del 2011, costituirebbe un duro colpo per il già precario bilancio dello Stato. Se, come sei anni fa, la combinazione derivante dall'incertezza politica post-elezioni (quelle di fine legislatura attese per la prossima primavera) e la fine del programma di acquisto di titoli da parte della BCE (tapering) portasse a una nuova crisi da spread come nel 2011 il contraccolpo potrebbe costare 21,7 miliardi di euro tra il 2018 e il 2020.

D’altra parte, con la BCE che sembra pronta ad avviare un graduale ritiro dello stimolo monetario (le attese sono per un annuncio in tal senso già nella riunione di ottobre della Banca centrale europea), l'attenzione del mercato si sta spostando sui possibili impatti di una tale inversione nella politica monetaria molto accomodante degli ultimi tre anni. Un contesto nel quale i rendimenti e gli spread siano più elevati rispetto a quelli attuali, riporta la questione della sostenibilità del debito, e i paesi con un elevato rapporto debito/PIL saranno nuovamente sotto la lente d'ingrandimento dei mercati.

Ecco spiegato perché molti operatori finanziari comincino a preoccuparsi dell'Italia, soprattutto in considerazione della sfortunata tempistica: il tapering della BCE (cioè la riduzione fino al completo esaurimento del programma di acquisto dei titoli obbligazionari euro sul mercato) potrebbe infatti coincidere con l'incertezza politica prima delle elezioni generali della prossima primavera.

Tra gli studi recenti pubblicati su questa tematica, quello elaborato da Nomura arriva alla conclusione che, anche in un ambiente con rendimenti obbligazionari molto più elevati, ci sarebbe bisogno di uno shock sia nella crescita nominale che nel surplus primario di bilancio per vedere aumentare il rapporto debito italiano/PIL rispetto gli attuali livelli. Gli analisti giapponesi partono dalla constatazione che la BCE ha portato ad un miglioramento complessivo della struttura del debito italiano, rendendolo più resistente ad un più elevato rendimento del mercato obbligazionario che potrebbe configurarsi con il tapering.

In parallelo, la congiuntura registra già da qualche trimestre un  miglioramento dell'economia dell'eurozona (e anche dell’Italia), rendendo meno probabile gli scenari di shock combinati nei prossimi mesi. Il vero problema potrebbe essere rappresentato dalle elezioni politiche italiane attese per i primi mesi del prossimo anno. Ma anche a questo proposito gli analisti nipponici ritengono, dopo aver esaminato la serie storica, che gli attuali livelli di spread tra BTP e Bund tedeschi incorporino i rischi ‘politici’ attesi
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