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Attese & Mercati – Settimana dal 18 marzo 2019

Dati cruciali in arrivo per misurare la salute delle principali economie avanzate. Perché il tempo è il miglior alleato dell’investitore, oggi come un secolo fa. Atteso nel 2021 storico sorpasso degli ETF in America.

18 Marzo 2019 09:39

DATI IMPORTANTI IN ARRIVO SULLE ECONOMIE DI USA E EUROPA


Sulle principali aree economiche avanzate, USA e Europa, pesano grossi punti interrogative sulla velocità della crescita, nel primo caso, e su quella del rallentamento, nel secondo. Lumi molto importanti sono in arrivo venerdì, con la pubblicazione degli indici PMI flash di marzo americano e europeo. Gli indici, realizzati sulla base di interviste ai direttori acquisti del settore manifatturiero, indicano se un’economia è in espansione (sopra 50) o in contrazione (sotto). L’Europa a febbraio è scesa sotto lo spartiacque per la prima volta in questo ciclo, con 49,3 da 50,2 di gennaio, mentre l’America viaggia saldamente in territorio crescita a 53 ma in rallentamento da 54,9 di gennaio. Un assaggio delle condizioni europee arriverà già martedì con l’indice tedesco ZEW che misura la fiducia nell’economia sia in Germania che negli altri paesi europei. Occhio anche martedì e mercoledì alla riunione della Fed, non sono attese decisioni di politica monetaria ma potrebbe uscire un assesment sullo stato dell’economia.

LA PAZIENZA DA SEMPRE È LA VIRTÙ CHE PAGA


La decisione di comprare in Borsa è abbastanza semplice da prendere, ci si documenta, ci si consulta con il proprio consulente, si verificano gli obiettivi e poi si compra. Decidere quando vendere è molto più difficile: di quanto ci si deve accontentare? Rischio di scendere da un treno che è appena partito? Una risposta univoca la troviamo esaminando le serie storiche con l’aiuto di una chart presa a prestito da AskBrokers. La risposta che ci restituiscono i dati che ripercorrono le serie storiche dal 1872 è di aspettare almeno 20 anni, periodo sul quale il profit è sicuro e il rischio di perdita è zero.

[caption id="attachment_135893" align="alignnone" width="769"]Performance dell'azionario Usa dal 1872 a oggi. Intervalli da 1, 5, 10 e 20 anni (Fonte: askbrokers.com) Performance dell'azionario Usa dal 1872 a oggi. Intervalli da 1, 5, 10 e 20 anni (Fonte: askbrokers.com)[/caption]

Se si tengono le azioni acquistate per solo un anno, infatti, c’è un rischio medio di perdita di circa un terzo. Non solo, sulla distanza di soli 12 mesi aumenta anche il rischio che la perdita sia consistente. Sia il rischio di perdita che della sua consistenza diminuisce se si allunga l’arco temporale nel quale si tiene l’investimento. L’unico vantaggio di tenere solo un anno sta nella possibilità di intercettare un picco di rialzo molto forte, probabilità che si attenua sulle duration più lunghe. Fino appunto ai 20 anni, che storicamente producono un ritorno medio annuo del 6,7%.

LA LUNGA CORSA DEGLI ETF, IN USA SORPASSO NEL 2021


Come sempre l’America è avanti di qualche anno rispetto al resto del mondo, e la regola vale anche per gli ETF, l’industria in continua crescita dei fondi di investimento passivi a cui ricorrono sempre più anche i grandi gestori e gli investitori istituzionali per la costruzione dei portafogli. Secondo Moody’s Investor Services i fondi replicanti di indici e titoli, che in USA nel 2018 rincorrevano ancora i fondi tradizionali con asset totali per $5.700 mld contro i $7.000 dei secondi, nel 2021 metteranno a segno uno storico sorpasso. Anche in Europa gli ETF sono molto diffusi, ma la distanza con l’America resta grande. Sempre secondo le previsioni di Moody’s, gli asset affidati ai fondi passivi raggiungeranno solo un quarto di quelli dei fondi a gestione tradizionale e solo nel 2025. Anche il mercato globale degli ETF è in continua crescita e secondo Casey Quirk, del gruppo Deloitte, ha raggiunto $17.000 mld in termini di asset. L’industria globale degli ETF è dominata da colossi come BlackRock, Vanguard e State Street.
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