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BOT e BTP i migliori alleati del risparmio gestito

13 Febbraio 2014 11:40
financialounge -  BOT BTP buoni del tesoro italia risparmi
C’è un dato, relativo all’asta dei BOT annuali di ieri, che ha sorpreso molto gli analisti di settore: il cosiddetto bid to cover. È il rapporto tra il controvalore delle richieste di sottoscrizione del Buono ordinario del Tesoro e l’ammontare offerto: ebbene a fronte di 8 miliardi di BOT a 1 anno emessi sono state contabilizzati ordini di acquisto per oltre 13 miliardi con un rapporto bid to cover pari a 1,63, molto al di sopra del già notevole 1,45 di gennaio.

A fronte di questo successo di pubblico, sembrerebbero esserci pochi margini per le altre forme di risparmio. Invece, in virtù dei tassi di interesse riconosciuti dal BOT annuale (0,676% lordo, il minimo storico, che scende addirittura allo 0,288% al netto di tasse e oneri bancari), e quelli dei BTP in discesa libera, gli operatori sono convinti che l’industria italiana del risparmio gestito ne riceva nuova linfa per attirare nuovi sottoscrittori e per incrementare gli investimenti di quelli che sono già clienti.

Per sfruttare al meglio la situazione, però, gli asset manager che operano nel nostro paese, cioè le Sgr italiane e le case d’investimento estere, devono riuscire a intercettare le reali esigenze dei risparmiatori offrendo loro soluzioni capaci di ottimizzare il profilo rischio/rendimento del portafoglio attingendo a tutte le asset class e strategie più opportune: dall’azionario Europa alle obbligazioni corporate bond e a quelle high yield, dai prodotti multi asset a quelli bilanciati flessibili, dai fondi absolute return a quelli long short equity, da quelli orientati al reddito a quelli che riconoscono una cedola periodica.
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