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L’Fmi chiede al governo di mettere nuove tasse sulle prime case

Nell’analisi periodica sull’economia italiana, il Fondo monetario internazionale invita il governo a spostare il peso delle tasse dal lavoro alle proprietà immobiliari: in arrivo un aumento di Imu e Tasi?

di Antonio Cardarelli 30 Gennaio 2020 10:21
financialounge -  FMI immobili

Nella lunga analisi del Fondo monetario internazionale sull’economia italiana c’è un passaggio che ha avuto poco risalto, ma potrebbe avere un impatto molto importante sulle tasche degli italiani. Parlando dei conti pubblici, l’Fmi invita l’Italia a proseguire nella lotta all’evasione fiscale e suggerisce di spostare “il peso delle tasse dal lavoro verso la proprietà immobiliare, prima casa compresa, e sui consumi”.

PIÙ TASSE SUGLI IMMOBILI


In sintesi, quindi, l’Fmi indica una direzione precisa al governo: meno carico fiscale sul lavoro e imposte maggiori sulle case. Per gli italiani, notoriamente più propensi all’acquisto di case anche come bene di investimento, potrebbe arrivare un duro colpo con possibili aumenti di Imu e Tasi anche per le abitazioni principali. A patto, ovviamente, che il governo segua la strada indicata dal Fondo monetario internazionale che fa notare come le tasse sul lavoro, il cosiddetto “cuneo fiscale”, nel nostro Paese sia al 48% rispetto alla media dell’Unione europea del 42%. In pratica, in Italia quasi la metà dello stipendio pagato al lavoratore finisce allo Stato.

RIVEDERE IL REDDITO DI CITTADINANZA


Oltre al passaggio sulle tasse, l’Fmi ha criticato il Reddito di cittadinanza perché “il beneficio è ben al di sopra dei parametri di riferimento internazionali” e “diminuisce troppo rapidamente a seconda delle dimensioni della famiglia”. L’invito dell’Fmi, quindi, è di adattare il Reddito di cittadinanza alle migliori pratiche internazionali per evitare che diventi un disincentivo al lavoro o, al peggio, possa creare “condizioni di dipendenza assistenzialistica”.

AMPLIARE LA BASE DEI CONTRIBUENTI


Gli sforzi del governo per ridurre il cuneo fiscale, si legge nell’Article IV (dal nome del rapporto del Fondo monetario internazionale”), sono ancora modesti. L’invito è a osare di più con i tagli, allo scopo di recuperare i mancati introiti delle tasse attraverso un ampliamento della base dei contribuenti. In altre parole, suggerisce l’Fmi, meglio più persone che pagano meno tasse piuttosto che meno persone che pagano tasse elevate. Inoltre, per compensare il taglio delle tasse l’altra leva su cui agire è la lotta all’evasione fiscale.

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LA STRETTA SUGLI AFFITTI


Ma al netto delle considerazioni di carattere generale sull’economia italiana, la cui crescita è vista in leggero aumento, pur essendo comunque la più bassa dell’Unione europea, a preoccupare i cittadini è l’eventuale aumento delle tasse sulle proprietà immobiliari, comprese le prime case. Una stretta che potrebbe arrivare dopo l’ipotesi, contenuta in un emendamento del Pd al Milleproroghe, di obbligo di partita Iva e licenza per chi affitta case, anche per brevi periodi. Insomma, non un futuro roseo per i proprietari di immobili.
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