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Idee di investimento - Azioni - 11 novembre 2019

Gli indici di Borsa sono sui massimi ma ci sono nicchie di sottovalutazione come le azioni europee value e, in modo selettivo, le small cap. Per il lungo termine un tema interessante è quello legato all’economia circolare

di Redazione 11 Novembre 2019 09:54

LE SMALL CAP SONO UN’OPPORTUNITA’? NON E’ ESCLUSO


Le small cap possono costituire un’opportunità d’investimento oppure una rotazione è ancora prematura? A questa domanda Paolo Mauri Brusa, gestore del team multi asset Italia di GAM (Italia) Sgr, nell’articolo GAM: “Small cap possibile sorpresa del 2020 sui mercati” fornisce una risposta che, in estrema sintesi, si può definire possibilista. “E’ vero che le valutazioni in assoluto non si possono definire economiche ma è altrettanto vero che il premio al rischio rispetto alle large cap si colloca ai minimi da diversi anni. Nel momento in cui i timori di recessione nel 2020 dovessero essere completamente rimossi dalle previsioni di mercato, le possibilità che le small cap recuperino posizioni diventerebbero più concrete” spiega il manager. A parte le possibili spiegazioni di quanto accaduto da inizio anno, a Mauri Brusa interessano soprattutto le prospettive. E qui le cose si fanno incoraggianti. Nel caso del Russell 2000, per esempio, dopo tre trimestri negativi, le previsioni del mercato sono per un ritorno alla crescita degli utili. Incremento dei profitti che dovrebbe essere moderato nell’ultima parte di quest’anno per poi innestare un’accelerazione decisa nel 2020 (+30%). Trend che dovrebbe confermarsi anche in Europa dove, a fronte di fondamentali meno negativi per l’anno in corso, le previsioni di crescita per il 2020 delineano uno scenario comunque interessante (+14%).

I TITOLI VALUE EUROPEI SU VALUTAZIONI MINIME DAL 2000 RISPETTO AI GROWTH


Resta i fatto che gli indici di Wall Street sono sui massimi di sempre mentre in Europa il Dax di Francoforte viaggia sui livelli record degli ultimi anni. Questo induce molti investitori a ritenere ormai alle nostre spalle il meglio in Borsa. Certo non si possono escludere ulteriori margini di guadagno per gli indici, ma da questi livelli esistono maggiori spazi per una possibile correzione. Tuttavia, se si assume una diversa prospettiva, le valutazioni del mercato possono cambiare in modo radicale e con esse le opportunità ancora da cogliere. La prospettiva è quella suggerita nell’articolo "Rally azionario in vista? Ecco perché ci sono le condizioni" da Paul Doyle, Responsabile azionario per l’Europa (Regno Unito escluso) di Columbia Threadneedle Investments, che invita gli investitori a rivolgere l’attenzione alla parte sottovalutata del mercato. Infatti, se è vero che gli indici veleggiano sui massimi, emerge una profonda divergenza di valutazioni tra i titoli growth e quelli value con questi ultimi che sembrano nettamente favoriti. “I titoli value europei esprimo attualmente valutazioni su livelli minimi dal 2000 rispetto a quelle dei titoli growth. Di conseguenza siamo interessati alle azioni difensive europee che quotano a livelli davvero convenienti” fa sapere Doyle, secondo il quale se l’attuale ondata di debolezza dovesse stabilizzarsi o addirittura migliorare, i titoli value potrebbero registrare un rimbalzo nella seconda parte dell’anno, come del resto è già accaduto tre volte negli ultimi 10 anni: nel 2009, nel 2013 e nel 2016.

