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Le banche italiane ed europee preoccupano gli operatori

Mentre le banche italiane hanno accusato una correzione fino al 23% durante il recente caos politico in Italia, le azioni Deutsche Bank hanno perso il 40% da inizio anno.

13 Giugno 2018 10:04

Non c’è alcun dubbio che il settore bancario italiano sia stato al centro della tempesta di vendite che si è abbattuta di recente su Piazza Affari a seguito del caso politico. Basti pensare che a fronte di un pur ragguardevole calo massimo di quasi dodici punti percentuali dell’indice FtseMib all’apice della crisi, l’indice relativo alle banche italiane è arrivato a sfiorare una correzione del 23 per cento.

VIOLENTA INVERSIONE DI TENDENZA


Una violenta inversione di tendenza che ha azzerato e portato in territorio negativo la performance da inizio anno: all’11 giugno scorso il FTSE Italia All Share Banks segnava un arretramento di circa il 7%, contro il +1,1% del Ftse Mib. Ovviamente la situazione italiana ha determinato implicazioni anche sul settore bancario europeo dal momento che sette istituti di credito del nostro paese (Unicredit, Intesa Sanpaolo, Fineco, Mebiobanca, Banco Bpm, UBI Banca, e Bper Banca) fanno parte dell’indice Eurostoxx banks FTSE Italia All Share Banks (FTIT8300), con un peso in termini di capitalizzazione pari al 16% dell’indice.

[caption id="attachment_127051" align="alignnone" width="674"]L'andamento dell'indice FTSE Italia All Share Banks (FTIT8300) negli ultimi sei mesi (Fonte: Investing.com) L'andamento dell'indice FTSE Italia All Share Banks (FTIT8300) negli ultimi sei mesi (Fonte: Investing.com)[/caption]

IMPENNATA DEI RENDIMENTI OBBLIGAZIONARI


A spaventare gli investitori è l’impennata dei rendimenti del mercato obbligazionario per il semplice fatto che si tratta di movimenti bruschi (e quindi difficilmente gestibili in quanto richiederebbero molto più tempo) capaci di avere ripercussioni sui portafogli e sui ratio patrimoniali degli istituti di credito. Senza dimenticare che l’aumento dei rendimenti genera un incremento del rischio Paese che implica un più complicato processo di cessione dei crediti deteriorati e delle sofferenze (NPL) mentre proseguono i dati che segnalano un rallentamento della crescita in Europa.

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IL PESO NEGATIVO DI DEUTSCHE BANK


Ma a preoccupare gli operatori di mercato non ci sono soltanto le banche italane. Sull’indice Eurostoxx banks sta infatti pesando pure il caso Deutsche Bank, i cui titoli hanno registrato una perdita di circa il 40% da inizio anno. La nuova ondata di preoccupazione sull’istituto tedesco (la precedente è stata nel 2016) è partita giovedi 31 maggio, quando si è saputo che la Federal Reserve aveva definito le attività negli Stati Uniti di Deutsche Bank in ‘condizioni problematiche’, una delle definizioni più critiche utilizzate dalla banca centrale. Lo stesso giorno il manager degli hedge fund Doug Kass in una e-mail ai propri clienti ha scritto che Deutsche Bank potrebbe essere il prossimo Black Swan (cigno nero), e gli squilibri nel sistema bancario europeo (in particolare in Italia), i rischi di un possibile effetto moltiplicatore negativo su altri intermediari finanziari europei e sulle prospettive dell'economia della regione rappresentano pericoli molto concreti.

[caption id="attachment_127046" align="alignnone" width="676"]L'andamento dell'indice Deutsche Bank DE0005140008 da gennaio 2018 (Fonte: Investing.com) L'andamento dell'indice Deutsche Bank DE0005140008 da gennaio 2018 (Fonte: Investing.com)[/caption]

S&P HA DECLASSATO L’ISTITUTO


Inoltre il colosso bancario tedesco, è stato declassato venerdì 1 giugno da S&P Global Ratings, che ha citato le preoccupazioni relative ai piani di ristrutturazione della società. I timori sui problemi di Deutsche Bank non sono nuovi. Il nervosismo che circondano il colosso di credito tedesco e il suo libro contabile hanno agitato i mercati anche nell'autunno del 2016.

NESSUN RISCHIO SISTEMICO


Ma altri investitori sono scettici sostenendo che, sebbene Deutsche Bank abbia molte difficoltà, non rappresenta un rischio sistemico. Il problema, dicono, non riguarda il bilancio (e lo stato patrimoniale) della banca, quanto piuttosto le entrate in calo e le difficoltà nell'attuare un programma di ristrutturazione di ampia portata, compresi pesanti tagli di posti di lavoro.

PROBLEMI LEGATI AL RIDIMENSIONAMENTO


La maggior parte delle entrate della banca proviene infatti ancora dal lato commerciale del business e questo è, probabilmente, il problema più grande per il semplice fatto che Deutsche Bank continua a comunicare al mercato le proprie intenzioni di ridimensionare le proprie attività di investment banking globale, le attività negli Stati Uniti e altre operazioni di ridimensionamento: tutto questo determina la sottoperformance del titolo rispetto ai competitor di mercato negli Stati Uniti.
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