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Alan Greenspan

I prezzi delle azioni USA secondo Greenspan

1 Agosto 2014 11:00
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"Il mercato azionario ha recuperato in modo così netto e per così tanto tempo che se continuasse lungo questa linea potremmo registrare una correzione significativa" a dirlo è stato l'ex presidente della Federal Reserve Alan Greenspan in un'intervista a una televisione americana.
L’ammonizione di Greenspan, che durante l’intervista ha però tenuto a precisare che attualmente le azioni USA non possono essere considerate troppo costose, giunge proprio nel mezzo del dibattito tra gli addetti ai lavori preoccupati dai tassi di interesse vicino a minimi record che stanno creando le premesse per bolle dei prezzi degli asset obbligazionari e, a cascata, anche di quelli azionari.

In questo filone di discussione si è inserito anche il presidente della Fed Janet Yellen che lo scorso 16 luglio ha riferito al Congresso che in alcuni segmenti (social media, internet e biotech) le valutazioni erano molto tirate e sottolineava come le quotazioni finanziarie, tra le quali l’equity USA, non fossero in linea con le medie storiche.
D’altra parte i numeri parlano chiaro: l’indice S&P500 ha guadagnato il 15 per cento nell'ultimo anno ed ha quasi triplicato il suo valore dal 9 Marzo 2009, il punto più basso toccato durante la crisi finanziaria.
È interessante segnalare che in un recente sondaggio effettuato da un autorevole broadcaster finanziario americano, il 47% dei professionisti finanziari intervistati ha detto che il mercato azionario è vicino a livelli insostenibili, mentre il 14 per cento si è addirittura espresso per una presenza di una vera e propria bolla dei prezzi degli asset.

In ogni caso Alan Greenspan ha aggiunto anche altre due cose importanti nella sua intervista televisiva, una sul dollaro e l’altra sul prezzo del petrolio. Per quanto riguarda il biglietto verde, l’ex presidente della Fed ha detto che la futura spesa pubblica, trainata al rialzo da accresciute esigenze del settore difesa e dal riscaldamento globale, potrebbe mettere pressione sul bilancio degli Stati Uniti, con implicazioni per il dollaro che oggi è tenuto in grande considerazione in tutto il mondo, ma che potrebbe non riuscire a rispettare questo suo ruolo di “fonte di valore” per gli investitori internazionali.

Greenspan infine si è dichiarato convinto che i prezzi del petrolio potrebbero scendere addirittura fino a 15 - 20 dollari al barile se si stroncassero definitivamente tutti i disordini in Medio Oriente.
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