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Cambiamenti climatici, un portafoglio di investimenti per tutte le stagioni

Potrebbero bastare, almeno per iniziare, tre semplici regole per proteggere i propri investimenti sul mercato azionario dagli stravolgimenti che stanno provocando i cambiamenti climatici

21 Marzo 2019 11:00

Le condizioni del tempo sempre più estreme (uragani, inondazioni, incendi e siccità) si stanno diffondendo in tutto il mondo. Sono le conseguenze dei cosiddetti cambiamenti climatici dovuti alla eccessiva produzione di gas serra (soprattutto per la proliferazione del Co2) che riscalda il pianeta. Negli Stati Uniti, per esempio, il 2018 ha registrato il quarto più alto numero di disastri legati al clima per importi superiori ciascuno al miliardo di dollari (14) ed è stato il quarto anno più costoso (per un totale di 91 miliardi di dollari) per quel tipo di disastri, secondo il National Centers for Environmental Information, l’agenzia governativa che registra e tiene sotto osservazione il clima e i dati meteorologici degli Stati Uniti.

LIMITARE LE IMPRONTE DI CARBONIO


Anche gli investitori si stanno chiedendo sempre più spesso come possano investire i loro risparmi per contribuire a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. Ci sono diversi modi in cui chi fosse interessato al tema può limitare le impronte di carbonio nei loro risparmi, tre di questi sono piuttosto semplici e consentono di muoversi nella direzione giusta.

ANALISI DEI PORTAFOGLI DI ETF E FONDI


In primis si può prendere in considerazione un Etf, un fondo comune o un comparto di Sicav a basse emissioni di carbonio. Le società specializzate nell’analisi dei portafogli dei fondi d’investimento si stanno muovendo in questa direzione da anni. Morningstar, per esempio, ha introdotto nel 2017 una "Low Carbon Designation", una certificazione assegnata a quei portafogli che presentano bassi punteggi di rischio di carbonio e bassi livelli di esposizione ai combustibili fossili: nello scorso mese di novembre, gli analisti del provider di analisi di fondi ha stimato che negli Stati Uniti ci siano circa 100 fondi negli Stati Uniti a basse emissioni di carbonio che potrebbero sovraperformare nelle rispettive categorie e altri 64 in Europa.

Investire contrastando il cambiamento climatico è possibile


Investire contrastando il cambiamento climatico è possibile






INVESTIMENTI IMMOBILIARI


In seconda battuta, si possono analizzare più nel dettaglio i propri investimenti immobiliari. Spesso, infatti, quando si parla di cambiamenti climatici dovuti alle emissioni di carbonio si è portati a pensare in modo naturale ai combustibili fossili, ai trasporti e alla produzione industriale come ai principali responsabili delle emissioni di gas serra. In realtà un importante contributor negativo in questo ambito è proprio il settore immobiliare. Secondo una relazione del novembre 2017 dell’International Energy Agency, un'organizzazione internazionale intergovernativa fondata dopo lo shock petrolifero del 1973, "l’insieme di tutto il settore delle costruzioni rappresenta il 36% dell'uso finale dell'energia globale ed è responsabile del 39% delle emissioni di biossido di carbonio (CO2) legate all'energia”. Nareit, l’associazione che rappresenta a livello mondiale i Reit (i fondi immobiliari chiusi anglosassoni) e le società che producono beni immobiliari a reddito, ha certificato che il 72% dei Reit possiede edifici ‘verdi’ nei propri portafogli, ma che solo il 37% riferisce quali siano le emissioni di carbonio, soltanto il 33% riporta l'uso di energia, non più del 29% illustra l'uso dell'acqua e circa il 25% aggiorna i dati relativi alla gestione dei rifiuti. Controllando che tipo di informazioni siano disponibili nel proprio Reit o fondo immobiliare si può determinare se si stia o meno contribuendo a mitigare i cambiamenti climatici.

VALUTARE GLI INVESTIMENTI DIRETTI


Più in generale, e siamo alla terza mossa da adottare, è possibile valutare i propri investimenti diretti. Un numero crescente di strumenti può infatti agevolare gli investitori a misurare l'impatto ambientale dei propri investimenti in titoli azionari od obbligazionari. I provider di rating come Fitch Ratings e S&P Global Ratings hanno annunciato miglioramenti nella fornitura di dati ambientali, sociali e di governance (Esg) dopo la proliferazione dei disastri ambientali e questo sta incidendo sempre più sui rating del credito di molte società, in particolare, ma non solo, le utility. Allo stesso modo, S&P incorpora i dati Esg nei report delle valutazioni aziendali, a cominciare dalle corporation petrolifere e del gas. Oltre a petrolio e gas e alle società di servizi pubblici, siti come CSRHub e Bloomberg offrono dettagli sulla reportistica sulla sostenibilità che permettono di approfondire le conoscenze sulle pratiche ambientali delle singole società, gli obiettivi e le misurazioni delle performance in modo da poter valutare la compatibilità dell’emittente alle proprie necessità di investimento nel nuovo scenario di cambiamenti climatici.
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