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Idee di investimento – Azioni – 14 gennaio 2019

La correzione di fine 2018 e l’attesa per utili in crescita per il 2019 rendono Wall Street e i mercati emergenti attraenti. Ma la selezione può dare una marcia in più in Cina e nella ricerca delle società superstar di domani

14 Gennaio 2019 09:01

BORSE, RAPPORTO P/E AL DI SOTTO DEI MINIMI DEL 2015-2016


Il quadro economico che ritroviamo a inizio 2019  ha alimentato i timori circa un forte rallentamento se non addirittura per una imminente recessione trascinando i multipli del comparto azionario ad un livello, in termini di rapporto prezzo/utili (p/e) inferiore a quello registrato all’apice della crisi 2015-16. Certo, come spiegano gli esperti di Euromobiliare Srg nell’articolo Le sorprese del 2018: Bund tra i vincitori, male azioni e commodity, il punto in cui si trova attualmente il ciclo dopo oltre nove anni di espansione comporta una contrazione delle valutazioni azionarie ma, forse, la combinazione di alcuni fattori, oltre alla perdita di momentum macro, ha generato una reazione eccessiva da parte dei mercati.

USA, UTILI IN CRESCITA DEL 9%


Resta il fatto che, sebbene secondo Robert Kaynor, co-gestore del fondo Schroders ISF US Small and Mid Cap Equities , e Frank Thormann, gestore del fondo Schroder ISF US Large Cap, sia probabile che quest’anno vi sarà un brusco rallentamento nella crescita degli utili, il consensus degli analisti pone la crescita dei profitti aziendali che compongono l’S&P500 al 9% nel 2019, contro il 25% del 2018. Aspettative che per i gestori di Schroders potrebbero essere persino troppo ottimistiche, ma che nel corso del 2019 lasceranno spazio a “opportunità interessanti per gli investitori attivi”. Come? Ad esempio concentrandosi sulla selezione dei titoli e puntando su aziende con un forte pricing power, relativamente immuni alla pressione al rialzo sui costi e con caratteristiche idiosincratiche che garantiscano una crescita degli utili superiore alla media. Come argomentato nell’articolo Wall Street 2019: utili in frenata, ma opportunità per l’investitore attivo secondo i due gestori di Schroders nel 2019 è destinato a proseguire il trend già visto a inizio 2018, quando le azioni growth e large-cap sono state considerate come safe haven di fronte alle turbolenze. Infatti, sebbene le micro-cap abbiano sovraperformato in modo significativo quando i rischi legati alle tensioni commerciali hanno raggiunto il picco nel secondo trimestre, per gran parte dell’anno gli investitori hanno preferito i titoli growth, che offrono performance migliori quando l’economia è solida, un trend destinato a proseguire con la pressione sugli utili in arrivo.

AZIONARI EMERGENTI, UN’ASSET CLASS DA TENERE D’OCCHIO


Intanto, come specifica nell’articolo GAM: cosa succederà in Estremo Oriente nel 2019, Tim Love, responsabile delle strategie azionarie sui Paesi emergenti di GAM Investments,
le azioni dei mercati emergenti offrono oggi un’allettante opportunità: sono poco ricercate, sottovalutate e hanno rating bassi. Il profilo di rischio/rendimento relativo dei mercati emergenti rispetto a quelli sviluppati è favorevole in virtù dei buoni rendimenti offerti da questi Paesi, rettificati a livello valutario. In più, le loro valutazioni azionarie hanno subito forti ribassi in termini di rating da inizio anno e sono ben al di sotto di quelle dello S&P 500 da una prospettiva corrente e storica. La maggior parte di questi Paesi rientra nel segmento investment grade e ha un outlook positivo o neutrale. Fatta eccezione per la Cina, i profili di debito sono tenuti sotto controllo e il Pil pro capite continua ad aumentare. Per questo, spiega il gestore, “il rischio principale del mondo emergente rimane più la possibile diffusione di un’epidemia sanitaria che un ulteriore rally impulsivo del dollaro Usa o la minaccia di una guerra commerciale”.

