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Famiglie USA “pazze” per le azioni. Ma per Wall Street non è una bella notizia

Dal 1952 a oggi la quota azionaria della attività finanziarie delle famiglie americane è stata altamente predittiva del rendimento di Wall Street nei successivi 10 anni.

5 Luglio 2018 09:52

Pensate che i 1.360 miliardi di euro che le famiglie italiane detenevano in portafoglio alla fine dello scorso anno in contanti, depositi postali e conti correnti fossero eccessivi? Allora cosa dire degli oltre tremila miliardi di dollari di liquidità della attività delle famiglie americane? Insomma, con le dovute proporzioni, ogni mondo è paese. In realtà, però, osservando la ripartizione delle attività finanziarie delle famiglie americane emerge un indicatore predittivo contrarian a lungo termine dell’andamento di Wall Street: la percentuale di azioni in portafoglio.

RELAZIONE INVERSA CON L’ANDAMENTO DI WALL STREET


In pratica, tanto più la quota investita in azioni dalla famiglie americane si colloca al di sopra della media di lungo termine, meno sarà il rendimento dell’indice S&P500 nei successivi 10 anni e viceversa. Ebbene, la quota di attività finanziarie delle famiglie statunitensi attualmente investite in titoli azionari americani è già vicina al massimo storico: pertanto, è molto più probabile che scenda nei prossimi anni piuttosto che rimanga a questo alto livello e, tanto meno, potra salire più in alto.

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TENDENZA A MUOVERSI VERSO LA MEDIA


Questo perché la quota azionaria delle attività finanziarie totali delle famiglie americane mostra una forte tendenza a ritornare verso la media: in altre parole, ogni volta che sale al di sopra della media, tende a diminuire e viceversa. Non subito, ma sicuramente nel decennio successivo. Ma dove si trova attualmente tale quota azionaria?

AZIONI AL 41%


Secondo Ned Davis Research, alla fine del primo trimestre 2018 era al 41%: una percentuale che si confronta con la media storica che, dal 1952, si posiziona al 28,4%. Da segnalare che c'è stata solo un'altra occasione dal 1952 in cui questa allocazione era più alta di oggi: al vertice della bolla di internet, quando è salita al 47,6%. Al contrario, ogni altro importante rialzo del mercato azionario degli ultimi 70 anni si è verificato quando l'allocazione azionaria delle famiglie era inferiore al livello attuale. Alla fine del mercato azionario del 2007, ad esempio, l'allocazione ha raggiunto il picco del 37,5%.

GLI INDICATORI PIU’ PREDITTIVI


A questo proposito, dal punto di vista degli investitori, è particolarmente interessante quanto ha calcolato Philosophical Economics, sito di pensieri filosofici su macroeconomia, scienza comportamentale, evoluzione, teoria dei giochi, pragmatismo e sviluppo della finanza personale. Gli esperti del sito hanno determinato che dal 1952 il rapporto prezzo/utili (p/e) correnti è predittivo del rendimento realizzabile nei prossimi 10 anni a Wall Street per il 50%. Per esempio, attualmente il rapporto p/e di Wall Street è di 19,8: il suo reciproco pari al 5,05% (1 diviso 19,8 = 5,05%) fornisce una indicazione di quanto potrà essere il rendimento medio annuo di Wall Street nei prossimi 10 anni.

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PREVISIONI AZZECCATE AL 91%


Una indicazione che, dal 1952 è accurata nel 50% dei casi. Ancora più accurata (66% di attendibilità statistica) è il rapporto p/e di Shiller (basato sul CAPE, ovvero gli utili aggiustati per il ciclo economico). Il rapporto tra capitalizzazione di Borsa e PIL, invece, risulta predittivo per il 76% dei casi. Ma la vera notizia è che l'allocazione in azioni delle famiglie USA è predittiva per il 91% delle situazioni. In pratica, chi investe oggi a Wall Street farebbe bene ad aspettarsi rendimenti medi annui per i prossimi 10 anni molto più bassi degli ultimi 10 che, per la cronaca, si sono attestati ad un +6,8% su base annua.
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