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Goldman Sachs: il coronavirus allontana la ripresa dei mercati emergenti

Goldman Sachs rivede le stime del 2020 per l’area emergente: dopo la diffusione del virus l’impatto non sarà limitato alla Cina, ma modifica le prospettive del 2020. Il rischio di un arretramento prolungato

di Virgilio Chelli 6 Marzo 2020 21:00

Nel giro di un paio di mesi la visione dell’universo dei mercati emergenti rilevata dall’osservatorio globale di Goldman Sachs è profondamente mutata, causa l’irruzione sullo scenario economico globale del ‘cigno nero’ del coronavirus. Solo a dicembre, infatti, la grande casa d’investimento americana proponeva per il 2020 una visione di “ripresa economica selettiva” per il mondo dei mercati emergenti, sottolineando l’allentamento delle tensioni sul fronte della guerra dei dazi, condizioni finanziarie favorevoli e segnali di recupero dell’attività industriale globale. Fino alle prime settimane del nuovo anno, tutte previsioni che sembravano sostanzialmente sulla strada della concretizzazione, supportate dai dati provenienti dal fronte delle economie reali.

UNO SCENARIO PROFONDAMENTE MODIFICATO RISPETTO A QUELLO CHE SI DELINEAVA


Chiaramente, l’irruzione in Cina del nuovo coronavirus, che poi si è propagato in molte altre regioni infettando quasi centomila persone a livello globale, ha cambiato tutto. Certamente ha cambiato tutto in Asia, e molto probabilmente in tutto l’universo planetario dei mercati emergenti. E infatti Goldman Sachs aggiorna la sua visione e sottolinea che le prospettive economiche del 2020 dipendono ora dall’impatto della diffusione del virus e dalla risposta che verrà data alla crisi. In particolare, secondo Goldman Sachs andranno monitorati con grande attenzione l’impatto e la risposta politica in Cina, i canali di contagio sia diretti che indiretti agli altri mercati emergenti, le implicazioni per i mercati finanziari, cercando di mettere a fuoco le incertezze-chiave per l’outlook del resto dell’anno.

DALLA CINA L’IMPATTO DEL VIRUS ANDRÀ A RALLENTARE TUTTA L’AREA EMERGENTE


Lo scenario di crescita è stato sostanzialmente ribaltato dal coronavirus, il cui impatto per ora sembra aver soffocato una nascente ripresa delle economie emergenti. Goldman Sachs sottolinea che l’attività economica cinese ha registrato a febbraio una violenta caduta proprio per le strette misure di controllo messe in atto dalle autorità e per l’avversione al rischio di famiglie e consumatori. E dalla Cina l’impatto negativo del virus andrà a rallentare la crescita in tutta l’area emergente. Il che ha indotto Goldman Sachs a rivedere le stime di crescita di tutta l’Area e mentre si sta profilando lo spettro di una frenata economica più prolungata.

ANCORA POSSIBILE UN RIMBALZO DELLE ECONOMIE EMERGENTI NELLA SECONDA METÀ DEL 2020


Per la grande casa americana l’incertezza più importante da monitorare riguarda la durata e la vastità della diffusione del virus. Goldman Sachs ritiene ancora possibile un rimbalzo delle economie emergenti nella seconda metà del 2020, ma avverte che dipenderà da una rapida messa sotto controllo del virus, osservando che, storicamente, le pandemie globali si sono spesso associate con fasi di recessione. Sarà importante anche la politica monetaria. Goldman prevede che si apra un ciclo di allentamento e stimolo monetario in tutta l’area emergente nella prima metà dell’anno, con tagli importanti ai tassi di interesse in tutti i BRICS, notando che alcune economie asiatiche hanno già fatto partire misure importanti di stimolo a cui seguiranno altre.

IL NUOVO SCENARIO BASE GOLDMAN PREVEDE FORTE FRENATA MA RECESSIONE EVITATA


In ogni caso, secondo Goldman Sachs, i mercati si sono inizialmente posizionati prezzando un indebolimento temporaneo della domanda cinese, per poi passare a prezzare un evento di dimensione globale e più protratto nel tempo. Per ora, il nuovo scenario di base adottato da Goldman assume che I nuovi contagi resteranno contenuti in Cina, mentre la diffusione del virus nelle altre aree dovrebbe essere messa largamente sotto controllo per metà del secondo trimestre 2020. Questo dovrebbe consentire all’attività economica di iniziare la ripresa all’inizio dell’anno prossimo e ad evitare un esito recessivo, anche se al prezzo di una performance di crescita molto debole per le Economie Emergenti nella prima metà di quest’anno.
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