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Fiat - Il giorno storico

30 Gennaio 2014 14:00
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Il 29 Gennaio 2014 è e sarà ricordato come una data storica per il più importante gruppo automobilistico italiano: nasce FCA - Fiat Chrysler Automobiles. John Elkan, preseidente della Fiat, ha definito la nascita di Fiat Chrysler Automobiles come “l’inizio di un nuovo capitolo della nostra storia, che permetterà di affrontare il futuro con rinnovata motivazione ed energia”.

Marchionne, amministratore delegato del gruppo, rincara la dose definendo quella di oggi come una delle giornate più importanti della sua carriera, frutto di un sogno di integrazione industriale e culturale a livello mondiale. Il premier Letta ha poi dichiarato che Fiat ha completamente cambiato i confini e gli orizzonti ai quali eravamo abituati e che adesso il gruppo è un attore globale.Ma al di là delle dichiarazioni e del nuovo nome, in cosa e come cambierà la Fiat?

Intanto la sede legale. Come già ampiamento spifferato, la sede legale del nuovo gruppo sarà in Olanda. Una scelta strategica importante, soprattutto per la famiglia Agnelli. La legislazione olandese infatti permette ai soci che detengono la maggior parte delle quote di una società di avere più peso nel voto assembleare. Tradotto significa che con il meno del 30% gli Agnelli potranno controllare la società. Altro punto importante è l’annuncio della sede fiscale a Londra. Nella piazza londinese vengono infatti concessi maggiori vantaggi ha chi matura dividendi all’estero.

Il Lingotto ha inoltre precisato che “la scelta non avrà effetti sull’imposizione fiscale cui continueranno ad essere soggette le società del gruppo nei vari Paesi in svolgeranno le loro attività”.

Infine la quotazione. La piazza scelta primaria è quella di Wall Street, mentre a Milano rimarrà la sola quotazione secondaria del gruppo. Il consiglio Fiat ha inoltre accettato la proposta per cui gli azionisti Fiat riceveranno un’azione FCA di nuova emissione per ogni azione posseduta. Intanto i timori sull’occupazione sono stati sciolti da un comunicato, in cui si dichiara che non ci sarà alcun impatto sui livelli occupazionali nel nostro paese e che gli impianti produttivi presenti in Italia, come nel resto del mondo, proseguiranno nelle loro attività. Mentre c’è attesa per l’inizio di maggio 2014, quando verrà presentato un piano strategico di lungo termine, c’è anche delusione per i risultati della trimestrale presentati proprio ieri.

Quello che emerge è che le due realtà del gruppo, Fiat e Chrysler, viaggino su due binari completamente differenti. Almeno fino ad oggi. Entrando nel dettaglio emerge una situazione per Fiat sotto le aspettative degli analisti. A tal proposito il Lingotto ha comunicato per il quarto trimestre un’utile della gestione ordinaria in crescita del +5%, rispetto all’anno prima, e ricavi in aumento del +10%. Per l’esercizio 2013 il gruppo ha segnato ricavi positivi con +3%, ma un’utile della gestione ordinaria in calo del -4%. Per quanto riguarda l’utile netto del 2013 è stato pari a 943 milioni (rispetto agli 1,14 miliardi del 2012).

Scendendo maggiormente nel dettaglio si evidenzia poi che l’utile in realtà è una perdita se si considera la sola Fiat, escludendo così dall’analisi Chrysler, che risulta in calo di 124 milioni sul 2012. Lo stesso andamento differenziato lo si evince dal flusso di cassa, positivo grazie alla liquidità generata da Chrysler, mentre al contrario Fiat ha assorbito cassa per 1,6 miliardi. Migliori invece i risultati presentati da Chrysler, che ha chiuso il 2013 con un utile netto di 2,8 miliardi di dollari (nel 2012 era stato pari a 1,7 miliardi). Bene anche i ricavi netti, in crescita del +10% rispetto all’anno precedente e +24% nel quarto trimestre.

In questo scenario Toyota ha presentato proprio qualche giorno fa i numeri da record conquistati nel 2013: oltre 10 milioni di veicoli prodotti (compresi i marchi Daihatsu e Hino), corrispondente ad un +2,1%. Le vendite globali sono arrivate a 9,98 milioni di unità, con un aumento del +2,4%. Le vendite più importanti si sono concentrate all’estero più che in patria. In Giappone Toyota ha perso il 4,8%, mentre fuori dai confini nazionali ha guadagnato un +4,8%. Anche sul fronte green l’azienda è da record: il totale dei veicoli ibridi venduti ha superato le 6 milioni di unità, con una riduzione di emissioni di Co2 pari ad oltre 40 milioni di tonnellate.

Ma a preoccupare la nuova FCA non sono solo i numeri da record della Toyota. Takeshi Uchiyamada, presidente del consiglio d'amministrazione, ha infatti dichiarato che l’anno prossimo il gruppo presenterà al mercato la prima berlina con motore elettrico alimentato a celle di combustibile ad idrogeno. E proprio su questo tema Uchiyamada lancia un ponte di dialogo con il nuovo gruppo Italo/americano, dichiarando la propria apertura a possibili sinergie e commentando che Toyota sarebbe pronta a vendere le proprie tecnologie ibride al gruppo.

Infine la trimestrale dell’altro grande competitor della nuova FCA, la Ford. Il gruppo ha archiviato il quarto trimestre con una crescita dei profitti, che sono saliti da 1,6 miliardi dell’anno precedente ai 3,04 attuali. I ricavi anch’essi in crescita, sono passati dai 36,3 miliardi ai 37,6. Ma oltre i numeri e le analisi, oltre le trimestrali e i competitor, quello che rimane è una sensazione di leggera delusione.

Perché forse poco importa che saranno mantenuti gli impianti produttivi italiani, quando per esempio quello di Torino è in parte non utilizzato. Quella sensazione di delusione è data dalla consapevolezza che un gruppo che ha fatto la storia culturale e produttiva del nostro paese, ora decida di guardare altrove, verso nuovi scenari mondiali, dimenticandosi forse di quanto questo paese abbia dato alla Fiat.
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