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Idee di investimento - Obbligazioni - 10 febbraio 2020

Gli investitori hanno bisogno di reddito ma devono essere consapevoli che gli spread obbligazionari hanno pochi margini di riduzione. Opportunità nei green bond e negli investimenti alternativi

di Leo Campagna 10 Febbraio 2020 09:42

I RISCHI DELLE OBBLIGAZIONI SOCIETARIE E DEL DEBITO EMERGENTE


Ogni investitore ha aspettative personali e una specifica tolleranza al rischio. Alcuni investitori saranno felici di cavalcare il mercato rialzista finché durerà, confidando nel fatto di sapere quando uscirne. Altri potrebbe invece trovare più appropriato ridurre gradualmente il rischio. “Lasciare un po’ di potenziale guadagno sul tavolo può essere un peccato più perdonabile che diventare aggressivi quando c’è troppo poco margine di sicurezza”, puntualizza nell’articolo Mercato rialzista, il giusto equilibrio tra opportunità di investimento e rischio David Lafferty, Cfa, Natixis. Considerazioni che valgono non soltanto in ambito azionario ma anche nel segmento delle obbligazioni. “I corporate bond investment grade, gli high yield e il debito emergente sono costosi ma non hanno valutazioni assurde. Dal momento che la crescita economica appare positiva e ragionevolmente stabile, non prevediamo un ampliamento significativo degli spread creditizi. Potrebbero persino ridursi ancora un po’ alla luce della scarsa attrattiva dei rendimenti sovrani”, premette Lafferty, che poi però aggiunge: “Tuttavia, la nostra preoccupazione risiede negli scenari anomali. Ai livelli attuali, gli spread hanno molto più spazio per allargarsi se la crescita vacilla o il ciclo del credito si inverte di quanto possano invece contrarsi se l’economia riprende”.

LA RICERCA DI REDDITO IN AMBITI DIVERSI DAL CREDITO


Resta il fatto che, con i rendimenti dei titoli di Stato prossimi a zero, gli investitori che sono interessati a un flusso di reddito possono tentati di spingersi verso le obbligazioni societarie, investiment grade e high yield. Tuttavia, così facendo finiscono per esporsi a un rischio crescente, il rischio di ”default”, di fallimento. “Si tratta di un aspetto che dev’essere gestito con estrema attenzione, diversificando le esposizioni obbligazionarie e ricercando investimenti assimilabili al credito, come gli strumenti cartolarizzati o i titoli ipotecari, in grado di fornire diversificazione”, avverte nell’articolo Gli investitori hanno bisogno di reddito, non di rischio eccessivo Morgan Harting, portfolio manager – multi asset solutions di AllianceBernstein. Un approccio che la casa d’investimento adotta nei suoi portafogli obbligazionari multisettoriali globali che ricercano rendimento in ambiti diversi dal credito. “Parliamo ad esempio degli strumenti cartolarizzati, ma anche dei trasferimenti del rischio di credito, delle master limited partnership, delle azioni privilegiate, dei titoli convertibili”, conferma Harting. “Quanto più si riesce ad ampliare la gamma di opportunità, tanto più si possono diversificare le fonti di reddito, senza concentrarsi inavvertitamente in un particolare segmento dei mercati dei capitali, esponendo così il portafoglio a un maggior rischio di perdite potenziali”.

LA DURATION RESTA UNO STRUMENTO VALIDO


A questo proposito, Daniel Loewy, cio e head of Multi-Asset Solutions, e Karen Watkin, portfolio manager Multi-Asset Solutions di AllianceBernstein, si aspettano un calo dei rendimenti di molte asset class nella prospettiva dei prossimi 10 anni con i rischi al ribasso destinati a moltiplicarsi e acuirsi. I due esperti avvertono che questo non significa che una correzione prolungata sia dietro l’angolo, ma raccomandano comunque di adottare un approccio multi-asset per affrontare terreni più accidentati con un’ampia gamma di strumenti per la costruzione del portafoglio, ripensando a come generare reddito senza perdere di vista la gestione del rischio. Tra le strategie illustrate nell’articolo Cinque strategie multi-asset per affrontare il 2020 figura quella di continuare ad affidarsi all’esposizione ai tassi di interesse per una gestione del rischio che compensi parte dell’allocazione azionario. Secondo gli esperti di AllianceBernstein la duration, vale a dire la sensibilità dei prezzi dei bond alle variazioni dei tassi, può continuare ad essere d’aiuto, anche in Europa, dove i rendimenti sono bassi, in parte perché la curva è più ripida che negli Stati Uniti, con un maggior potenziale di rendimento. Un’altra strategia è affidarsi anche a scelte liquide alternative, che potrebbero dare presto prova del loro valore. I due esperti fanno gli esempi del volatility harvesting, che prevede di vendere protezione contro un aumento dei rischi, e del merger arbitrage, per trarre beneficio da aziende che stentano a trovare opportunità di crescita organica.

GREEN BOND, L’IMPORTANZA DI SELEZIONARE EMITTENTI E SINGOLE EMISSIONI


Intanto cresce l’interesse verso i green bond, che dalla prima emissione (2007) hanno accelerato raggiungendo un controvalore complessivo di 574 miliardi di euro, 200 dei quali emessi lo scorso anno. Con questo ritmo, il traguardo del miliardo di euro sembra prossimo. “Tuttavia”, precisano nell’articolo Green bond, un mercato da quasi 600 miliardi di euro e tanta strada ancora da fare gli esperti di Mirova, affiliata di Natixis Investment Managers, “se si confronta questo volume con il controvalore dell’intero mercato obbligazionario pari a 115mila miliardi di dollari, si constata come rappresenti ancora soltanto lo 0,5% dei bond in circolazione: come dire che esiste un notevole potenziale di espansione per i green bond, non ancora sufficientemente sfruttati”. Un potenziale di crescita che si basa non più soltanto su una minoranza di società europee, pioniere in questo campo, ma su una molteplicità di emittenti che garantiscono un’offerta in diversi formati, rating o livelli di subordinazione. Sono state emessi per esempio bond senior, obbligazioni garantite, debiti subordinati, emissioni ibride, green Tier 2 degli assicuratori e delle banche. E, inoltre, anche titoli conformi ai principi della finanza islamica e persino un contingent convertible bond (CoCo/AT1) di Kookmin Bank attraverso investimenti privati in Corea. L’onda obbligazionaria verde vede ormai rappresentati un gran numero di settori, se non tutti, permettendo al mercato di crescere e diversificare l’offerta. In parallelo, avvertono gli esperti di Mirova, diventerà sempre più importante la selezione degli emittenti e anche delle singole emissioni per evitare bond collocati in modo opportunistico da aziende con il solo scopo di aumentare la loro base di investitori.
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