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Azionario Europa, perché i ciclici potrebbero fare meglio della media di mercato

Secondo le stime, gli utili dell’azionario europeo potrebbero crescere del 12% nel 2017 ma i settori che dovrebbero fare meglio sono quelli legati al ciclo economico.

30 Gennaio 2017 10:22
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I primi dati sulle trimestrali europee sono piuttosto incoraggianti. In base alle stime degli analisti Thomson Reuters la crescita dei profitti nell’ultimo trimestre del 2016 delle aziende dello Stoxx 600 (l’indice rappresentativo delle borse europee) dovrebbe attestarsi ad un +13,3% portando la variazione dell’intero 2016 a -1,9%. In parallelo, le previsioni per l’anno in corso descrivono un quadro più positivo con utili in aumento del 12%: un trend che, qualora trovasse conferma nei futuri bilanci delle aziende europee, proietterebbe il rapporto prezzo/utili (p/e) dello Stoxx 600 dall’attuale 21,1 al 18,9.

Tuttavia, sempre secondo le previsioni degli analisti, non tutti i settori dovrebbe muoversi allo stesso modo nel corso di quest’anno con gli industriali, l’energia, i beni di consumo discrezionali che dovrebbero tirare la volata e le utilities e i beni di consumo di prima necessità che invece dovrebbero soffrire, dal momento che diventerebbero meno attraenti agli occhi degli investitori in quanto i loro dividendi sarebbero meno competitivi con l’aumento dei tassi di interesse di mercato.

Tra chi è convito che i titoli ciclici dell’Eurozona dovrebbero registrare una buona performance nel 2017 figura pure Niall Gallagher, Responsabile delle strategie azionarie europee di GAM. “In un contesto in cui da un lato, le presidenziali americane hanno ingenerato un certo ottimismo sui mercati USA, mentre dall’altro le notizie sulla difficile situazione del sistema bancario italiano hanno procurato molte preoccupazioni, sono quasi passati inosservati alcuni dati macroeconomici molto positivi nell’Eurozona” sottolinea Niall Gallagher il cui riferimento è al fatto che gli investitori hanno prestato poca attenzione ai buoni dati macroeconomici, alle solide rilevazioni in materia di PMI europea e ai provvedimenti positivi nel credito europeo, mentre al contrario hanno dato priorità a inserirsi nella scia delle implicazioni positive sui mercati provocate dalla Brexit, prima, e dall’elezione di Trump, dopo.

“L’indice Citigroup Economic Surprise indica che i dati macroeconomici dell’Eurozona continuano a sorprendere significativamente al rialzo, mentre l’impulso del credito mostra che il tasso di cambiamento nella formazione del credito rimane positivo” puntualizza infatti Niall Gallagher facendo capire che entrambe indicano che la ripresa europea rimane saldamente su un sentiero di espansione economica: il credito, però, resta un osservato speciale dal momento che svolge un ruolo fondamentale per la crescita strutturale europea.
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