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Attese & Mercati – Settimana dal 9 marzo 2020

I fondamentali USA sono forti a dispetto del virus e la Fed di Atlanta addirittura alza le stime del primo trimestre. Invece in Europa si guarda con preoccupazione al declassamento dei bond corporate. Giovedì 12 marzo arriva la Bce

di Virgilio Chelli 9 Marzo 2020 12:32
financialounge -

FONDAMENTALI SOLIDI DELL’ECONOMIA USA, ANCHE GLI INDICATORI TECNICI NON SEGNALANO ALLARME


Guardare i fondamentali è sempre un esercizio utile, ma quando irrompono fattori esterni imprevedibili come il coronavirus non è inutile anche uno sguardo ai fattori tecnici di mercato. I dati macro fotografano il passato, anche se recentissimo, e quelli che arrivano dagli Usa parlando di un’economia che continua l’espansione a un passo moderato: la disoccupazione cala oltre le attese, dal manifatturiero vengono segnali di recupero, l’inflazione manda segnali di risveglio e la Fed di Atlanta addirittura il 6 marzo ha aumentato le stime di crescita del PIL del primo trimestre al 3,1% dal precedente 2,7%. Un quadro decisamente positivo che però contrasta con i segnali che manda il mercato dei T-bond, dove il rendimento del decennale è precipitato allo 0,76%. La curva dei tassi però non si è invertita a il long-bond continua a rendere 25 punti base più della scadenza a 2 anni. Inoltre lo spread tra il rendimento del T-bond e il rendimento dei dividendi dello S&P 500 resta a distanza di sicurezza, e non segnala una crisi finanziaria in arrivo. Anche perché lo stesso S&P 500 sembra aver trovato un trading range nel canale tra 2.855 e 3.136.


I RATING JUNK IN EUROPA FANNO TITOLO, MA IL COSTO PER COPRIRSI DA DEFAULT È AI LIVELLI DI 2 ANNI FA


Passando all’Europa, si leggono molte analisi e previsioni allarmate per la ‘caduta degli angeli’, vale a dire i corporate bond che vengono declassati dalle agenzie di rating da Investment Grade a livello Junk. Un fenomeno legato ai tassi in picchiata dei bond governativi, che fanno allargare gli spread rendendo relativamente più elevato il costo del finanziamento delle imprese, in uno scenario di economia continentale che rischia di finire in recessione anche causa l’impatto della diffusione del virus. Il rendimento del Bund tedesco è infatti precipitato a -0,7%, con un forte impatto anche sullo spread con il BTP italiano. Anche qui bisogna chiedersi se l’allarme di una possibile ondata di default per la Corporate Europe, tipo linee aeree, auto e distribuzione, è giustificato. Ci può aiutare andare a vedere il costo dei CDS, vale a dire della protezione contro questi eventi. Il grafico qui sotto mostra che è aumentato, ma anche che siamo lontani dai toccati nel 2016, e sui livelli sperimentati tra fine 2018 e inizio 2019.

[caption id="attachment_154709" align="alignnone" width="482"]Costo della copertura dal rischio default per i bond europei con rating junk Costo della copertura dal rischio default per i bond europei con rating junk[/caption]

ARRIVA LA BCE, LAGARDE NON SEMBRA POTERSI PERMETTERE DI RESTARE FERMA DOPO IL TAGLIO DELLA FED


E qui arriviamo alla Bce che si riunisce giovedì 12 marzo per il programmato board dedicato alle decisioni di politica monetaria. Finora l’erede di Mario Draghi, Christine Lagarde, ha fatto capire che per ora non intende modificare la politica, fatta di tassi sottozero e acquisti netti di titoli per 20 mld al mese, secondo la nuova versione del QE ribattezzata APP (Asset Purchase Programme). Ma dopo il taglio aggressivo d’emergenza di 50 punti base deciso a sorpresa dalla Fed, sarà difficile per Christine non fare proprio niente, anche perché i mercati e le economie europee stanno soffrendo più dell’America l’emergenza virus, a cui si è aggiunto da lunedì mattina anche il crollo del petrolio. Potrebbe spingere di qualche altro punto i tassi sui depositi già a -0,50%? Oppure aumentare l’importo mensile dell’APP? O magari un mix dei due? Se a Francoforte ci fosse ancora SuperMario Draghi sono ci sarebbero stati dubbi che avrebbe tirato fuori dal cilindro un coniglio che nessuno si aspettava, prendendosi l’applauso dei mercati. C’è da sperare che da qui a giovedì abbia buttato uno squillo a Lagarde… e magari lo ha già fatto.
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