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Etf non-trasparent, il fenomeno della strategia di investimento nascosta

Cresce l’elenco dei prodotti passivi ‘non-trasparent’: la Securities and Exchange Commission (SEC) ha approvato il lancio di sei ETF che non rivelano le loro partecipazioni su base giornaliera

di Redazione 27 Novembre 2019 19:30
financialounge -  ETF investimento non-trasparent risparmio SEC #

Gli ETF rappresentano una delle storie di maggior successo commerciale degli ultimi decenni in ambito finanziario. Un prodotto semplice, con costi ridotti e con la massima trasparenza: può essere negoziato in Borsa come una comune azione e rende disponibile ogni giorno la composizione esatta del proprio portafoglio. Ma qualcosa sta cambiando: lo scorso 14 novembre la SEC (Securities and Exchange Commission), l’omologa statunitense della nostra Consob, ha approvato il lancio di sei ETF che non rivelano le loro partecipazioni su base giornaliera.

ETF NON TRASPARENT


Questi fondi passivi negoziati in Borsa, che vengono definiti "non trasparent", sono un nuovo veicolo di investimento che consente ai gestori patrimoniali attivi di sfruttare i vantaggi della struttura dell'ETF, inclusi scambi più liquidi e vantaggi fiscali, mantenendo nascosta la loro strategia di investimento.

A GIUGNO IL PRIMO OK DALLA SEC


Il primo ETF ‘non-trasparent’ è stato approvato dalla SEC nello scorso mese di giugno. E sembra aver inaugurato la nuova frontiera per i fondi passivi negoziati in Borsa. A differenza della maggior parte degli ETF costruiti in modo tradizionale, che rivelano ogni giorno le loro partecipazioni in portafoglio, questa struttura - creata da Precidian Investments con gli ETF Activeshares - consente ai gestori di fondi di mantenere riservate le loro partecipazioni.

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NUOVE OPPORTUNITA’ ANCHE PER LE SOCIETA’ DI GESTIONE ATTIVE


Gli asset manager a gestione attiva stanno già fiutando l’affare. American Century e Gabelli Funds hanno già depositato le proprie versioni di questo ETF mentre BlackRock, Nuveen e Nationwide sono tra i licenziatari di Precidian. Finora, molti grandi marchi dell’asset magament hanno preferito restare fuori dall’arena degli ETF preoccupati per il ‘rischio di essere copiati dai concorrenti’: l’obbligo di rivelare giorno per giorno le partecipazioni in portafoglio invece che trimestralmente come richiedono le normative americane per i fondi comuni, lo sconsigliava.

GLI INVESTITORI PREFERISCONO SEMPRE DI PIU’ GLI ETF


Nel frattempo, però, gli investitori hanno continuato a preferire gli ETF. Alla fine di agosto, in base ai dati del Morningstar Direct, gli ETF a gestione passiva vantavano circa 3.900 miliardi di attività mentre gli ETF attivi ( smart Beta) detenevano asset per solo 84,8 miliardi. Nei fondi comuni di investimento, invece ,a fronte di quasi 11.500 miliardi di patrimonio con strategie gestite attivamente, quelli con strategie passive si fermavano a 3.800 miliardi. Numeri che spiegano perché l’avvento degli ETF non-trasparent sia visto con grande interesse da molte - se non tutte - le società di gestione attive.
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