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Idee di investimento – Azioni – 15 luglio 2019

Le scelte e i consumi dei millennials offrono un supporto ai titoli tecnologici, anche europei. Restano interessanti i mercati emergenti e il biotech, mentre il tema dei dividendi esige la sostenibilità delle cedole

di Redazione 15 Luglio 2019 10:01

SOTTO IL SEGNO DEI MILLENNIALS


C’è un particolare approccio all’investimento azionario che si basa sull’individuazione di grandi trend di cambiamento e delle aziende che potranno trarre benefici da questi mutamenti. Un tema importante è rappresentato dalla demografia, dai cambiamenti nelle abitudini di spesa della generazione dei cosiddetti “Millennials”, i nati tra il 1980 e il 1999, che con 2,3 miliardi di individui rappresenta ormai il gruppo demografico più rilevante. È la prima generazione di nativi digitali, la tecnologia e internet rappresentano due elementi essenziali nella loro vita. In buona parte entrati stabilmente a far parte della forza lavoro, i Millennials sono consumatori bene informati, spendono i loro risparmi principalmente in viaggi e tempo libero piuttosto che per beni materiali, danno priorità a uno stile di vita sano. Oggi quando si pensa ai Millennials e ai settori che potrebbero beneficiare delle loro abitudini di spesa viene naturale pensare ai social media, all’e-commerce o alla sharing economy. E guardando più avanti nel futuro? Nell’articolo Investitori azionari, è l’era dei Millennials gli esperti di Goldman Sachs Asset Management esaminano due esempi di innovazione attualmente allo stadio iniziale che potrebbero trasformare il nostro modo di vivere: la rivoluzione della nanotecnologia e il futuro della genomica.

IL LEGAME TRA CLOUD E SEMICONDUTTORI


Altri due trend profondamente legati tra loro sono il cloud e i semiconduttori perché, com’è illustrato nell’articolo Settore hi tech, un cloud di opportunità sulla Cina la domanda di chips è trainata proprio dallo sviluppo dei servizi cloud. E per soddisfare la richiesta di semiconduttori, attualmente, la Cina si affida ancora ad aziende americane come KLA-Tencor e Lam Research, società fornitrici di apparecchiature per la produzione di semiconduttori. Guardando esclusivamente al settore dei servizi cloud, secondo Hyun Ho Son, gestore di portafoglio di FF Global Technology Fund in Cina esistono delle “opportunità interessanti in ragione dell’elevato ritmo di espansione” e vede un’evoluzione simile a quella dei sistemi di pagamento. In questo ambito, infatti, alcuni paesi in via di sviluppo hanno completamente saltato la fase della carta di credito e sono passati direttamente da un’economia basata su contanti/baratto ai nuovi sistemi di pagamento mobili.

LA TECNOLOGIA EUROPEA


Nonostante un mercato più frammentato, anche l’Europa può contare su numerose aziende in grado di competere con i colossi della tecnologia Usa. Infatti, se l’Europa, non può contare sulla platea di consumatori di Usa e Cina, esistono numerose aziende con fatturati e utili importanti che operano prevalentemente in ambito B2B, ovvero nel commercio tra aziende. “Il settore tecnologico europeo – sottolinea nell’articolo Tecnologia, ecco le aziende europee che sfidano i colossi Usa Alessandro Aspesi, country head Italia di Columbia Threadneedle Investments – può non aver generato concorrenti in grado di competere con gli operatori statunitensi di piattaforme rivolte ai consumatori, che rappresentano la nostra idea di successo per le società tecnologiche, ma ciò è dovuto al fatto che l’Europa è diversa sia dagli Stati Uniti che dalla Cina. I punti di forza del settore tecnologico europeo scaturiscono dalle caratteristiche distintive del mercato europeo, e in presenza di condizioni favorevoli gli operatori leader europei competono con successo su scala globale”.

