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Cosa insegna il trimestre in rosso per le performance dei fondi

6 Aprile 2016 09:20
financialounge -  fondi di investimento
Le previsioni di inizio anno relative alle prospettive dei fondi comuni sono state letteralmente stravolte dagli andamenti dei mercati finanziari. Dal primo gennaio al 31 marzo scorso, a fronte di un calo dell’indice generale dei fondi comuni del -1,3%, i fondi azionari hanno perso il 7,1%, i bilanciati il 2,4%, i flessibili il 2% , i monetari area euro lo 0,1%: in controtendenza i fondi obbligazionari, gli unici a chiudere il trimestre in territorio positivo (+0,6%). Ma c’è di più. Se da un lato colpisce la discrepanza tra le previsioni di inizio anno che attribuivano alle azioni un vantaggio relativo rispetto alle obbligazioni, ancora più evidente è la divergenza tra l’andamento di alcune sotto categorie rispetto alle medie.

Per esempio, i fondi specializzati sui mercati emergenti, sia quelli azionari (+0,1%) che quelli obbligazionari (+3,1%) hanno registrato performance nettamente superiori a quelle medie dei rispettivi indici di categoria. Allo stesso modo, i fondi obbligazionari area dollaro (che all’inizio dell’anno erano dati per favoriti grazie alla divergenza delle politiche economiche tra la Fed, rialzista sui tassi, e la BCE, orientata all’espansione monetaria) hanno accusato una perdita media del -3,8 per cento.

Alla luce di quanto accaduto, ci si chiede se sia giusto seguire le indicazioni degli esperti in tema di previsioni. La risposta è semplice: dipende. Dipende se tale consiglio viene adottato in chiave tattiche (di breve periodo e per un parte limitata del portafoglio) o in ottica strategica (di lungo termine e per la parte maggioritaria del portafoglio). Nel primo caso, può essere interessante ascoltare le previsioni degli esperti: qualche volta possono sbagliare ma di solito qualche beneficio comunque lo garantiscono. Se invece stiamo parlando di investimenti a medio e lungo termine allora serve un portafoglio che, a prescindere dall’andamento dei mercati, sia in grado di coniugare il giusto mix tra rendimento atteso e grado di accettazione del rischio. Una soluzione che può essere agevolata dal ricorso alle competenze di un consulente di fiducia che segua il risparmiatore sia prima dell’investimento (per disegnare l’abito finanziario su misura) e sia, soprattutto, nel tempo (per adeguare l’abito alle diverse esigenze della famiglia nel corso degli anni).
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