Le Borse europee aprono la settimana all’insegna dell’incertezza

Le Borse europee aprono contrastate, dominate dall’incertezza. Dopo un avvio di poco sopra la parità, Milano torna in negativo (-1,45)%, Francoforte - 0,64%, Parigi -1,39% e Londra +1,34%. La Borsa di Tokyo chiude in negativo (-1,64%) l’inizio di settimana, caratterizzato anche dai segni meno degli indici cinesi. Per il momento, dunque, pesa in parte anche sulle Borse del Vecchio Continente la giornata negativa dei listini asiatici, nonostante la Banca centrale cinese abbia tagliato il tasso sui reverse repo a sette giorni al 2,2%, facendo registrare la riduzione più netta in quasi cinque anni. UniCredit e Banca Generali hanno annunciato il rinvio dei dividendi, seguendo le raccomandazioni della Bce.

LE MISURE PER FRONTEGGIARE IL CORONAVIRUS

Nella giornata di oggi il dibattito sarà incentrato sulle notizie che arrivano dall’Europa, sul dibattito in corso per adottare misure che possano far fronte agli effetti del coronavirus. Gli Stati hanno bisogno di trovare i fondi necessari per dare liquidità alle imprese e alle famiglie, dopo che sul fronte monetario la Bce ha già annunciato un Qe illimitato. 

GLI USA EPICENTRO DELLA PANDEMIA

Gli Stati Uniti sono ormai il nuovo epicentro della pandemia, facendo registrare il maggior numero di contagi a livello mondiale, ma con un sistema sanitario profondamente diverso rispetto a quello della maggior parte dei Paesi europei. I future di Wall Street, in attesa dell’apertura dalle contrattazioni, sono di poco sotto la parità. 

PETROLIO SU NUOVI MINIMI

Continua il crollo del prezzo del greggio, con il Brent che ha toccato nuovi minimi da 2002, con le quotazioni che perdono il 4,3% a 23,85 dollari al barile. Lo spread Btp-Bund è risalito di 20 punti base, a sottolineare una certa tensione, nonostante gli acquisti della Banca centrale europea. Sul fronte obbligazionario, pesa anche il mancato accordo a livello Ue sulle misure anti pandemia da adottare. Gli Stati Uniti, la scorsa settimana, hanno varato un maxi-piano che, mettendo insieme le misure monetarie con quelle fiscali, arriva a toccare i 6mila miliardi di dollari.