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Idee di investimento - Obbligazioni - 27 gennaio 2020

Si comincia a ipotizzare un aumento dell’inflazione che non andrebbe sottovalutato. Focus sul rialzo dei tassi dei governativi euro mentre si intravedono ancora opportunità nei bond societari e in quelli asiatici

di Redazione 27 Gennaio 2020 09:14

LA CURVA DEI TASSI SI IRRIPIDISCE E ALLONTANA IL RISCHIO RECESSIONE


Sul versante dell’economia reale il 2019 si era chiuso con i dati non esaltanti sull’andamento a dicembre degli indici Pmi manifatturieri in Usa, Eurozona e Giappone che hanno segnato un nuovo deterioramento, anche se l’indice globale dell’attività manifatturiera ha chiuso l’anno in positivo. Nell’articolo “Inflazione verso la risalita nel 2020 grazie alle banche centrali gli esperti di Pictet Asset Management, Andrea Delitala, head of investment advisory, e Marco Piersimoni, senior portfolio manager, osservano che questi indicatori appaiono contrastanti con i buoni valori espressi dalla crescita della spesa per consumi in America, che rappresenta ben il 70% del Pil, e con il recupero della breakeven inflation in Usa e altre aree. La breakeven inflation è data dallo spread tra il rendimento dei bond nominali e quello delle obbligazioni legati all’inflazione e rappresenta non tanto una previsione sull’inflazione futura, quanto piuttosto le attese del mercato e degli investitori sulla dinamica dei prezzi. Gli esperti di Pictet AM vedono in questo trend il segnale di "prospettive più floride" per l’inflazione e lo collegano con la risalita dei rendimenti globali del reddito fisso registrata negli ultimi tempi, con un conseguente irripidimento della curva dei tassi, un segnale a sua volta di recessione non imminente. Si tratta, secondo Pictet AM, degli effetti delle politiche accomodanti delle banche centrali, che sembrano destinate ad accompagnare un'eventuale risalita dell’inflazione.

PREFERENZA PER LE OBBLIGAZIONI CON SCADENZE A MEDIO TERMINE


A proposito di carovita, i prezzi al consumo da sempre sono stati il principale nemico delle banche centrali, custodi della stabilità dei prezzi. Ma dopo la grande crisi il nemico è diventato la deflazione, e tutti gli sforzi delle banche centrali nei Paesi sviluppati sono da qualche anno concentrati su come far ripartire un po’ di inflazione per sostenere l’economia, anche con il ricorso a politiche non convenzionali come i tassi negativi. Ma il rischio di inflazione non è stato comunque eliminato e l’investitore in reddito fisso deve continuare a monitorarlo per proteggere il proprio portafoglio. Per questo Volker Schmidt, portfolio manager di Ethenea, nell’articolo Obbligazioni, perché il rischio inflazione non va sottovalutato assegna, nell'attuale fase dei mercati, la propria preferenza agli investimenti obbligazionari con scadenze a medio termine, perchè consentono di beneficiare degli effetti della curva dei rendimenti e di proteggersi dai ribassi dei prezzi. Secondo l’esperto i tassi di inflazione probabilmente rimarranno bassi in futuro, e per questo non è necessaria alcuna azione immediata per proteggersi da possibili bruschi movimenti di prezzi.

I FATTORI CHE SPINGONO A MANTENERE UNA DURATION RIDOTTA


Anche gli esperti di Candriam propendono per titoli con scadenza breve. Il quantitative easing della Bce è sicuramente un fattore che spiega il livello dei tassi a lungo in Europa e in Germania e la sua influenza è correlata alle norme che disciplinano gli acquisti da parte delle banche centrali, al volume e al calendario delle emissioni. La Bundesbank detiene quasi il 33% delle emissioni, livello vicino al massimo previsto dalle norme attuali, e sarà di conseguenza vincolata nei suoi prossimi acquisti; nel 2020, sottolineano gli esperti di Candriam nell’articolo Tassi europei a lungo termine, il rimbalzo è duraturo?, il saldo netto delle emissioni sarà negativo, ma nel primo trimestre l’offerta di titoli sarà importante (+ 51 miliardi di euro). Alla luce degli effetti di base dell’aumento del petrolio sulle prospettive inflazionistiche, del calendario delle emissioni nel primo trimestre ed anche di una congiuntura economica attesa in Europa che continua a sorprendere al rialzo, in Candriam è stato deciso di mantenere un posizionamento con duration breve all’interno dei portafogli.

BOND ASIATICI IN VALUTA, UN’ASSET CLASS STRATEGICA


Allargando l’orizzonte d’investimento, il 2020 si sta profilando come anno chiave per i mercati obbligazionari asiatici. Con l’intensificarsi dei legami commerciali e finanziari intra-regionali, le economie asiatiche continueranno ad allontanarsi dagli Usa e ad avvicinarsi alla Cina e alla sua moneta. Nell’articolo Perché il 2020 può essere l’anno delle obbligazioni asiatiche Patrick Zweifel, chief economist di Pictet Asset Management, intravede prospettive più luminose nel lungo termine per il renminbi e le altre valute asiatiche con un rialzo di almeno il 2% annuo per i prossimi cinque anni. Questo rialzo contribuirà a risollevare nella stessa misura le valute asiatiche, rafforzando l’opinione che l’Asia si aggiudicherà una porzione importante degli investimenti nel reddito fisso, destinati a diventare una classe di attivi strategica che indurrà gli investitori a modificare la composizione di portafoglio per rifletterne il peso crescente. A conferma che il XIX secolo è appartenuto all’Europa, il XX agli Stati Uniti e il XXI è destinato a essere all’insegna dell’Asia, afferma l’economista di Pictet AM.

OPINIONE POSITIVA SULLE OBBLIGAZIONI SOCIETARIE


Infine, Giordano Beani, head of multi-asset fund solutions Italy di Amundi Sgr, segnala la propria opinione positiva sulle obbligazioni societarie sulla scia del ridimensionamento delle incertezze geopolitiche, della stabilizzazione del quadro macroeconomico – in particolare nei mercati emergenti e nella zona euro – e del proseguimento della caccia al rendimento. L’esperto, nell’articolo Investimenti finanziari, promettenti i primi dati sulle trimestrali Usa, ammette che le valutazioni dei corporate bond sono diventate più estreme dopo che nel mese di dicembre si è registrata una significativa contrazione degli spread (i differenziali di rendimento rispetto ai governativi). Ma segnala anche che sul mercato delle obbligazioni liquide non sono stati ancora toccati i minimi ciclici: per il 2020 Beani si aspetta pertanto un rendimento simile a quello derivante dal flusso cedolare.
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