I FONDAMENTALI SOLIDI DEL BIOTECH


Un settore affine a quello tecnologico è quello biotech che, come spiega nell’articolo Domanda, innovazione e prezzi: i tre driver del biotech Servaas Michielssens, senior biotechnology analyst, CFA, di CANDRIAM, non dovrebbe risultare influenzato da fattori macroeconomici quali le tensioni commerciali, le incertezze sulla solidità dell’economia globale e il nervosismo per i tassi di interesse. “Ci aspettiamo che nel lungo periodo il settore sia trainato dai fondamentali, e questo scenario si è già in parte manifestato nella prima metà di quest’anno”. I fondamentali, secondo l’esperto, “rimangono solidi, le approvazioni di farmaci da parte dell’ente governativo statunitense hanno raggiunto un livello record nel 2018, assistiamo a una sana attività di dealing e soluzioni innovative, tra cui la terapia cellulare e genica, si stanno rendendo disponibili per i pazienti”.

MERCATI EMERGENTI: INTERESSANTE PROFILO RISCHIO/RENDIMENTO


Intanto Rob Mumford, portfolio manager del team Emerging Markets Equity di GAM Investments nell’articolo Mercato azionario, gli Emergenti strizzano l’occhio agli investitori segnala una serie di opportunità interessanti con le prospettive di rendimento per il futuro che, nell’ambito dell’azionario emergente, appaiono buone. A sostegno di questa convinzione sia la tesi secolare secondo la quale l’azionario emergente risulti sotto-rappresentato all’interno degli indici globali – in base al Pil rispetto a quello globale e in funzione della loro capitalizzazione di Borsa – ma anche per altri importanti fattori di sostegno. Tra i quali spiccano il boom di una classe media giovane e con crescente disponibilità di reddito e di ricchezza, l’insieme delle riforme messe a punto per incrementare i consumi domestici, e la riclassificazione degli indici MSCI per includere una quota più significativa dell’azionario Cina. In parallelo, sempre per l’azionario emergente, prende forma un interessante profilo di rischio/rendimento alla luce della sovraperformance rispetto ai mercati sviluppati, con le valutazioni che sono ritornate su livelli sia favorevoli che interessanti. Anche dal punto di vista dei flussi di capitali dall’estero che dovrebbero affluire copiosi dal momento che si registra un aumento di carry trade positivo (ad esempio in Brasile).

LA VOLATILITÀ SI PRESTA ALLA RICERCA DI INCOME


Resta il fatto che mentre gli indicatori congiunturali continuano a segnalare il passaggio del ciclo economico verso una fase matura, le valutazioni in alcune aree del mercato azionario si confermano elevate. Quindi volatilità, come spiega nell’articolo Come scovare rendimento tra le incertezze geopolitiche Hans-Jörg Naumer, Global Head of Capital Markets & Thematic Research di Allianz Global Investors, si presta alla ricerca di income più che a un apprezzamento dei corsi dei titoli, anche perché nei prossimi anni le quotazioni delle azioni dovrebbero registrare incrementi più moderati, dal momento che scontano già molto in termini di crescita. In questo contesto si torna a guardare ai dividendi. E quando il rendimento in termini di “beta” è atteso in diminuzione, afferma Naumer, “la capacità di creare extra rendimento dei gestori attivi diventa sempre più importante”.

DIVIDENDI SOSTENIBILI


Allo stesso modo anche i dividendi azionari assumeranno un ruolo ancora più decisivo nella performance finale dell’investimento in equity. A questo proposito Capital Group, nell’articolo Debito e ingegneria finanziaria, un mix pericoloso per le aziende mette in guardia gli investitori dalle società che fanno un ricorso massiccio al debito per sostenere dividendi e riacquisti. Gli esperti della casa d’investimento sottolineano la necessità di individuare le società che hanno le maggiori probabilità di far fronte ai pagamenti in un periodo di correzione, prestando attenzione a quelle troppo indebitate che rischiano di dover tagliare i dividendi. “Ad esempio Nestlé – spiega Gordon – che presenta un indebitamento gestibile, non lo fa da decenni. Al contrario, Kraft Heinz, che presenta una leva più elevata, di recente ha tagliato i dividendi. Ecco perché è importante guardare oltre il semplice dividend yield e fare ricerca per capire se le società sono in grado di sostenere i dividendi. Più a lungo andrà avanti questa espansione, e maggiore attenzione andrà prestata al debito delle società”.
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