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Idee di investimento – Azioni – 20 febbraio 2017

20 Febbraio 2017 09:26
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Come sottolinea Dave Lafferty, Chief Market Strategist di Natixis Global Asset Management nell’articolo “Mercati azionari, un ambiente sempre più ospitale per i gestori attivi”, a livello globale, le valutazioni azionarie rimangono elevate, ma non estreme. I bassi tassi di interesse sono di supporto ai parametri di valutazione del mercato azionario più alti del normale, ma è anche vero che l’espansione del rapporto prezzo utili (p/e) a questi livelli potrà essere piuttosto limitata. Il rapporto p/e forward (cioè il rapporto tra prezzi correnti e utili attesi nei prossimi 12 mesi) relativo all’indice S&P500 di Wall Street può agevolare un ulteriore rialzo dell’indice di borsa americano ma è improbabile che la crescita possa raggiungere una performance a due cifre. “Le valutazioni del mercato azionario europeo sono moderatamente più attraenti rispetto agli Stati Uniti, ma se confrontate a livello globale, non sono comunque a buon mercato” puntualizza Dave Lafferty, secondo il quale il graduale rialzo dei tassi del mercato obbligazionario, insieme a una inflazione più alta e all’incremento della crescita dei salari, dovrebbe iniziare a creare più dispersione nei conti economici aziendali. “Tuttavia, proprio la maggiore dispersione che si dovrebbe creare, unita a una più bassa correlazione tra le azioni delle singole società, dovrebbero costituire un ambiente più ospitale per i gestori attivi” conclude Dave Lafferty.

Edoardo Ugolini, Portfolio Manager di Zest Asset Management e gestore del fondo [tooltip-fondi codice_isin="LU0397464685"]Zest Absolute Return Var 4[/tooltip-fondi], in ambito azionario ha ridotto l’esposizione complessiva ma ha incrementato il peso sulle small cap Europa (+7%) a discapito dell’Eurostoxx (-3,5%): “L’idea che abbiamo è che, in un sistema globalizzato, le aziende vincenti siano quelle più grandi e attrezzate alla competizione globale, mentre le small caps in genere sono più favorite in un mondo meno globalizzato e con maggiori barriere protezionistiche. La cosiddetta ‘Trumpnomics’ va in questa direzione e riteniamo che anche l’Europa la seguirà” riferisce nell’articolo “Gli emerging markets come contrappeso all’esposizione in dollari” Edoardo Ugolini che poi spiega perché ha acquistato put spread su S&P500 (SPX) e Eurostoxx (SX5E): “Strategicamente credo che il bull market (mercato azionario tendenzialmente rialzista) sia intatto per il corso di quest’anno. Tuttavia, a livello tattico, una correzione breve e non troppo profonda pare necessaria: in quest’ottica abbiamo investito in ‘protection trades’, opzioni finanziarie che per l’appunto permettono di sfruttare questa momentanea situazione”.

Philip Dicken, Responsabile azionario Europa di Columbia Threadneedle Investments, dal canto suo, ricorda come l’avversione al rischio nei confronti degli imminenti eventi politici abbia provocato un’impennata dei deflussi dai listini europei, lasciando il mercato azionario quotato a sconto rispetto, in particolare, a Wall Street. “Se osserviamo il dividend yield (il rendimento del dividendo) del mercato azionario europeo possiamo constatare che si aggira intorno al 3,5% e numerosi titoli di buona qualità rendono ancora di più” precisa nell’articolo “Europa, sfruttare la volatilità per acquistare titoli di buona qualità a sconto” Philip Dicken che, peraltro, intravede valore pure nelle small e mid cap, dal momento che gli investitori si concentrano sui rischi piuttosto che sulle ottime prospettive di crescita disponibili. In ogni caso, Philip Dicken si focalizza sulle compagnie di qualità superiore con prospettive favorevoli a lungo termine. Per farlo utilizza l’analisi basata sulle cinque forze competitive (modello delle cinque forze di Porter) che consentono di valutare le aziende in base alla propria posizione competitiva basata su concorrenti diretti, fornitori, clienti, potenziali operatori entranti, e produttori di beni sostitutivi). “Continuiamo inoltre a investire in società all’avanguardia e in aziende che possono trarre vantaggio da molteplici mutamenti dei temi di mercato. Attualmente tra questi fattori si annoverano il miglioramento delle dinamiche economiche e i persistenti cambiamenti delle condizioni finanziarie avvenuti con le recenti variazioni dei rendimenti obbligazionari” fa sapere Philip Dicken secondo il quale la positiva evoluzione del contesto macroeconomico europeo dovrebbe favorire tutta una serie di settori tra cui l’edilizia, i prodotti chimici e quelli industriali, dove alcune delle società in cui investe stanno cominciando a godere di fattori benefici per i ricavi. Nel settore finanziario, invece, il forte rialzo dei rendimenti del mercato obbligazionario dovrebbe favorire le compagnie assicurative e le banche tradizionali, i cui utili dovrebbero migliorare nel corso di quest’anno.

Restando in tema di listini sottovalutati, nell’articolo “Borse, Francia e Italia in forte ritardo rispetto all’indice mondiale” gli analisti di Amundi spiegano come, nonostante l’aumento degli utili del quarto trimestre 2016 e di quelli attesi per quest’anno sia un fattore positivo per il mercato azionario (viste le alte valutazioni che esso al momento esprime), gli investitori continuino ad essere frenati dall’incertezza politica in Europa. Un trend che ha ampliato il gap delle performance tra alcune piazze finanziarie e la media delle Borse mondiali: negli ultimi 5 anni, mentre l’indice MSCI World delle borse mondiali è cresciuto del +77,4%, il Cac40 di Parigi del 43,1% e il FtseMib di Piazza Affari solo del 15,3%.
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