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Banca Centrale Giappone

BoJ pronta a nuovo QE se l’inflazione in Giappone cala

25 Luglio 2014 15:25
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L’inflazione del Giappone ha rallentato nel mese di giugno rimettendo sotto i riflettori il compito del governatore della Banca del Giappone (BoJ, Bank Of Japan) Haruhiko Kuroda sul come affrontare il raggiungimento dell'obiettivo della banca centrale del Sol Levante.

I prezzi al consumo, al netto degli alimentari freschi, sono aumentati del 3,3 per cento rispetto all'anno precedente, dopo un aumento di 3,4 per cento in maggio, ha riferito stamani l'ufficio di statistica di Tokyo. Kuroda ha previsto che l'inflazione scenderà nel prossimi mesi prima di accelerare alla fine di quest'anno verso il 2 per cento, cioè l'obiettivo della BOJ. Tuttavia, dal momento che l'impatto della svalutazione dello yen sui prezzi dei beni e servizi importati sta svanendo, alcuni economisti ritengono che la banca centrale possa aggiungere un nuovo stimolo monetario (QE, quantitative easing) qualora i prezzi al consumo calassero al di sotto dell'1 per cento.

Tra questi Takeshi Minami, capo economista presso il Norinchukin Research Institute Co. che ha dichiarato: “Ci sono fattori in grado di ridurre la pressione al rialzo sui prezzi, sfidando la proiezione della BoJ. Le esportazioni sono deboli, la ripresa dei consumi è stata lenta e redditi reali non crescono”.

Lo yen si è rafforzato di circa il 3,5 per cento contro il dollaro quest'anno dopo un calo del 18 per cento nel 2013 che aveva fatto aumentare i prezzi di importazioni di energia e di altri beni. Inoltre la crescita del reddito delle famiglie giapponesi non riesce a coprire l'inflazione: i salari, esclusi i pagamenti degli straordinari e dei premi, sono infatti rimasti invariati rispetto all'anno precedente.

E la caduta del reddito reale andrà a pesare sui consumi nella seconda metà dell'anno ha pronosticato Izumi Devalier, economista presso HSBC Holdings Plc a Hong Kong Mentre la Fed sta completando il suo programma straordinario di stimolo all’economia USA con la conclusione in ottobre dell’acquisto di bond sul mercato, e la BCE sta valutando come attuare il suo sostegno monetario a famiglie e imprese, la BoJ potrebbe avviare entro fine anno un nuovo QE per sostenere l’inflazione al 2%.

Se ciò accadesse, lo yen sarebbe destinato a una nuova svalutazione internazionale (soprattutto nei confronti di dollaro USA ed euro), la Borsa di Tokyo ad apprezzarsi (in particolare i titoli a più elevato contenuto di esportazioni, grazie allo yen debole) e gli investitori professionali internazionali ad avere maggiore liquidità per investimenti in asset class più rischiose (azioni, high yield, corporate bond, debito dei Paesi emergenti).
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