Contatti

idee di investimento

Idee di investimento - Obbligazioni - 1 aprile 2019

In questa fase il consiglio è quello di puntare in modo selettivo su bond a spread come debito emergente, corporate Asia e credito europeo. Per proteggersi invece meglio inflation linked e mutui danesi

1 Aprile 2019 09:31

IL CICLO DI RIALZI NEGLI USA E’ FINITO


Le decisioni illustrate dal presidente Powell nell’ultimo meeting della Fed alla comunità finanziaria sono risultate perfettamente in linea con quanto atteso da diversi investitori nel reddito fisso, tra i quali anche Mondher Bettaieb, head of corporate bonds di Vontobel Asset Management. Per l’esperto, come illustrato nell’articolo Obbligazioni, ora è meglio non combattere né la Fed né la Bce, c’è la conferma che il ciclo di rialzo del Federal Open Market Committee (FOMC, l’organismo interno alla Fed che decide sui tassi di interesse statunitensi) sia terminato grazie anche alla spiegazione di Powell circa la mancanza di necessità di inasprire la politica non appena reputi il tasso d’interesse neutrale, ovvero né riduttivo e né espansivo per l’economia. Un altro importante aspetto emerso dall’ultima riunione della Fed per gli investitori a reddito fisso, riguarda la fine del suo deflusso dal bilancio. Si prevede che dal prossimo mese di maggio i massimali di bilancio dovrebbero contrarsi da 30 a 15 miliardi di dollari statunitensi: tradotto in pratica significa che la Banca centrale Usa comprerà 15 miliardi di titoli del Tesoro (Treasury) in più al mese a partire dalla fine di maggio favorendo la liquidità in dollari Usa sul mercato. Un elemento di assoluto rilievo per i mercati finanziari soprattutto se messo in relazione alla decisione di Draghi riguardante il varo della terza edizione dei Tltro, i finanziamenti per le banche europee finalizzati all’economia reale.

DEBITO EMERGENTE, ALLA RICERCA DI VALORE NEI PAESI RIMASTI INDIETRO


Lo stimolo delle banche centrali, a cui vanno aggiunti solidi fondamentali e il miglioramento cinese disegnano una congiuntura favorevole per gli emergenti che per J.P. Morgan Asset Management è destinata a durare, visti i margini ampi di recupero. In base all’indicatore proprietario dei flussi di capitali della casa americana, l’universo del debito dei mercati emergenti ha ricevuto afflussi complessivi per oltre 16 miliardi di dollari da inizio 2019, quasi la metà dei quali nel segmento dei bond governativi in valuta forte. Sebbene il totale sia superiore ai 13 miliardi di deflussi registrati nel secondo semestre dell’anno scorso, JP Morgan AM è dell’avviso che ulteriori afflussi siano probabili, visto il contesto di mercato positivo. Nonostante il rallentamento della crescita globale, il quadro dei fondamentali si conferma generalmente positivo per il debito dei mercati emergenti. Gli investitori, come spiegato nell’articolo Il favore degli astri per gli emergenti è destinato a durare, dovranno quindi monitorare attentamente le banche centrali per cogliere qualunque segno di un’inversione di rotta nelle attuali politiche accomodanti e nei dati economici, per assicurarsi che la crescita dei mercati emergenti acceleri come previsto. Intanto possono sfruttare alcune interessanti opportunità e cercare di ricavare valore da alcuni bond corporate e governativi selezionati di questi paesi, che nel rialzo di inizio anno sono rimasti indietro.

