Contatti

azioni

Idee di investimento – Azioni – 23 settembre 2019

Mentre i dazi colpiscono duro anche sui Bric, la Borsa di Tokyo resta attraente e gli investimenti Esg continuano ad esercitare appeal. Dubbi invece sulla rotazione di stili e di settori

di Redazione 23 Settembre 2019 09:35

BRIC, LUCI E OMBRE MENTRE INCOMBE LA GUERRA COMMERCIALE


Accomunati storicamente da crescita sostenuta, popolazione numerosa, territori vasti e risorse naturali strategiche, i Bric (acronimo di Brasile, Russia, India e Cina) stanno pagando le conseguenze della guerra dei dazi. Uno scotto facilmente preventivabile per la Cina, vista la sfida a colpi di tariffe tra Xi Jinping e Donald Trump, ma che ancora una volta accomuna le economie emergenti definite Bric. Anche se con intensità e prospettive diverse. Ad analizzare a fondo l’impatto della guerra dei dazi sulle singole economie è, nell’articolo Brasile, Russia, India e Cina: i dazi colpiscono duro, Craig Botham, senior emerging markets rconomist di Schroders, che spiega come la trade war abbia portato la casa d’investimento a ridurre le aspettative di crescita di Brasile, Russia, India e Cina per questo trimestre. Inoltre, spiega lo stesso Botham, “prevediamo un’inflazione più elevata” a causa di un dollaro più forte e dei prezzi più elevati di petrolio e beni alimentari. Ma, nonostante l’inflazione più elevata, secondo Schroders le banche centrali dei vari paesi preferiranno procedere con un taglio dei tassi di interesse per sostenere l’attività economica.

INVESTIMENTI ESG NON PENALIZZATI NELLE PERFORMANCE


Intanto, l’investimento sostenibile resta certamente uno dei temi più caldi per il settore dell’asset management. I Principles for Responsible Investment delle Nazioni Unite, lanciati più di dieci anni fa, sono oggi un progetto globale in crescita, con più di 2.300 membri che rappresentano complessivamente 85 trilioni di dollari Usa in asset gestiti. Ma cosa pensano realmente gli investitori dei prodotti sostenibili? Per scoprirlo Vontobel Asset Management ha commissionato un sondaggio su 4.600 persone in 14 Paesi. I risultati su base globale hanno dimostrato che, sebbene gli investitori seguano principi sostenibili nella loro vita quotidiana, la loro consapevolezza delle opportunità di investimento sostenibile è limitata. Il settore ha ancora molta strada da fare prima che i criteri Esg diventino centrali per gli interessi degli investitori al dettaglio. “Dobbiamo dimostrare che Esg non sacrifica la performance. Infatti, investire in aziende che affrontano aspetti sostenibili è in grado di mitigare i rischi ed è più redditizio nel lungo termine”, afferma nell’articolo Esg, investitori italiani in prima linea Matteo Villani, responsabile di Vontobel Asset Management Italia. Lo studio mostra che il 23% degli intervistati italiani ritiene che le aziende che si comportano in modo etico saranno più redditizie nel lungo termine. Inoltre, in Italia, la percentuale di risparmiatori disposti ad abbandonare l’investimento in un’azienda se questa non si dovesse comportare in modo etico è del 43%, leggermente inferiore alla media dello studio, 45%.