SOSTENIBILITÀ NON VUOL DIRE SACRIFICARE LE PERFORMANCE


Intanto tra i timori degli investitori è che investire con un approccio sostenibile comporti necessariamente un sacrificio in termini di rendimenti finanziari. Non sono dello stesso avviso in AllianceBernstein. Per cominciare, spiega nell’articolo La sostenibilità frena le performance degli investimenti? Un mito da sfatare Dan Roarty, chief investment officer—Thematic and Sustainable Equities in AllianceBernstein, investire in maniera sostenibile non significa limitarsi ad escludere passivamente da un portafoglio alcuni settori, ma selezionare attivamente i titoli all’interno di un ampio universo di società con caratteristiche interessanti in termini di fondamentali e potenti fattori trainanti di lungo periodo. Inoltre, investire davvero in maniera sostenibile significa tener conto di ulteriori variabili ambientali, sociali e di governance (Esg) che sono in grado di favorire una riduzione del rischio. C’è però un aspetto da non trascurare: quando si adottano criteri di sostenibilità nella selezione dei titoli, i portafogli tendono a evidenziare una predilezione per alcuni Paesi, settori e fattori di investimento. L’analisi di AllianceBernstein dimostra che le strategie sostenibili tendono ad avere una maggiore esposizione ai fattori legati alla crescita di qualità, come la redditività e la qualità degli utili, e mostrano invece una minore esposizione ai titoli di tipo value (basso costo), alla leva finanziaria e alla ciclicità. Per quanto riguarda la ripartizione per settori, si è osservato una predilezione di queste strategie per la tecnologia e la sanità, mentre tendono a investire meno in servizi finanziari e materiali di base.

CATTURARE LE RICADUTE POSITIVE DELL’ECONOMIA CIRCOLARE


Sempre in tema di sostenibilità l’economia circolare vanta una sempre più ampia condivisione a livello globale, sulla scia della progressiva presa di coscienza che le risorse naturali non siano infinite. In questo contesto favorevole alla diffusione dell’economia circolare, si segnalano due novità di rilievo. “La prima riguarda la disponibilità di soluzioni tecnologiche che presentano costi molto più economici rispetto al passato. L’altra notizia, invece, è il mutato clima politico, soprattutto in Europa, che vede l’affermazione dei movimenti più inclini alla tematica ‘green’ che promuovono programmi di supporto alla transizione verso modelli di crescita più sostenibili” dichiara nell’articolo Economia circolare, le migliori opportunità d’investimento in Europa e Stati Uniti Andrea Re, responsabile equity di Pramerica Sgr. “Quello che conta in ogni caso per l’investitore, è che i titoli o, meglio i prodotti specializzati sulle aziende che implementano nei loro processi i principi dell’economia circolare consentono di posizionarsi su società a larga capitalizzazione la cui mission è la sostenibilità del loro business (e quindi dei ritorni) a lungo termine. Un’attitudine che trova certificazione nell’elevato rating Esg che consente una valutazione che non si limita alla solidità patrimoniale e reddituale – quindi finanziaria- della compagnia ma che considera anche l’impatto ambientale, le prestazioni sociali e la governance” spiega Re. Si tratta di soluzioni di investimento che offrono un’esposizione geografica globale sebbene concentrata nei mercati sviluppati. “Nell’ambito degli investimenti che possono trarre beneficio dall’economia circolare riteniamo che vi siano maggiori opportunità nell’azionario e in particolare in Europa e negli Stati Uniti mentre in Giappone siamo più prudenti. A livello settoriale, invece , le nostre preferenze vanno alla tecnologia, alle utilities e ai beni di prima necessità mentre notiamo meno occasioni all’interno del settore dei consumi discrezionali, in particolare quelli legati al settore auto”, conclude Re.

SETTORE AUTO, MEGLIO NON SALIRE A BORDO AL MOMENTO


A proposito del settore auto, nell’articolo Investire nel settore auto? Per Morgan Stanley IM meglio non salire a bordo ora si può leggere un’approfondita riflessione di Andrew Harmstone, managing director di Morgan Stanley Investment Management e gestore del team Global Multi-Asset, su questo settore che continua a registrare dati in flessione: dalle immatricolazioni alla domanda, dai margini alla produzione a livello globale. “Il declino della domanda di autovetture sembrerebbe strutturale e non strettamente correlato ai dazi commerciali. Sembrano piuttosto essere rilevanti l’inasprimento degli standard sulle emissioni e gli incentivi pubblici stanziati per incoraggiare lo spostamento degli utenti sui veicoli elettrici. Le implicazioni economiche dovrebbero proseguire percorrendo un andamento a U, con un crollo rilevante seguito da una crescita trainata dagli investimenti”, spiega Harmstone.
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