IL DIFFERENZIALE DEI TASSI TRA EUROPA E USA


Intanto, come emerge da un’analisi di AllianceBernstein riportata nell’articolo Obbligazioni, perché il rialzo dei tassi Usa fa bene ai titoli europei, l’andamento dei tassi di interesse sembrerebbe a prima vista rendere più attrattive le obbligazioni in dollari. Tuttavia l’aumento dei costi di copertura dal rischio valutario annullerà il vantaggio offerto da tali emissioni, e i rendimenti saranno vicino allo zero o finiranno in territorio negativo. Al momento, i tassi Usa hanno già raggiunto il livello massimo rispetto ai tassi europei dalla primavera del 2007, ma secondo gli esperti della società il divario non potrà che crescere nel corso del 2019. E questo farà sì che per gli investitori Euro gli asset europei saranno ancora appetibili rispetto agli attivi a stelle e strisce in virtù dei costi della copertura valutaria. Ma quali sono i titoli su cui conviene scommettere? Per il momento, nota l’analisi di AllianceBernstein, “è preferibile mantenere il rischio di duration contenuto e propendere selettivamente verso il settore del credito”, al fine di beneficiare della perdurante crescita e dei bassi tassi di interesse europei. Ad esempio, nel settore bancario i fondamentali solidi e le valutazioni interessanti potrebbero compensare la potenziale volatilità. Nel segmento europeo dell’high yield, alcuni titoli di credito attentamente selezionati offrono rendimenti interessanti se raffrontati agli equivalenti titoli statunitensi, e sono inoltre sostenuti da una continua riduzione della leva finanziaria e da fattori tecnici positivi, tra cui l’offerta limitata; anche le previsioni sui tassi di default sono favorevoli.

IL VALORE AGGIUNTO DEI CORPORATE BOND ASIA


Sempre in ambito obbligazionario c’è da segnalare uno studio di Schroders, secondo il quale includere bond corporate asiatici può rendere più efficiente un portafoglio senza assumersi troppi rischi aggiuntivi ma con benefici notevoli in termini di rapporto rischio/rendimento. Roy Diao, head of Asian Fixed Income di Schroders, ha effettuato una ricerca (le cui conclusioni sono riportate nell’articolo Portafoglio più efficiente con bond corporate targati Asia) per capire quale tipo di asset allocation avrebbe raggiunto rendimenti migliori, mantenendo la volatilità al minimo, testando differenti composizioni di asset allocation, in euro, tali da riflettere i livelli di allocazione di un investitore europeo medio nell’universo del fixed-income. I parametri alla base dell’allocazione prevedevano tra il 40 e il 60% in titoli di Stato europei, tra il 10 e il 40% in Treasury Usa, tra il 5 e il 20% rispettivamente in bond societari investment grade Usa e europei, tra il 5 e il 20% rispettivamente in bond societari high-yield Usa e europei, fino a un 15% rispettivamente su bond societari emergenti e asiatici. Quindi ha testato le varie configurazioni nell’arco degli ultimi cinque anni, riscontrando che l’allocation più efficiente potrebbe raggiungere un rendimento annualizzato del 6% con una volatilità del 3,4% in euro, con hedge in euro su Treasury e titoli investment grade. Diao ha in conclusione avvisato che la scelta di allocare più del 10% sul credito asiatico in euro non deve sorprendere, dato che l’asset class ha mostrato bassi livelli di volatilità in passato e rendimenti risk-adjusted attraenti.

INFLATION LINKED E MUTUI DANESI


Infine, nell’articolo Scenario vulnerabile, meglio prendere profitto dagli asset tradizionaliAntonio Anniballe, portfolio manager del team MultiAsset di GAM (Italia) Sgr, passa in rassegna le ragioni in base alle quali è indispensabile una graduale presa di profitto dalle asset class tradizionali, sia azionarie che obbligazionarie, e un aumento delle componenti decorrelate e di protezione. Vanno lette in quest’ottica le scelte di portafoglio adottate dal gestore nel primo trimestre di quest’anno, che hanno visto prese di profitto da azioni, convertibili e high yield con contestuale reinvestimento della liquidità in temi più tattici. Tra questi, Anniballe indica i titoli indicizzati all’inflazione, che incorporano in modo eccessivo il rallentamento economico registrato negli ultimi mesi, e il comparto dei mutui danesi.
Share:
Trending