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Gaetano Scotto

Mafia, il boss Gaetano Scotto percepiva il reddito di cittadinanza

di Fabrizio Arnhold 20 Febbraio 2020 12:40
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Accusato di associazione mafiosa ma con il reddito di cittadinanza pagato dallo Stato. Gaetano Scotto, arrestato ieri nell’ambito dell’inchiesta coordinata dalla dda di Palermo, coinvolto nell’indagine sulla strage di Via D’Amelio, era stato scarcerato nel 2016. 

L’INCHIESTA 


L’inchiesta ha portato in cella otto mafiosi del clan dell’Arenella, guidato secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, proprio da Scotto. Durante l’interrogatorio di garanzia, davanti al gip, è stato lo stesso Scotto a dichiarare di percepire il reddito di cittadinanza. 

IL RUOLO ALL’INTERNO DI COSA NOSTRA


Gaetano Scotto, secondo gli investigatori della Dia, “subito dopo la scarcerazione aveva ripreso il controllo e il recupero del suo ruolo e della sua autorità all’interno di cosa nostra”. 

LA STRAGE DI VIA D’AMELIO


Nella strage di Via D’Amelio persero la vita il giudice Borsellino e gli uomini della sua scorta. Gaetano Scotto è indagato anche per l’omicidio dell’agente di polizia Nino Agostino e della moglie, assassinati a Villagrazia di Carini, la sera del 5 agosto 1989. L'inchiesta ha portato 8 arresti, tra cui il fratello della vedova Vito Schifani, Rosaria Costa, moglie del poliziotto che faceva parte della scorta di Giovanni Falcone e che morì nell’attentato di Capaci. 

COINVOLTO ANCHE IL FRATELLO


Nei giorni scorsi il procuratore generale, Roberto Scarpinato, ha inviato un avviso di chiusura indagine, che lascia presagire a una richiesta di rinvio a giudizio. Scotto ha sempre negato di essere un mafioso e di essere coinvolto nell’omicidio dell’agente di polizia e della moglie. A finire nell’indagine anche il fratello di Scotto, Pietro, tecnico di una società di telefonia, anche lui indagato nell’inchiesta di Via D’Amelio. 
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