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Idee di investimento – Azioni – 22 ottobre 2018

Durante questa correzione si è notata la resilienza dei mercati emergenti ma Wall Street resta ben supportata dalla buona intonazione dell’economia USA e dalla solida crescita degli utili

22 Ottobre 2018 10:33

FOCUS SU WALL STREET E SULLE AZIENDE ‘QUALITY’


Nell’articolo “Crescita globale, la minaccia più importante resta la guerra dei dazi” tratto dal suo commento settimanale al mercato dal titolo ‘October’s selloff scares in context’ , Richard Turnill, Global Chief Investment Strategist di BlackRock, ribadisce la propria visione positiva sugli utili aziendali, rafforzati da una crescita globale sostenuta, e mantiene la sua preferenza per le azioni rispetto al reddito fisso. Tuttavia, ammette l’importanza di concentrarsi sulla resilienza del portafoglio. Anche perché, le aziende che deludono sui profitti del terzo trimestre e sulle linee guida del quarto rischiano di essere severamente punite dal mercato. “Privilegiamo l’esposizione alle compagnie ‘quality’ all’interno del mercato azionario e preferiamo Wall Street nei mercati sviluppati sulla scia della resilienza degli utili e dei bilanci più solidi. Nel reddito fisso ci piacciono invece le obbligazioni a breve termine, ma stiamo iniziando a intravedere opportunità sui titoli a medio e a lungo termine sulla curva dei rendimenti negli Stati Uniti e in Europa” spiega Richard Turnill.

PRONTI AD ASSUMERE POSIZIONI AL RIBASSO


Lorenzo Di Mattia, gestore del fondo HI Sibilla Macro di Hedge Invest Sgr, dal canto suo, sottolinea come stia diventando sempre più pericoloso provare a cogliere i piccoli rimbalzi dei mercati e suggerisce di essere pronti ad assumere posizioni in portafoglio al ribasso su specifici segmenti del settore azionario. A Lorenzo Di Mattia preoccupa soprattutto la prolungata correzione dei titoli dell’industria dei semiconduttori e di quelli della tecnologia statunitense. “Nel momento in cui anche l’area più solida del mercato, e che ha trainato i listini, incomincia a indebolirsi, raramente si tratta di un segnale positivo. È probabile che a breve arrivi il momento di prendere posizione al ribasso” specifica nell’articolo “Per Hedge Invest la musica sui mercati sta per finire” Lorenzo Di Mattia.

SETTORE HI TECH, LE OCCASONI IN EUROPA


Restando nell’ambito del settore ella tecnologia, nell’articolo “Settore hi tech, caccia aperta alle possibili Google europee”, si argomenta come e perché ci siano occasioni da cogliere nel comparto europeo, sebbene valga soltanto (in termini di capitalizzazione di Borsa) circa il 10% di quello USA. Un settore, quello tecnologico, che ha evidenziato anche in Europa una marcia in più in Borsa. Infatti, al 30 giugno scorso, la performance annualizzata a 5 anni dell’indice STOXX Europe 600 Technology si è attestata al 16,2%, contro il 9,6% dell’indice STOXX Europe 600 generale. Nonostante ciò, la sua perfomance è risultata al di sotto di quella dell’omologo indice statunitense (Dow Jones US Technology Index). Questo, però, non esclude che nell’immediato futuro il settore hi tech europeo non possa dare delle solide soddisfazioni agli investitori. “Secondo le previsioni formulate della società di servizi professionali PwC, nei prossimi quattro anni il TMT (tecnologia, media e telecomunicazioni) sarà il settore in più rapida crescita in Europa e, al suo interno, i risultati più robusti sono attesi dai provider di software” sottolinea Philip Dicken, Responsabile azionario Europa di Columbia Threadneedle Investments. Secondo il quale l’innovazione, che è alla base del successo delle imprese tecnologiche, può premiare in futuro nuove aziende, quelle capaci di intercettare nuove esigenze o di intuire nuovi bisogni: alcune delle aziende più piccole potrebbero diventare i giganti di domani, e non si può escludere che qualcuna di esse possa essere europea. Una ipotesi che rende il rapporto prezzo/utili (p/e) prospettico dell’indice STOXX Europe 600 Technology , attualmente pari a 23 volte non particolarmente eccessivo rispetto al p/e prospettico di 14 dello STOXX Europe 600 generale.

LA STRATEGIA LONG / SHORT SU LARGE E MID CAP LIQUIDE


Ma non è solo la tecnologia ad avere appeal in Europa. Steve Frost, co-gestore del fondo Legg Mason Martin Currie European Absolute Alpha, è convinto che l’economia europea abbia la possibilità di fare meglio rispetto alle previsioni. Una convinzione che arriva da alcuni elementi di supporto, come per esempio la crescita costante degli indici PMI dopo la flessione dei mesi scorsi, l’aumento dell’inflazione e i tassi d’interesse che, secondo Frost, rimarranno bloccati per tutto il 2019. Inoltre, un recente sondaggio UBS ha rilevato che oltre 600 aziende europee hanno un CAPEX positivo, che significa maggiori risorse per gli investimenti e, in ultima battuta, buone notizie per il PIL del continente. Steve Frost adotta con una strategia long/short che investe solo sui titoli azionari più liquidi, quelli delle large e midcap. “Questo ci permette di essere molto flessibili – ha specificato nell’articolo “Azionario europeo, una strategia per guardare oltre la nebbia politica” Frost – e di cercare alfa (rendimento indipendente dall’andamento dell’indice di riferimento, ndr) e all’occorrenza di poter cambiare l’intero portafoglio”. Il processo d’investimento del fondo prevede due fasi: una prima valutazione del contesto macroeconomico con un giudizio su otto tematiche, una seconda che utilizza 7 indicatori di credito e 14 economici per individuare le debolezze del mercato.

LA RESILIENZA DEI MERCATI EMERGENTI


Infine, in questa severa correzione dei mercati azionari, partita da Wall Street, non è passata inosservata agli esperti di Euromobiliare Sgr la tenuta dei mercati emergenti. “Osserviamo che in questo frangente l’area emergente non ha registrato performance inferiori a quella dei mercati sviluppati” puntualizzano, nell’articolo “Correzione di Borsa, la resilienza dei mercati emergenti” i professionisti di Euromobiliare Sgr. Infatti, le principali valute dei paesi in via di sviluppo non hanno segnato nuovi minimi rispetto al dollaro americano, gli spread (extra rendimenti rispetto ai titoli di stato USA) di debito non si sono allargati e l’azionario emergente ha saputo contenere meglio le perdite rispetto ai paesi sviluppati (MSCI Emerging markets: -2,4% e MSCI world: -4,3%).
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