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elezioni regionali 2020

Effetto elezioni in Emilia Romagna sui mercati: spread in forte calo

Spread in pesante calo dopo la vittoria di Bonaccini in Emilia Romagna,  in discesa a 141 punti base nei pre-scambi. Invece sulla Borsa pesa l'effetto coronavirus

di Redazione 27 Gennaio 2020 08:58
financialounge -  elezioni regionali 2020 Morning News

Stefano Bonaccini viene riconfermato governatore dell’Emilia Romagna con il 51,39% delle prefe-renze e vince sulla leghista Lucia Borgonzoni, che si ferma al 43,68% (4476 sezioni scrutinate su 4520). In Calabria trionfo del centrodestra: Jole Santelli strappa la Regione alla sinistra, con il 55,73% dei voti, contro il 30,28% dello sfidante del centrosinistra, Pippo Callipo. Affluenza in net-to rialzo in Emilia-Romagna al 67,1%, quasi il doppio rispetto alle precedenti elezioni. In Calabria l’affluenza è stata più bassa (44,32%). In questa tornata elettorale si torna dunque al bipolarismo. La sfida è stata tra centrodestra e centrosinistra, con il Movimento 5Stelle che ha perso ovunque. In Emilia-Romagna, Simone Benini incassa il 3,46%, mentre Francesco Aiello in Calabria si ferma al 7,33%, non entrando neanche in consiglio regionale.

SPREAD IN FORTE CALO


Lo spread tra i Btp italiani e i Bund tedeschi apre immediatamente in calo: nei pre-scambi il diffe-renziale scende a 141 punti base, 15 in meno rispetto alla chiusura di venerdì scorso. Il rendimen-to del Btp decennale si attesta a 1,07%. Apertura in negativo per Piazza Affari, penalizzata dall'effetto coronavirus che ha tirato giù anche le Borse asiatiche. Milano apre in area -0,70%, meglio comunque rispetto alle altre piazze europee, anche se nel pomeriggio si allinea alle altre con una perdita superiore al 2%.

GLI ASSET ITALIANI CONTINUANO A PAGARE UN PREMIO DI RISCHIO ELEVATO. IL RITARDO DELLA BORSA


Al di là della reazione immediata dei mercati, con il BTP che sembra tirare un contenuto sospiro di sollievo perché legge una tenuta del governo, e allungando lo sguardo alle prospettive di medio termine, gli asset italiani dovrebbero continuare a pagare un premio per il ri-schio più elevato rispetto agli altri partner europei, soprattutto in termini di spread di rendimento del BTP, ma anche sul versante delle azioni. Queste ultime infatti sono reduci da un ottimo 2019, ma con Piazza Affari ancora molto indietro rispetto agli altri listini dei paesi sviluppati se si pren-dono come riferimento i livelli pre-crisi del 2008-2009 e anche se non soprattutto rispetto a quelli toccati tra fine 1999 e inizio 2000, prima dell’esplosione della bolla di Internet e della New Eco-nomy. La Borsa di Milano paga sicuramente il lunghissimo ristagno produttivo dell’economia che dura ormai con alti e bassi da oltre 10 anni, solo in parte compensato dalla tenuta delle esporta-zioni che hanno premiato soprattutto il Made in Italy.

LO SPREAD NEGLI ULTIMI ANNI E’ SCHIZZATO QUANDO SI E’ INSINUATO IL DUBBIO SULL’EURO


Per quanto riguarda il debito, lo spread resta contenuto rispetto ai livelli di guardia in area 250-300 punti toccato a più riprese dalle elezioni politiche del 2018 sempre in coincidenza con episodi che poco hanno avuto a che fare con la sostenibilità del debito italiano e molto con il timore che l’Italia potrebbe invece cercare di non onorarlo in tutto o in parte oscillando pericolo-samente verso posizioni euroscettiche, come ai tempi della bozza con il ‘piano B’ di maggio 2018, dopo con il caso dei mini-Bot e poi con le polemiche sulla riforma del Fondo Salva-Stati. Il pro-blema è che la tentazione di utilizzare l’appartenenza all’euro come clava nei confronti dell’avversario politico interno si annida in diverse parti dello schieramento politico, soprattutto a centro destra, e che quando emerge ha l’unico effetto di mandare in fibrillazione gli investitori.

DAL PUNTO DI VISTA TECNICO IL TEMA DELLA SOSTENIBILITA’ DEL DEBITO ITALIANO NON ESISTE


A subire in Borsa i danni collaterali di queste sbandate sono naturalmente le banche, per le importanti quantità di BTP che hanno in portafoglio, ma anche per l’impatto che ha lo spread sul costo della raccolta sul mercato dei capitali. Un problema che in misura minore investe anche le utility, per natura sensibili al costo del debito. Il bello è che dal punto di vista tecnico il proble-ma della sostenibilità del debito italiano semplicemente non esiste. Lo Stato italiano da decenni è quasi costantemente in avanzo primario, la scorsa estate la Francia ha sorpassato l’Italia per di-mensione del debito (non nel rapporto con il PIL perché è più grande e cresce di più), oltretutto con una dinamica molto meno sotto controllo. Eppure lo spread francese viaggia a una trentina di punti base. Il fatto è che neanche i più esagitati oppositori della riforma delle pensioni di Macron si sognano di accusare l’Europa di imporre al presidente francese i tagli che affamano il popolo. Il problema resta tra francesi e gli investitori continuano a comprare gli OAT.

POSIZIONAMENTO OPPORTUNISTICO SUI BTP, RENDONO BENE E OFFRONO ANCHE CAPI-TAL GAIN


Ovviamente investitori e speculatori da questa situazione traggono anche vantaggi. Comprano opportunisticamente BTP perché sono il debito denominato in euro che rende più di tutti, e quando le sbandate euroscettiche li fanno scendere bruscamente magari ne approfittano per entrare sui minimi e portare a casa, in aggiunta alla cedola, un importante guadagno in conto capitale. Il tutto è condito dalla confusione politica italiana e dalla scarsa capacità di gestione di crisi importanti, da Ilva a Alitalia fino al caso delle concessioni autostradali. Ora si aggiunge un quadro politico complicato, con la maggioranza di governo che sembra rafforzata dal voto regio-nale ma che viene colpita duramente nella componente più numerosa in Parlamento, il M5S. L’àncora europea resta sempre molto importante.
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