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Dopo il flop DB-Commerzbank, strada in salita per le fusioni bancarie in Europa

Al termine di sei settimane di negoziati, i due colossi bancari tedeschi dicono no al matrimonio. E si riaprono i giochi per le possibili aggregazioni

di Chiara Merico 26 Aprile 2019 11:43

Doccia fredda per gli investitori che si preparavano a scommettere su un risiko bancario europeo sull'onda della fusione dell’anno, quella tra i due big tedeschi del settore, Deutsche Bank e Commerzbank. E invece questo matrimonio non s’ha da fare: dopo sei settimane di trattative i due istituti sono giunti a questa conclusione, e ora la strada per la nascita di nuovi grandi istituti in Europa si prospetta in salita. Se infatti non si è riusciti a portare a termine una fusione tra due banche dello stesso Paese, appare ancora più improbabile l’eventualità di aggregazioni tra istituti bancari di Paesi diversi, posto anche che l’unione bancaria non è ancora stata realizzata.

STOP ALLA NASCITA DELLA SECONDA BANCA EUROPEA


La fusione avrebbe portato alla nascita della seconda banca più grande nell'Eurozona (la prima sarebbe rimasta la francese Bnp Paribas), con asset per 1.900 miliardi di euro, 845 miliardi di euro di depositi, oltre 2.500 filiali e 141mila addetti. Ma tutto è rimasto sulla carta. L’operazione, secondo quanto si è appreso, non porterebbe benefici sufficienti a controbilanciare i rischi di esecuzione, i costi di ristrutturazione e le necessità di capitale legati a una fusione di tali dimensioni.

IL NO DEGLI AZIONISTI


L’ostacolo maggiore sarebbe stata proprio la necessità di un’iniezione di nuovi capitali per 10 miliardi di euro, ipotesi respinta da alcuni importanti azionisti. E se il ceo di Deutsche Bank, Christian Sewing, ha parlato di una "opportunità storica" che è sfumata per “la resistenza di clienti, dipendenti e di alcuni azionisti”, il numero uno di Commerzbank, Martin Zielke, è sembrato sollevato: "Dopo anni di rumor su una fusione, c'è finalmente una decisione. Prendiamo nota di questo atto di chiarezza e guardiamo avanti”. Divergente anche l’andamento dei titoli, con DB che cede circa il 3%, mentre Commerzbank guadagna quasi il 2%.

Mercati finanziari pronti a una mini correzione


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IPOTESI FUSIONE PER LA DIVISIONE ASSET MANAGEMENT


E le due banche tornano ora al centro del risiko. Per quanto riguarda DB, l’ipotesi principale, circolata nei giorni scorsi, riguarda la possibile partnership tra Dws, la divisione asset management, e la svizzera Ubs, che potrebbe portare alla nascita di un nuovo campione europeo del risparmio gestito, un colosso da quasi 1400 miliardi di euro di asset in gestione. La nuova realtà, secondo il Financial Times, supererebbe per dimensioni la francese Axa e la britannica Legal & General e potrebbe contendere il primato ad Amundi per diventare il più grande gestore patrimoniale europeo. Peraltro, secondo indiscrezioni, proprio Amundi, insieme ad Allianz, avrebbe espresso interesse per Dws.

UNICREDIT E GLI ALTRI PRETENDENTI PER COMMERZBANK


Nel frattempo Commerzbank potrebbe tornare nel mirino di grandi istituti esteri. Come l’italiana UniCredit, che potrebbe riproporre l’ipotesi di una fusione con la sua controllata Hypovereinsbank (Hvb), fortemente radicata nel sud della Germania: il matrimonio riguarderebbe quindi due istituti tedeschi, senza le difficoltà legate a una fusione cross-border. Nei giorni scorsi, ha rivelato sempre il Ft, si era parlato della possibilità che l’istituto di piazza Gae Aulenti presentasse un’offerta nel caso in cui fossero saltate le trattative con DB; ipotesi che UniCredit non ha voluto commentare. La banca italiana non sarebbe però l’unica interessata a Commerzbank: tra i pretendenti ci sarebbero anche Ing, Bnp Paribas e Santander.
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