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Fondi, in Europa cresce l’interesse verso quelli alternativi

29 Gennaio 2016 08:49
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L'industria europea dei fondi comuni ha beneficiato a dicembre di afflussi netti per 3,9 miliardi di euro nei prodotti di investimento a lungo termine, quelli per i quali è consigliato un orizzonte temporale maggiore di 12 mesi. Un risultato trainato dai fondi ad indirizzo azionario (+10,7 miliardi) e dai fondi alternativi (+3,2 miliardi), i prodotti che replicano strategie alternative (tipiche dei fondi hedge) ma all’interno di uno strumento con liquidità giornaliera. Flussi positivi di sottoscrizione hanno interessato anche i fondi bilanciati misti (+1,5 miliardi e quelli immobiliari (400 milioni) mentre in rosso sono finiti i fondi a vocazione obbligazionaria (-10,7 miliardi) e quelli specializzati sulle materie prime (-300 milioni).

Secondo gli esperti il dato di raccolta relativo ai fondi alternativi si inquadra in un contesto in cui i risparmiatori europei comprendono che sia necessario alleggerire le posizioni nell’obbligazionario (perché rende poco ed espone al rischio di rialzi dei tassi di interesse di mercato) ma al contempo è necessario adottare strategie complementari o alternative a quelle bilanciate e azionarie.

“Il 2015 passerà alla storia come l’anno degli alti e bassi sui mercati finanziari. Ad un primo trimestre molto positivo si sono contrapposti mesi in cui abbiamo vissuto alta volatilità e crolli nei prezzi degli asset sia obbligazionari (la crescita repentina dei rendimenti governativi, ampliamento degli spread negli HY e nei Mercati Emergenti, speculazione sulla risalita dei tassi USA) che azionari (crisi Greca, Cina, Mercati Emergenti)” ha detto Massimo De Palma, Head of Asset Management Institutional Mandates Italy, GAM (Italia) in occasione della GAM Insights Conference a Milano.

Il fondo da lui gestito, il [tooltip-fondi codice_isin="LU1022124520"]JB Multi Asset Strategic Allocation Fund-EUR (MuSA)[/tooltip-fondi], un fondo multi asset prudente di GAM, ha cercato di navigare gli alti e bassi del 2015 sfruttando tutte le leve a sua disposizione. In agosto 2015 il fondo ha contenuto le perdite ad un -2,2%, grazie alla riduzione strutturale dell’esposizione azionaria messa in atto sin da marzo, la contestuale crescita dell’esposizione monetaria e la presenza di un 15-20% di strategie alternative che hanno difeso il portafoglio (-0,6% contro il -2% dell’indice dei fondi Hedge). Questa caratteristica difensiva trova conferma anche durante le altre fasi storiche turbolente, come la crisi Lehman del 2008, la crisi del debito sovrano della zona euro tra il 2010 e il 2012, e il tapering del 2013 (quando, per la prima volta, iniziarono a circolare ipotesi circa una riduzione dell’acquisto di titoli obbligazionari americani sul mercato da parte della Federal Reserve).

“La componente alternativa del portafoglio non è solo una fonte di stabilizzazione di performance e di rischio ma rappresenta anche un modo efficiente per affrontare il problema del basso rendimento dei bond. Le strategie alternative sono un tratto distintivo di GAM che ritroviamo anche in questo fondo. Insomma, abbiamo cercato di offrire alla nostra clientela il rendimento che fino a qualche anno fa veniva garantito dalle obbligazioni governative italiane” ha puntualizzato Massimo De Palma per il quale il 2016 sarà un anno da navigare nel segno della prudenza.

“All’interno delle asset class tradizionali si troverà valore nelle azioni, in particolare europee e giapponesi e, in modo selettivo, nel credito. Il focus sarà anche sulle asset class alternative, con strategie decorrelate con le principali asset class, al fine di poter affrontare mercati difficili e altalenanti con un occhio al contenimento della volatilità” ha specificato inoltre il manager.

Tornando infine ai dati del’industria europea di dicembre, i mercati dei fondi con i più alti valori di raccolta sono stati l'Irlanda (+7,0 miliardi), il Lussemburgo (+6,9 miliardi), la Germania (+3,9 miliardi), il Belgio (+ 1,6 miliardi), e la Svezia (+1,5 miliardi) mentre in Spagna (-3,5 miliardi) e in Danimarca (-1,1 miliardi) hanno nettamente prevalso i riscatti. Un altro fenomeno che si conferma è l’alta concentrazione delle scelte degli investitori su singoli prodotti: i dieci migliori fondi in termini di raccolta netta mensile hanno contabilizzato complessivamente afflussi netti per 5,3 miliardi di euro.
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