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Idee di investimento - Obbligazioni - 14 ottobre 2019

Tra le occasioni d’investimento da valutare figurano i tassi di interesse UK, gli inflation linked Usa, le corone svedesi e norvegesi, e i bond messicani. Con l’approccio Esg particolarmente efficace nel settore utilities

di Redazione 14 Ottobre 2019 09:42

TASSI DI INTERESSE UK, INFLATION LINKED USA E BOND MESSICANI


In un mercato obbligazionario in cui i rendimenti persistono vicino allo zero e, in molti casi, sconfinano addirittura in territorio negativo, ricercare segmenti con rendimento positivo è la priorità assoluta. Il problema è che non basta allungare l’orizzonte temporale di investimento e assumere un profilo di rischio crescente, in quanto le opportunità sembrano ridursi a vista d’occhio. Ma non per osservatori attenti come Adrian Owens, investment director obbligazioni e valute di GAM Investments, secondo il quale una serie di temi d’investimento in ambito obbligazionario e valutario evidenziano, come illustrato nell’articolo Obbligazioni e valute, le opportunità per gli osservatori attenti, valori anomali su base storica e, in diversi casi, sembrano prossimi a un punto di svolta. L’esperto, per esempio, ritiene che posizionarsi al ribasso (short) sui tassi di interesse del Regno Unito rispetto all’area euro e al Canada possa comportare un guadagno in conto capitale e lo stesso – in questo caso però al rialzo (long) - nelle obbligazioni inflation-linked statunitensi. L’inflazione di breakeven a dieci anni – cioè il valore dei prezzi al consumo che equipara i rendimenti delle obbligazioni inflation linked a quello dei bond tradizionali – è infatti attualmente intorno all’1,6%, mentre la maggior parte delle misure dell’inflazione Usa è su un livello più vicino al 2%. In tema di valute, il manager segnala la corona svedese e quella norvegese. “Considerati il divergere dei contesti – con la Bce in modalità accomodante e le banche centrali di Svezia e Norvegia in approccio più restrittivo – prevediamo che tanto la corona norvegese quanto quella svedese registreranno performance migliori rispetto all’euro nei prossimi dodici mesi”, specifica Adrian Owens. Anche nel debito emergente l’esperto intravede occasioni di acquisto, in particolare nelle obbligazioni messicane. Il manager ritiene che il percorso di taglio dei tassi intrapreso dalla banca centrale del paese, iniziato da quota 8,25%, possa proseguire al di sotto del 6% nei prossimi diciotto mesi. Tenuto conto che l’inflazione, attualmente al 3%, dovrebbe scendere ulteriormente, i tassi reali – al netto cioè dei prezzi al consumo – dovrebbero mantenersi intorno al 3%, una percentuale interessante sia in termini assoluti che rispetto alla maggior parte degli altri Paesi.

SUDAFRICA, ALTA PROBABILITÀ DI UN DOWNGRADE DEL RATING


Restando nel debito emergente, gli esperti suggeriscono invece cautela sia sulle emissioni del Sudafrica che su quelle argentine. Se il prossimo primo novembre l’agenzia di rating Moody’s retrocedesse il debito sudafricano al livello non-investment grade renderebbe ancora più vulnerabile il Paese, scatenando anche deflussi di capitale. Una situazione che potrebbe portare a una svalutazione della moneta, soprattutto in considerazione del fatto che il rand sudafricano è attualmente una delle valute più sopravvalutate tra quelle dei mercati emergenti. Sono queste, in estrema sintesi, le conclusioni a cui giunge, nell’articolo Sudafrica ancora più vulnerabile con un downgrade di Moody’s, Sabrina Khanniche, senioreconomist di Pictet AM. Secondo l’esperta, l'economia sudafricana continua a mostrare segnali di peggioramento, con una crescente esigenza di finanziamento estero.

ARGENTINA, PROBLEMA DI LIQUIDITÀ


Per quanto riguarda invece l’Argentina, Steven Backes, portfolio manager e analista d’investimento specializzato nel debito emergente di Capital Group, sottolinea nell’articolo Argentina, ultimo tango con l’Fmi: rischio fiducia più che insolvenza che nelle ultime settimane i mercati finanziari del Paese sudamericano hanno subito una nuova brusca correzione, nel timore che Alberto Fernandez possa vincere le elezioni con un programma di politiche economiche e di ristrutturazione del debito che potrebbero annullare alcuni dei modesti progressi compiuti sotto la presidenza Macri. Secondo l’esperto, la crisi di fiducia ha indotto alla fuga molti investitori argentini ed esteri, provocando una caduta del peso, che la banca centrale ha cercato di arginare attingendo alle riserve. Per non prosciugarle il governo ha introdotto a settembre limiti agli acquisti di valute estere, riuscendo a creare stabilità a breve termine con un recupero del peso.

L’IMPORTANZA DEL REDDITO


Quali sono invece le soluzioni proposte da AllianceBernstein in questa fase così complicata e ricca di variabili? “Puntiamo su una gestione olistica basata sulla flessibilità nella duration (la sensibilità dei prezzi delle obbligazioni rispetto alla variazione dei tassi”, commenta nell’articolo Investimenti, contrastare la volatilità senza rinunciare alle performance Giovanni De Mare, director Italy sales di AllianceBernstein. Le soluzioni illustrate dall’esperto, rispetto agli obiettivi descritti, sono l’ AB Low Volatility Equity Portfolio (che ha ottenuto 5 stelle Morningstar); l’All Market Income Portfolio, una strategia multi asset con contenimento della volatilità e generazione di income; l’ Emerging Markets Multi-Asset Portfolio, pensato per stare sulla crescita riducendo la volatilità. “Tutto questo – conclude De Mare – potendo contare sull’approccio Esg presente nelle nostre strategie.

L’APPROCCIO ESG NELLA SELEZIONE DEGLI EMITTENTI DEL SETTORE UTILITIES


A proposito di approccio Esg, Peter Cody e Tatiana Spineanu, rispettivamente US e European Investment Grade Credit Research di PGIM Fixed Income (gestore delegato di Pramerica Sgr) nell’articolo Settore utility, scegliere le obbligazioni migliori usando i criteri Esg raccontano come l’ampia divergenza di risultati a livello di singole aziende e la mancanza di dettagli sugli obiettivi da raggiungere a livello di norme generali renda il settore delle utility molto variegato. “Siamo fermamente convinti che l’integrazione dei criteri Esg nel processo di investimento sia in grado di farci identificare le compagnie con vantaggi competitivi capaci di riverberarsi in modo positivo sui rendimenti dell’investimento stesso. Nell’ambito specifico delle utility, riteniamo che quello ambientale costituisca l’elemento più importante da analizzare”, puntualizzano Cody e Spineanu.
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