Contatti

distribuzione

Fondi comuni italiani, sorpasso dei flessibili sugli obbligazionari

23 Maggio 2016 10:11
financialounge -  distribuzione fondi flessibili Fondi obbligazionari piano di accumulo del capitale
L’aggiornamento 2015 dell’indagine «I sottoscrittori di fondi comuni italiani» da poco pubblicata da Assogestioni fornisce interessanti informazioni sull’industria dei fondi comuni istituiti nel nostro Paese. Tra queste spiccano soprattutto tre elementi.

In primis per la prima volta dal 2002, i fondi obbligazionari perdono la leadership di mercato in termini di diffusione: a fine 2015 i flessibili, con un 35,7%, sono la categoria di fondi italiani più diffusi nei portafogli delle famiglie del nostro paese, precedendo gli obbligazionari (33,5%), gli azionari (8,3%), i bilanciati (4,3) e i monetari (3,3%). Gli analisti di Assogestioni che hanno redatto il report hanno spiegato che le percentuali raggiunte negli ultimi anni dai fondi obbligazionari e flessibili sono collegate al crescente successo riscosso dai fondi cosiddetti «target date», i prodotti del risparmio gestito che prescrivono una data di scadenza all’atto della sottoscrizione, compresa di solito tra i due e i sei anni.

Il secondo elemento che emerge dall’indagine, è l’aumento della formula di sottoscrizione dei piani di accumulo che ha raggiunto il 18% del totale: i versamenti in unica soluzione (PIC) restano leader con il 69,7% del totale (ma in calo rispetto al 70,4% del 2014) mentre la soluzione mista (PIC e pPAC) è stata scelta dal 12,3% delle famiglie risparmiatrici.

Il terzo dato su cui riflettere riguarda infine i canali di distribuzione. A fine 2015 alle banche facevano riferimento il 92,9% dei flussi di sottoscrizione di fondi italiani contro il 7,1% che invece confluiva nelle reti di promotori. Si tratta di un trend che ha visto aumentare la forbice esistente tra i due canali (basti pensare che nel 2002 alle banche arrivava il 77,3% e alle reti il 22,7%) e che rispecchia le caratteristiche specifiche del mercato italiano che ha visto svilupparsi l’integrazione verticale banca-SGR.

A questo proposito, occorre però fare una importante precisazione. I dati di questa indagine si riferiscono ai soli fondi di diritto italiano che, a fine 2015, rappresentavano il 27,6% del totale dei fondi in Italia: l’altro 72,4% faceva riferimento ai fondi di diritto estero che non sono stati oggetto di questa indagine.
Share:
Trending