VALUTAZIONI INCORAGGIANTI, POTENZIALE LIMITATO


Tra le opportunità nell’ambito dei mercati emergenti , Tom Wilson, Head of Emerging Market Equities di Schroders, nell’articolo Valutazioni “incoraggianti” per l’azionario emergente, segnala la Corea, vede una Russia “molto attraente in termini di flussi di cassa, rendimenti e valuta” e un possibile recupero della crescita in Brasile, anche se permane il rischio politico. Outlook giudicato favorevole anche per Polonia e Ungheria, date le buone prospettive sugli utili e le valutazioni interessanti. In conclusione, secondo l’esperto di Schroders le valutazioni complessive dei mercati emergenti “sono incoraggianti”, ma raccomanda di continuare a monitorare quanto il rischio di un’ulteriore escalation delle tensioni commerciali sia già stato prezzato, il potenziale di indebolimento del dollaro nel 2019 e se gli stimoli in Cina saranno sufficienti a placare i timori sulla crescita.

INTERESSANTI PROSPETTIVE PER ALIBABA, CTRIP E TENCENT


A proposito di Cina, Stephen Green, economista di Capital Group, ritiene che in cima alla lista dei 10 timori degli investitori per il 2019 trovi posto proprio l’entità del rallentamento cinese, davanti ad altre potenziali preoccupazioni quali l’aumento dei tassi di interesse statunitensi, le pressioni deflazionistiche in Giappone e l’instabilità politica in Europa "Il calo del ritmo di crescita di Pechino ha implicazioni dirette sul resto dell’economia mondiale, in particolare sugli altri paesi in via di sviluppo che forniscono le materie prime necessarie per alimentare la crescita della Cina. Una disputa commerciale dirompente con Washington non migliorerà la situazione” puntualizza nell’articolo La Cina cresce meno, ma le opportunità non mancano Stephen Green. Tuttavia, come fa notare l’esperto, nonostante le problematiche macroeconomiche, quando si tratta di investire nel mercato azionario la selettività è essenziale, e questo vale anche per il mercato azionario cinese. “Aziende quali Alibaba, Ctrip e Tencent stanno evidenziando tassi di crescita sostenuti grazie alla rapida diffusione dell’e-commerce tramite dispositivi mobili utilizzati da una popolazione cinese relativamente giovane. Anche per loro il 2018 è stato piuttosto difficile in Borsa ma questi tre colossi internet possono sfruttare le solide tendenze demografiche a lungo termine” conclude Stephen Green.

LE AZIENDE SUPERSTAR DI DOMANI


Infine Neil Robson, Responsabile Azioni globali di Columbia Threadneedle Investments cerca di individuare le superstar di domani, ovvero le società dotate di solidi vantaggi competitivi. “Le caratteristiche comuni sono, di solito, il vantaggio di elevate barriere all’entrata, la predisposizione a conquistare nuove quote di mercato e, in molti casi, la leva della tecnologia avanzata” afferma l’esperto nell’articolo Azioni: la qualità dei titoli “superstar” si paga. Ma ne vale la pena che cita gli esempi di Amazon e Alibaba. Se è vero che i titoli delle società di commercio al dettaglio tradizionali si attestano ora su valutazioni economiche rispetto al passato è altrettanto vero che i gusti dei consumatori stanno cambiando profondamente, preferendo la comodità degli acquisti online ai negozi. Un altro esempio di azienda ‘superstar’ al di fuori del settore tecnologico, è Mastercard. Grazie alla struttura estremamente competitiva nel settore delle carte di pagamento, Mastercard vanta una redditività del capitale investito superiore al 40% e un tasso di incremento del fatturato annuo tra il 17% e il 19%, sulla scia del trend robusto (+10% annuo) della crescita del numero di acquisti effettuati mediante carte. Inoltre, Mastercard è sufficientemente grande da poter risultare relativamente immune a shock locali come la Brexit” puntualizza Neil Robson.
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