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Idee di investimento – Azioni – 19 novembre 2018

Imperativo ridurre il rischio perdite utilizzando anche i principi ESG. Intanto in Cina i titoli della tecnologia risultano complementari a quelli USA, e la classe media continua a trainare i consumi globali

19 Novembre 2018 08:49

RIDUZIONE DEL RISCHIO DI PERDITA


Secondo Larry Hatheway, capo economista di GAM Investments, l’asset allocation di un portafoglio ben diversificato dovrebbe prevedere un 30% nel mercato azionario e altrettanto nel reddito fisso e nelle obbligazioni societarie, mentre il restante 40% circa dovrebbe essere indirizzato a fonti alternative del rendimento.
Una ripartizione che, come argomentato nell’articolo I mercati azionari miglioreranno, ma ci vorrà un po’ di tempo, prende atto del fatto di come sia ora più complesso generare rendimento e di come sia necessario, in una prospettiva multi-asset, non trascurare la riduzione del rischio di perdita.  “Ecco perché fare ricorso a strumenti alternativi e a strategie non direzionali in abbinamento alle posizioni direzionali tradizionali in azioni e obbligazioni” precisa Larry Hatheway.

NON È ANCORA UN MERCATO RIBASSISTA


In ogni caso la configurazione che si sta delineando sui listini ha più a che vedere con una correzione che con un ritorno vero e proprio a un mercato ribassista. Lo sostengono, nell’articolo Tassi di interesse negli USA ragionevolmente vicini al picco, Pascal Blanquè Group Chief Investment officer, e Vincent Mortier Deputy Group Chief Investment officer di AMUNDI. Detto questo non è comunque ancora il momento di tuffarsi nelle opportunità di acquisto che pure presto potrebbero affiorare sia in Europa che nei mercati emergenti: nel Vecchio Continente ciò potrebbe configurarsi se venisse archiviata la situazione di incertezza che riguarda l’Italia mentre nei paesi in via di sviluppo un dollaro meno forte e tassi statunitensi più stabili potrebbero restituire appeal grazie anche alle valutazioni non eccessive.  “Abbiamo ridotto il rischio complessivo spostandoci verso i segmenti quality e value più difensivi nel comparto azionario” rivelano Pascal Blanquè e Vincent Mortier.

RISCHI E OPPORTUNITA’ DELL’APPROCCIO ESG


Intanto l’International Equity Team di Morgan Stanley Investment Management (MSIM), il team che gestisce il MS INVF Global Brands, punta sempre di più sull’analisi ESG implementata nelle scelte di portafoglio, con l’obiettivo di supportare i rendimenti e dunque il compounding (effetto della capitalizzazione composta) piuttosto che un’etica fine a se stessa Un lavoro meticoloso che, come svelato nell’articolo ESG, focus sui rendimenti per superare l’etica fine a se stessa, sebbene fosse agevolato dalla filosofia d’investimento del team, indirizzata nel lungo periodo e focalizzata sui rischi che possono danneggiare i rendimenti aziendali, ha comportato la stesura di un percorso ufficiale del processo relativo ai rischi e alle opportunità ESG. L’enfasi è stata posta ai fattori ambientali e sociali dal momento che il tema della governance è sempre stato centrale per il team. L’approccio ESG del team di MSIM, esattamente come avviene per gli altri aspetti implementati nelle scelte di portafoglio, è di tipo bottom up (cioè effettuato per singola società): vengono valutati i principali rischi e le varie opportunità che possano condizionare le performance future delle compagnie che si desidera inserire in portafoglio.

