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Dierk Brandenburg

Elezioni USA, ecco le prime riflessioni degli asset manager

Gli asset manager internazionali hanno cominciato ad analizzare l’esito del voto delle elezioni USA riscontrando spunti interessanti per le scelte di portafoglio.

10 Novembre 2016 09:24
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Al di là della prevedibile reazione iniziale, il risultato elettorale statunitense non rappresenta una cattiva notizia su tutti i fronti per gli investimenti statunitensi. Lo sottolinea Dierk Brandenburg, Analista Senior del Debito Governativo - Reddito fisso di Fidelity International, secondo il quale Trump propende per la riduzione della tassazione sulle famiglie e sulle imprese: una promessa elettorale che, qualora venisse attuata, dovrebbe andare a vantaggio delle imprese statunitensi. La Federal Reserve, alla luce della volatilità dei mercati e della crescente incertezza, potrebbe congelare l’aumento dei tassi previsto per dicembre mentre per il 2017 si dovrà mettere in conto un approccio più aggressivo del FOMC (l’organo della Fed che si occupa di tassi di interesse) per contrastare la forte dose di stimoli fiscali che dovrebbero essere erogati dalla nuova amministrazione: tradotto in pratica, per i Treasury statunitensi potrebbero configurarsi pressioni con il conseguente irripidimento della curva dei tassi.

Anche Monica Defend, Head of Global Asset Allocation Research di Pioneer Investments, affronta le prospettive della curva dei tassi USA nella sua analisi preliminare del voto americano. La strategist ricorda come la dinamica della curva dei rendimenti, che è stata dominata nelle scorse settimane dall’aspettativa di un aumento dei tassi da parte della Fed nella riunione di dicembre e dalle discussioni sulla possibile reflazione dell’economia, possa essere influenzata, nel breve termine, da un possibile posticipo della decisione di rialzo dei tassi nel caso in cui i mercati azionari dovessero reagire in maniera disordinata e scomposta: un contesto nel quale i Treasury potrebbero beneficiare del loro status di bene rifugio. In generale, Monifa Defend si aspetta comunque una maggiore volatilità dei tassi d’interesse.

“Nell’area dei Paesi Emergenti, ci aspettiamo che i Paesi esportatori (in particolare Messico, Cina ed i paesi asiatici) possano subire un netto declino sia sui mercati obbligazionari che azionari” puntualizza la strategist che, al contrario, intravede una possibile ricaduta positiva per i titoli russi, grazie ad una relazione potenzialmente migliore con Putin. Più in generale, Monica Defend ipotizza una stabilizzazione degli spread (extra rendimento rispetto ai titoli di stato USA) dell’indice obbligazionario dei Paesi Emergenti (EMBI) ad un livello superiore a quelli attuali di circa 50-75 punti base (ovvero tra +0,5% e +0,75%). In parallelo, i mercati high yield potrebbero registrare performance inferiori alle emissioni investment grade, rendendo ancora più importante la gestione attiva e flessibile dei processi di selezione degli emittenti per gestire la fase di volatilità.

Intanto Vontobel Asset Management mantiene una posizione neutrale sui mercati azionari dopo aver preso profitto da alcune posizioni in plusvalenza maturate durante l'estate. L’esposizione in portafoglio nelle attività dei mercati emergenti potrebbero soffrire una certa pressione nelle prossime settimane mentre la posizione in oro dovrebbe fornire qualche supporto.

“Abbiamo una posizione sostanzialmente neutrale rispetto al dollaro Usa e manteniamo una esposizione attiva verso i titoli del Tesoro protetti dall'inflazione. Logicamente, a seconda della tempistica, saremmo inclini a ridurre l'esposizione alle emergenti attivi anche se consigliano di non cedere a portafoglio attivismo, che dimostra di solito dannoso per le prestazioni” fanno sapere da Vontobel AM i cui esperti, in ogni caso esamineranno le conseguenze a lungo termine della vittoria Trump sul posizionamento strategico del portafoglio mentre seguiranno con attenzione gli sviluppi a breve termine tenendo conto che movimentare freneticamente il portafoglio si dimostra di solito dannoso alle performance di lungo periodo.
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