Discreta domanda nell'asta dei Btp

La settimana delle aste del Tesoro italiano è finita in sostanziale parità. Nel senso che, se quella di oggi doveva essere la vera prova del fuoco alla luce delle tensioni internazionali e di quelle politiche interne, si può affermare che i titoli sono stati collocati a tassi più o meno in linea con quelli dell’asta di luglio. Gli investitori, infatti, non si sono fatti né influenzare troppo dalle vicende siriane ma non hanno nemmeno brindato all’accordo governativo sull’Imu.

In tutti i casi, il Tesoro stamani ha collocato 6 miliardi di Btp, 3,5 dei quali del nuovo buono quinquennale e i restanti 2,5 relativi al Btp scadenza 2023. Per quanto riguarda i rendimenti, quello del Btp quinquennale è stato fissato al 3,38% (il lieve rialzo rispetto al 3,22% dell’asta precedente), mentre quello del Btp decennale è rimasto invariato al 4,46%. Il bid-to-cover, il rapporto tra domanda e offerta, è sceso sul titolo scadenza 2018 a 1,22 ( da 1,36), mentre sul decennale è salito a 1,52 (da 1,32).

Si tratta di rendimenti che vengono ritenuti interessanti in ottica di rischio / rendimento da molte case d’investimento anche di matrice estera che, tuttavia, suggeriscono ai risparmiatori italiani una diversificazione del portafoglio a reddito fisso al fine di evitare una eccessiva concentrazione dei rischi.