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Congresso, Xi pone la basi per il sorpasso "totale" della Cina sugli USA

Il presidente ha inaugurato il congresso del partito. Segre (GLT Foundation): “Pechino potrebbe fare meglio di Washington non solo in termini di PIL”.

18 Ottobre 2017 16:00
financialounge -  cina claudia segre USA Xi Jinping

Il presidente Xi Jinping ha aperto il diciannovesimo congresso del Partito comunista cinese. Secondo molti osservatori, la vera prova di forza si giocherà nel momento della scelta dei nuovi membri del Comitato centrale del PCC. In attesa di risolvere il “toto-nomine”, è già possibile scorgere delle precise indicazioni dal discorso di Xi. Fondamentalmente, il presidente – che cerca una scontata riconferma per i prossimi 5 anni – ha ribadito che l’economia cinese vuole continuare ad aprirsi al mondo, senza tuttavia volerne copiare i modelli politici.

Nei giorni scorsi abbiamo elencato i motivi per cui questo appuntamento cinese è fondamentale per l’economia globale e quali sfide attendono il presidente in carica. Oggi abbiamo rivolto alcune domande a Claudia Segre, presidente di Global Thinking Foundation e attenta osservatrice delle dinamiche economiche asiatiche e globali, per comprendere meglio i temi al centro della politica economica cinese.

“Dalle prime dichiarazioni dell’Uomo più potente nella storia della Cina dopo Mao – commenta Segre - ‘housing is for leaving not for speculation’ è chiaro che una delle priorità sarà sul controllo e monitoraggio del mercato immobiliare per scongiurare qualsiasi bolla . L’altra riforma cruciale attesa è quella di completamento del processo di liberalizzazione attraverso nuove misure sul mercato dei cambi e per una maggiore apertura del mercato dei capitali, senza tralasciare l’aspetto della vigilanza su entrambi i segmenti. Per l’economia reale gli investimenti sulle rinnovabili si intensificheranno, rafforzando la figura di Xi come paladino delle questioni climatiche a livello globale e come ulteriore opportunità di intensificare la rete delle relazioni commerciali sull’export da un lato e sui consumi interni dall’altro”.

Proprio il tema dell’economia interna è, da diversi anni, al centro del dibattito politico cinese: “Siamo già nella fase due del progetto di trasformazione del modello economico cinese – spiega a questo proposito Claudia Segre – una fase guidata magistralmente da Xi, complice un impegno serio e fattivo nell’attuazione dei piani quinquennali. Questi piani hanno via via ridisegnato la politica interna del Paese sul lato della dislocazione delle produzioni nelle zone economiche speciali, dell’efficientamento delle delocalizzazioni dall’estero e dell’impegno di nuove multinazionali cinesi trainate dall’applicazione del processo di digitalizzazione e della robotica ampiamente diffusi nel Paese, dall’industria al terziario”.

A questo punto la domanda cruciale, che abbiamo rivolto a Claudia Segre, è: quali saranno, per il resto del mondo, le conseguenze delle trasformazioni in atto in Cina? “Certamente è atteso un sorpasso sugli Usa nel 2025 in termini di PIL – ha spiegato la presidente di GLT Foundation - ma anche nella ricerca scientifica e sul mercato delle rinnovabili e delle commodities sulle quali già domina ampiamente. Si tratta di un traguardo alla portata della Cina, che dovrà gestire un ulteriore incremento del PIL procapite e della riforma sulla famiglia dopo l’apertura che ha suprato la politica del figlio unico . Il sorpasso del 2010 sul Giappone e la creazione di un ente multilaterale dedicato agli investimenti sino-asiatici (AIIB) che lega tutti i partner commerciali cinesi, emergenti e non, è stato un primo passo verso obiettivi che la rivoluzione Industry 4.0 e il Progetto “One Belt One Road” traineranno sino al traguardo, confermando la superiorità cinese rispetto al caos politico e sociale USA, che si avvia alla possibile prima sconfitta delle elezioni di medium term di un Presidente in carica”.
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