SETTORI HI TECH, CINA E USA DIVERSI


Restando in tema di performance si è molto discusso se la tecnologia sia arrivata al capolinea dopo la lunga corsa da inizio anno a fine settembre. A questo proposito, Richard Turnill, BlackRock’s Global Chief Investment Strategist, nell’articolo Tecnologia, metti una tigre cinese nel motore americano sostiene che il potenziale a lungo termine dell’hi tech cinese potrebbe completare l’esposizione nello stesso settore sui mercati avanzati.
Questo anche alla luce del fatto che i settori tecnologici statunitensi e quelli cinesi sono sempre più diversi, creando opportunità distinte per gli investitori. Per Richard Turnill, il potenziale a lungo termine delle aziende tecnologiche cinesi potrebbe non essere apprezzato correttamente dalle attuali valutazioni di mercato a causa delle tensioni tra Stati Uniti e Cina. Il suggerimento dell’esperto è però quello di non limitarsi ai titoli mega-cap che dominano gli indici in Cina, al fine di scoprire opportunità in aziende software e di servizi più piccole. Negli Stati Uniti, Richard Turnill privilegia le aziende di servizi software (SaaS, software as a service), in quanto le aziende grandi e piccole trasferiscono i loro sistemi nel cloud.

MEGLIO ORIENTARSI SULLA BIOTECNOLOGIA


Tuttavia, come illustrato nell’articolo Biotech, per gli analisti i titoli sono in pole position per un rimbalzo, secondo Michael Yee, analista di Jefferies, gli investitori farebbero meglio a guardare al settore della biotecnologia dove si annidano molte opportunità di investimento a lungo termine. Il settore, in base all’indice Nasdaq biotechnology Index evidenzia una correzione del 13% dal massimo di 3.865 di settembre ed è sotto di tre punti percentuali rispetto al valore di tre anni fa. Il Nasdaq Composite, è dell’8 per cento sotto il massimo di settembre (8.133 punti), ma vanta un incremento del 50% rispetto al valore che aveva tre anni fa.

SETTORE HEALTHCARE SOTTO PRESSIONE


Ma per Andrea Delitala , Head of Investment Advisory e Marco Piersimoni, Senior Portfolio Manager di Pictet Asset Management, un possibile accordo politico sul costo dei medicinali potrebbe penalizzare il settore healthcare. Secondo i due esperti è probabile che il settore healthcare possa soffrire a seguito delle pressioni politiche, dal momento che sia i repubblicani che i democratici sul tema della diminuzione del costo dei medicinali potrebbero trovare un punto di compromesso che penalizzerebbe le industrie del settore. “Alla luce di questo pericolo potenziale, approfittando dell’extra rendimento del settore healthcare (+4% rispetto all’indice S&P500), preferiamo prendere profitto sulla posizione” rivelano nell’articolo Azioni, perché è il momento di prendere profitto dall’healthcare USA Andrea Delitala e Marco Piersimoni.

LA CLASSE MEDIA CINESE PRIMEGGERÀ


Akira Fuse, specialista degli investimenti di Capital Group, nell’articolo Le classi medie dell’Asia trascinano i consumi globali rivolge invece la propria attenzione all’Asia, il cui ampliamento del potere d’acquisto della classe media asiatica già oggi costituisce il motore dei consumi globali con prospettive per una ulteriore crescita. L’esperto, che vede nei gruppi “caratterizzati da franchising competitivi” quelli più organizzati per sfruttare questa domanda, sottolinea come la classe media cinese sia avvantaggiata in termini di consumi.

TOKYO, PRIMA SCELTA NELL’AZIONARIO


Restando in Asia, e sempre in ambito azionario, Toby Nangle, Responsabile asset allocation globale e Responsabile multi-asset, EMEA di Columbia Threadneedle Investments, segnala nell’articolo Fondamentali e valutazioni di mercato, ecco i tre fattori di pericolo come prima scelta, Tokyo. Una piazza finanziaria supportata da una robusta progressione del risanamento strutturale e da un incremento dei profitti attesi al di sopra del consenso, sebbene resti una piazza finanziaria ancora molto esposta ai cambiamenti del ciclo globale. L’esperto, inoltre, reputa ci sia valore anche nell’azionario asiatico.
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