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Azioni, rebus emergenti: potenziale inespresso o trappola del valore?

Guardando alle azioni dei mercati emergenti, il dilemma in prospettiva riguarda la capacità di un eventuale rimbalzo nonostante gli ostacoli derivanti dal rafforzamento del dollaro.

12 Ottobre 2018 09:22

Anche dopo la correzione di questi giorni, i mercati emergenti, soprattutto dopo la crisi della Turchia e quella dell’Argentina, restano uno dei rischi più evidenti che incombono sulle prospettive di Wall Street. Gli analisti, in particolare, temono che le innumerevoli questioni che affliggono le economie in via di sviluppo comincino a contagiare altre aree geografiche e, in ultima battuta, pure gli Stati Uniti.

PROBLEMATICHE SPECIFICHE PER SINGOLI PAESI


Ci sono una serie di problemi che pesano sulle economie emergenti, tra cui problemi specifici per singoli paesi come una recessione in Sud Africa, gli alti livelli di debito e di inflazione della Turchia, l’incertezza politica in Brasile, e la banca centrale argentina che innalza i tassi di interesse al 60% per arginare una crisi valutaria.

LE IMPLICAZIONI DEL DOLLARO FORTE


Tuttavia, al di là di questi problemi che riguardano specifici paesi, la categoria è stata messa in generale sotto pressione dal rafforzamento del dollaro USA. Un fenomeno che spinge a sfavore dei molti mercati emergenti che richiedono finanziamenti in valuta statunitense e quindi sono costretti a sostenere i maggiori costi di interesse per quei debiti, finendo per rallentare la propria crescita. La minaccia di una guerra commerciale tra gli Stati Uniti e i suoi principali partner commerciali, in particolare la Cina, ha solo esacerbato questa dinamica, spingendo gli investitori a cercare rifugio in dollari, rafforzando ulteriormente la valuta di riserva mondiale (e, quindi, il circolo vizioso).

INVESTITORI IN MODALITÀ RISK OFF


"Gli investitori globali sembrano aver preferito la modalità 'risk-off' (avversione al rischio) in quanto sempre più preoccupati per il contagio dei mercati emergenti, per l'apprezzamento del dollaro USA e per le implicazioni dei tassi di interesse USA più alti", ha scritto su MarketWatch un team di analisti che ha preferito mantenere l’anonimato concludendo con una frase riepilogativa efficace: "Il dilemma in prospettiva è se i mercati emergenti alle attuali quotazioni stiano offrendo 'potenziale non realizzato' o costituiscano una 'trappola del valore'”.

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WALL STREET AI MASSIMI E MSCI EM -21%


D’altra parte non va dimenticato che i titoli dei mercati emergenti sono stati capaci di registrare una delle performance azionarie più robuste nel 2017 (+34,5%) mentre finora quest'anno evidenziano crescenti difficoltà. L'indice MSCI dei mercati emergenti è scivolato in territorio di mercato ribassista (bear market) lo scorso 12 settembre: quel giorno infatti segnava un -21% rispetto al picco precedente fissato il 28 gennaio di quest’anno. Un andamento in netto contrasto con l’azionario statunitense dove gli indici principali (dal Dow Jones Industrial Average all’S&P500 fino al Nasdaq Composite) si sono avvicinati o hanno addirittura stabilito nuovi massimi storici, nonostante la correzione di questa settimana.

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DIVERGENZA AL TOP DA 14 ANNI


Secondo Bespoke Investment Group, la divergenza tra i mercati emergenti e gli Stati Uniti è tra le maggiori osservate negli ultimi 14 anni. Tuttavia, sebbene di solito in passato si è sempre assistito ad un riavvicinamento delle performance, Deutsche Bank ha recentemente scritto che i problemi dei mercati emergenti sono così severi che un rimbalzo potrebbe non essere tanto scontato. Altri asset manager, al contrario, hanno aperto alla possibilità che i mercati emergenti possano essere pronti per un rimbalzo, soprattutto se ci fossero segnali di distensione nell’ambito dei dazi commerciali.

CORREZIONE ESAGERATA


Tra questi Wells Fargo Investment Institute che ha migliorato il suo punto di vista sui mercati emergenti portandolo ad un giudizio di neutralità: la correzione si sarebbe spinta al di là di ciò che i fondamentali giustificano. Gli esperti di Wells Fargo Investment Institute hanno inoltre aggiunto che in nove degli 11 settori principali del comparto azionario, la crescita degli utili dovrebbe essere più elevata per le società dei mercati emergenti rispetto a quelle statunitensi.
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