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Attese & Mercati – Settimana dal 30 luglio 2018

Insight su cosa ci aspetta e cosa potrebbe sorprenderci nelle economie e sui mercati. Arrivano anche in Europa le trimestrali delle banche insieme a un dato del PIL opaco. Intanto la Fed prepara il terreno al prossimo rialzo. Occhio a Caterpillar, termometro globale.

30 Luglio 2018 09:16

LE MACCHINE GIALLE CHE MUOVONO LA TERRA


Oggi pomeriggio esce una delle trimestrali più importanti del mondo, non tanto per l’andamento di Wall Street, ma per quello che può dire sullo stato di salute dell’economia globale. Le macchine gialle di Caterpillar fanno muovere letteralmente la Terra, con clienti in 180 paesi e oltre 300 prodotti impiegati nelle infrastrutture, nei cantieri e nelle miniere del globo. Oltre metà del fatturato, nel 2017 a $45 e passa miliardi, lo fa fuori dagli USA. La presentazione del primo trimestre ha causato qualche brivido, perché il CEO Jim Umpleby aveva avvertito che i risultati segnavano un “high water mark”, un massimo della marea del ciclo economico, praticamente indicando che la ripresa globale aveva smesso di accelerare. Magari dopo lo stellare 4,1% del PIL americano nel secondo trimestre ci ripensa.

BANCHE EUROPEE, ORA DELLA RISCOSSA?


Molta attesa per le trimestrali del settore, anticipate da quella di DB che settimana scorsa ha battuto le previsioni. Ora arrivano BNP Paribas, Intesa Sanpaolo, Lloyds, ING, Barclays, SocGen, RBS, Credit Agricole e Unicredit. La lotta per il primato globale con le rivali USA è impari, Citi, BofA e compagni beneficiano di una deregulation aggressiva e tassi di interesse in rialzo, due fattori che in Europa remano contro e si aggiungono al fardello delle multe miliardarie arrivate in questi anni quasi sempre dagli USA. Al tutto si aggiungono le tensioni che da metà maggio hanno investito il debito europeo, italiano in particolare, un fattore particolarmente sensibile per le banche. Infatti, come mostra il grafico, la componente bancaria ha sotto performato di molto lo STOXX 600 dei titoli europei con una caduta di circa il 10% da inizio anno. Più che i numeri attuali gli investitori guarderanno la guidance.

[caption id="attachment_128851" align="alignnone" width="743"]La differenza tra le performance dei bancari europei e lo STOXX 600 (Fonte: Thomson Reuters Datastream) La differenza tra le performance dei bancari europei e lo STOXX 600 (Fonte: Thomson Reuters Datastream)[/caption]

PIL EUROPEO A DUE VELOCITA’


Intanto martedì 31 arriva anche il PIL dell’Eurozona, atteso allo 0,4% sul primo trimestre, velocità invariata, e in rallentamento al 2,4% rispetto al 2,5% sull’anno. Se venisse calcolato allo stesso modo il PIL USA avrebbe segnato una crescita poco sopra l’1% sul trimestre e del 2,8% rispetto a un anno prima, non il 4,1% sbandierato da Trump. Ma c’è anche da dire che se il PIL europeo venisse calcolato come quello americano, vale a dire annualizzato, segnerebbe nel secondo trimestre un ben più modesto 1,6% contro il famoso 4,1% a stelle e strisce. In ogni caso, in termini congiunturali il PIL USA ha quasi raddoppiato la velocità nel secondo trimestre e ha viaggiato quasi 2,5 volte più veloce di quello europeo che invece è rimasto a velocità invariata. Ogni sorpresa al rialzo verrebbe salutata positivamente, ma l’aria che tira non è quella. La Francia ha già pubblicato il dato, uscito sotto le attese allo 0,2%, appesantito dagli scioperi anti-Macron dei ferrovieri.

FACEBOOK E LE ALTRE


Dopo le botte prese dalla creatura di Zuckerberg, insieme a Twitter e Netflix, occhi puntati su Apple, ultima a pubblicare i risultati trimestrali dei colossi high-tech americani. Microsoft, Alphabet/Google e Amazon lo hanno già fatto con risultati eccellenti premiati da Wall Street. Come già era successo con l’ultimo trimestre, la casa di Cupertino si presenta all’appuntamento con un titolo in calo ma poi rimbalza spettacolarmente. Finora l’impatto del tonfo di Facebook su Wall Street e in particolare sul Nasdaq è stato del tutto marginale. I social media sono diversi dagli altri tecnologici, fanno affidamento quasi al 100% sulla pubblicità per i ricavi, l’universo degli utenti è limitato al numero degli umani che abitano il pianeta mentre i costi crescono esponenzialmente per implementare i controlli sempre più rigidi su privacy e contenuti. Il Nasdaq di oggi non somiglia neanche lontanamente a quello della primavera del 2000.

POWELL PREPARA IL TERRENO


Il 31 luglio-1 agosto si tiene l’ultima riunione del FOMC prima della ripresa autunnale, il prossimo è a fine settembre. Non è prevista la conferenza stampa e nessuno si aspetta che Jay Powell tocchi i tassi di interesse, già alzati a giugno del consueto quarto di punto. Ma ci si aspetta che nel comunicato prepari ulteriormente il terreno al prossimo rialzo, che dovrebbe arrivare il 26 settembre. E magari contenga anche qualche apprezzamento per la crescita americana, dica qualcosa sulla sua sostenibilità messa in discussione da molti, e infine spenda qualche parola sulla curva dei tassi, che negli ultimi giorni ha ridato qualche segno di vita. Il vero problema di Powell si chiama dollaro, deve stare attento a non farlo salire troppo, ma anche a non parlarne. A differenza dell’Europa, in America sul dollaro parlano solo il segretario al Tesoro e il presidente, e ogni eccezione metterebbe in allarme il mercato.
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