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Andrea Martella

In edicola andremo anche per certificati anagrafici o per prenotare visite mediche

L’idea del governo è rilanciare il settore con il piano Editoria 5.0. Il sottosegretario Andrea Martella: “Le edicole sono un presidio fondamentale per la tenuta democratica del nostro Paese”

di Fabrizio Arnhold 6 Aprile 2020 12:11

Un piano per rilanciare l’editoria. Lo spiega Andrea Martella, sottosegretario con delega all’Editoria, in un’intervista a Repubblica: “Andando in edicola si potrà anche avere un certificato dell’anagrafe o fare una prenotazione medica”. Il coronavirus, quindi, cambierà anzi rilancerà le edicole, nell’ambito del progetto di riforma Editoria 5.0, che nei piani del governo dovrebbero diventare “un hub di servizi delle Asl e dei Comuni”. 

LE EDICOLE PRESIDIO DEMOCRATICO


In tutti i decreti emanati dal governo per l’emergenza coronavirus, le edicole sono sempre rimaste aperte. Il sottosegretario Martella le considera “un presidio fondamentale per la tenuta democratica del nostro Paese perché, dal momento che vendono la totalità dei prodotti editoriali, garantiscono il pluralismo”. Il credito di imposta per le attività che sono rimaste aperte è stato raddoppiato, estendendolo per “la consegna a domicilio di giornali, al canone d’affitto, alle imposte locali e alle spese di connessione”. 

MISURA STRUTTURALE


Gli edicolanti, pesantemente colpiti dalla crisi dell’editoria di questi anni, chiedono che il credito di imposta diventi una misura stabile di bilancio. Il sottosegretario Martella conta “di metterla a regime già dalla prossima legge di Bilancio, tenendo conto delle esigenze che emergeranno”. E precisando che il credito di imposta è stato esteso “ai distributori che portano i giornali anche nei Comuni più piccoli, fino a 5mila abitanti”.

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L’ACCORDO CON LE POSTE


“Stiamo per chiudere un accordo con le Poste per ridurre al minimo per i giornalai le commissioni per i pagamenti digitali”, spiega nell’intervista il sottosegretario all’Editoria. “E lavoreremo per costruire le condizioni per la revisione dell’attuale aggio”, ossia la quota del prezzo di copertina che i giornalai trattengono sulla vendita dei prodotti editoriali, con l’intento di intervenire “in direzione più favorevole agli edicolanti” e tenendo conto delle necessità e dei bisogni dell’intera filiera dell’editoria.
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