APPROCCIO ESG CON RICERCA BOTTOM-UP


Sulla scia di questo crescente interesse verso l’approccio sostenibile, Fidelity International ha presentato una gamma di fondi trasversale a tutte le asset class e focalizzata sui criteri ambientali, sociali e di governance (Esg). La gamma Sustainable Family offrirà una categoria di investimento best-in-class e una categoria di investimento tematica sostenibile. I fondi best-in-class selezioneranno attivamente imprese che presentano elevate performance in termini di Esg rispetto alle controparti, mentre i fondi tematici sostenibili applicheranno un approccio di investimento volto a rispondere alle sfide della sostenibilità o creare valore aggiunto positivo per l’ambiente e la società civile. Come si legge nell’articolo Cinque nuovi fondi Esg nella Famiglia sostenibile di Fidelity, sono tre i pilastri su cui si fonda l’approccio di investimento della gamma Sustainable Family, tutti basati sulla ricerca proprietaria di Fidelity e sui concetti di engagement ed esclusione. Questo combina l’attenzione di Fidelity per un engagement attivo con un quadro di esclusione potenziato, allo scopo di garantire che le imprese in cui i fondi investono soddisfino determinati standard sostenibili minimi e operino in modo coerente rispetto ai valori dell’investimento responsabile. La gamma Sustainable Family si avvale del rigoroso processo di ricerca bottom-up di Fidelity, che sfrutta le conoscenze uniche di oltre 180 analisti della ricerca a cui si aggiungono le competenze del team di specialisti Esg di Fidelity. La ricerca di Fidelity – focalizzata allo stock picking - integra i nuovissimi rating di sostenibilità proprietari, che suddividono l’universo di investimento in 99 sottosettori, ognuno con criteri specifici rispetto ai quali ciascun emittente viene valutato con un rating da A ad E, in rapporto alla concorrenza.

BORSA DI TOKYO POCO ESPOSTA A TECNOLOGIA E SERVIZI


A proposito di stock picking, ci sono almeno tre motivi di ottimismo per investire nell’azionario Giappone. Primo, le imprese giapponesi stanno generando utili e margini elevati in base ai dati storici. “Un mercato del lavoro con meno disoccupazione è di buon auspicio per la crescita del reddito che, a sua volta, farà verosimilmente aumentare i consumi. Pertanto, gli utili e i margini potrebbero continuare a salire” spiega nell’articolo Tre buone ragioni – più una – per investire nell’equity giapponese Reiko Mito, responsabile delle strategie azionarie sul Giappone di GAM Investments. In secondo luogo, dato che i margini di utile e il flusso di cassa sono così robusti, “i dirigenti delle aziende giapponesi hanno più spazio di manovra nei piani d’investimento, che potrebbero alimentare la crescita delle imprese e portare a impiegare diversamente i capitali, privilegiando la restituzione del capitale agli azionisti”. Infine, “i rendimenti dei dividendi continuano a salire. I dividendi reinvestiti sono una componente particolarmente importante del rendimento azionario complessivo in Giappone”. Secondo Mito “il mercato azionario giapponese è maggiormente orientato verso i settori manifatturieri e correlati ai consumi, come i beni e i servizi industriali, le automobili, i beni personali e per la casa, e le telecomunicazioni. Il fatto che il mercato più in generale sia meno esposto alla tecnologia e ai servizi (che potrebbero essere oggetto di una regolamentazione su scala globale) può essere interpretato solo come un elemento positivo”.

AZIONARIO: UNA ROTAZIONE DI STILI E SETTORI VULNERABILE


Restando in ambito settoriale, nell’articolo I mercati inseguono già una possibile ripresa futura Giordano Beani, head of multi asset fund solutions Italy di Amundi Sgr, ricorda come il recupero dei listini azionari sia stato caratterizzato da una forte rotazione di settori e di stili. A tirare la volata sono i settori più ciclici e i finanziari, mentre i titoli difensivi e di qualità soffrono, e c’è stata anche una violenta rotazione dalle azioni di tipo growth a quelle value, finora trascurate. Una rotazione che non convince gli esperti di Amundi: la ripresa dei titoli value non è destinata a durare, visto lo scenario di fine ciclo caratterizzato da tassi di interessi bassi e da una crescita debole dell’economia mondiale, e il suggerimento è di continuare a sovrappesare i titoli quality e i titoli i cui dividendi hanno un rendimento elevato. Dal punto di vista delle aree geografiche, ancora sottopeso per il Giappone, mentre il momento di relativa tregua a Hong Kong è stato utilizzato per neutralizzare l’esposizione all’area del Pacifico, in considerazione del peggioramento del commercio mondiale e delle revisioni al ribasso degli utili. Sui mercati emergenti la preferenza va ancora ai titoli cinesi di classe A, le azioni del mercato onshore di Shanghai.
Trending