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Azad Zangana

Elezioni UK, sterlina sotto tiro sui mercati

Come un anno fa dopo la Brexit, è stata la sterlina inglese l’asset britannico che ha pagato l’esito delle elezioni di ieri nel Regno Unito: ecco i commenti dei gestori.

9 Giugno 2017 12:11
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L’esito delle votazioni di ieri nel Regno Unito ha consegnato un parlamento inglese molto frammentato e senza una maggioranza chiara. A pagarne subito le conseguenze è stata la sterlina che ha lasciato stanotte sul terreno circa due punti percentuali rispetto al dollaro Usd e all’euro.

“La reazione d’impulso della sterlina è stata negativa e potenzialmente positiva per i titoli di stato britannici data l'incertezza. Tuttavia, un movimento verso una minore austerità e potenzialmente una ridotta probabilità di una cosiddetta hard Brexit suggerisce che gli investitori dovrebbero prestare attenzione a non inseguire qualsiasi movimento iniziale negli asset del Regno Unito” commenta Mike Amey, Responsabile dei portafogli in Sterline di PIMCO ricordando come l'elettorato inglese abbia mandato un messaggio: non c’è desiderio di ulteriore austerità fiscale.

Per Azad Zangana, Senior European Economist di Schroders , in ogni caso, il calo della sterlina è stato inferiore alle attese considerando il Parlamento ‘in stallo’. “La sterlina più debole spingerà l’inflazione un po’ più al rialzo di quanto stimato in precedenza, con un lieve effetto negativo sulla spesa dei consumatori” prevede Azad Zangana secondo il quale è improbabile che la Bank of England modifichi la propria politica nel breve termine, ma offrirà rassicurazioni nel garantire di essere pronta ad agire in caso di instabilità finanziaria.

Eugene Philalithis, Gestore di FF GMAI Fund di Fidelity International dal canto suo, reputa che un parlamento privo di maggioranza potrebbe avere effetti avversi per gli asset denominati in sterline, in quanto la valuta inglese resta vulnerabile a queste incertezze. “Anche se il focus del FTSE 250 verso il mercato interno ha sostenuto la performance nel corso dell’ultimo anno, il clima di incertezza e l’inflazione costituiscono ostacoli significativi per i mesi a venire” specifica Eugene Philalithis che poi ricorda come, a tre mesi dalla richiesta di attivazione dell’articolo 50 (che di fatto ha avviato la richiesta ufficiale di rinegoziazione degli accordi con la Ue), non sia ancora del tutto chiaro chi sarà a condurre i negoziati per conto del Regno Unito e con quali obiettivi prefissati.

Infine, Richard Colwell, responsabile azionario Regno Unito di Columbia Threadneedle Investments analizza le implicazioni della divisa inglese nell’ambito azionario: “Se la pressione sulla sterlina continua e la valuta torna ai livelli bassi raggiunti di recente, i guadagni del dollaro per le multinazionali quotate a Londra aumenteranno. Ricordiamo che il mercato azionario britannico è molto meno legato all’economia domestica rispetto ai cicli precedenti”.
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