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Biarritz

Un G7 unito dalla volontà di non farsi del male

Al terzo G7 con Trump il padrone di casa Macron ha evitato di attaccare il suo ospite e non ha parlato di protezionismo. Trump ha ricambiato aprendo all’accordo con l’Iran ed evitando di attaccare la Cina

di Redazione 27 Agosto 2019 07:00
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Prima preoccupazione: non farsi del male. Preoccupazione soprattutto dei 6 partner "minori" del G7 di Biarritz in Francia, tanto da spingerli per la prima volta da quando esiste il gruppo dei grandi a evitare il comunicato finale. Di finale c’è stata solo la conferenza stampa di Trump e del padrone di casa Macron, assenti tutti gli altri, che si è risolta in uno scambio di complimenti e di "piaceri" reciproci. Il principale piacere elargito a Macron da Trump è stato quello di non risentirsi per l’invito a sorpresa nella località balneare sul Golfo di Biscaglia degli iraniani. Non solo il presidente americano non si è risentito, ma ha aperto alla possibilità di un nuovo accordo sul nucleare con Teheran, e ha persino colto la palla alzata da Macron di un possibile incontro con il presidente iraniano Rouhani parlandone come di una possibilità. Trump si è spinto persino oltre, e ha definito Iran e Corea del Nord come di Paesi con un "enorme potenziale".

SCAMBIO DI CORTESIE SU IRAN E GUERRA DEI DAZI


Macron lo ha ricambiato non pronunciando mai la parola "protezionismo", evitando accuratamente di prendere le parti della Cina nella contesa commerciale con gli Usa: anzi si è schierato per la protezione della proprietà intellettuale e auspicando un accordo a due Washington-Pechino, anche questa una novità perchéMacron e gli altri leader europei finora avevano sempre sostenuto che le tensioni commerciali andassero risolte su basi multilaterali come il Wto. Ora invece Macron parla apertamente di un accordo Usa-Cina da raggiungere al più presto per evitare le incertezze e le tensioni che colpiscono soprattutto i mercati finanziari, come si è visto a Wall Street venerdì 23 agosto. E proprio Wall Street, partita in rally e poi ammosciata per la lunga attesa di oltre un’ora della conferenza stampa dei due, ha trovato nei toni concilianti e nello scambio di cortesie reciproche la spinta per ripartire. Sulla Cina Trump ovviamente non ha dimenticato di ricambiare Macron affermando di credere che Pechino sia ‘sincera’ nella sua ultima apertura nel confronto sui dazi, anche perché, ha aggiunto, è stata colpita duramente.

SUL VIALE DEL TRAMONTO DOPO QUASI 50 ANNI DI GLORIA


Per il Gruppo dei Sette, una volta il tavolo su cui si decidevano i destini delle economie del pianeta, questa riunione di Biarritz è stato un mesto Viale del Tramonto dal sapore hollywoodiano, ma anche in qualche modo un ritorno alle origini. Il G5 infatti, l’antenato del G7, fu inventato nella prima metà degli anni '70 per far familiarizzare a livello personale i leader delle grandi potenze – Usa, Gran Bretagna, Francia, Germania e Giappone – allora alle prese con le crisi petrolifere. Poi si aggiunsero Italia e Canada e alla fine degli anni 90 anche la Russia, solo per essere espulsa nel 2014 dopo l’annessione della Crimea. Ora si torna all’occasione "sociale’" con le first lady che fanno shopping o prendono il sole. Una volta i paesi del G7 rappresentavano oltre il 70% del Pil globale, ora solo meno del 50%, e il posto del vecchio G7 è stato di fatto preso dal G20, dove siede anche la Cina insieme agli altri grandi emergenti, Russia inclusa.

AI MERCATI SEMBRA PIACERE UN G7 CHE ALMENO SMETTE DI LITIGARE


Alla fine il clima di intimità e familiarità tra i leader sembra essersi salvato, nel caso di Biarritz almeno tra Macron e Trump, ma tutto il resto finisce sullo sfondo, insieme al comunicato finale che, ai bei tempi, dettava le linee d’azione ai trader valutari e in generale ai mercati finanziari di tutto il mondo. Per i mercati un G7 avviato sul viale del tramonto ma che almeno smette di litigare, come l’anno scorso in Canada, sembra essere una buona notizia.
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