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Attese & Mercati – Settimana dal 7 ottobre 2019

Nuovo taglio della Fed in arrivo, trimestrali Usa al nastro di partenza e nuovo negoziati sui dazi. Una settimana a caccia di segnali sulla direzione futura di economie e mercati: indici alla ricerca di scuse per rimbalzare?

di Redazione 7 Ottobre 2019 09:41

ALLA RICERCA DI INDIZI SUL NUOVO TAGLIO IN ARRIVO DALLA FED


Conto alla rovescia per il prossimo taglio dei tassi da parte della Fed, che potrebbe arrivare il 30 ottobre. Sarebbe il terzo del 2019, dopo la lunga serie di rialzi iniziata a dicembre 2015 e culminata alla fine dello scorso anno con i Fed Fund al 2,5%. Ora sono al 2% dopo i due quartini di Powell a luglio e settembre e secondo le indicazioni del mercato dei derivati c’è una possibilità dell’80% che tra poco più di 3 settimane scendano all’1,75%. A far salire le attese sono stati gli indici Pmi Usa del settore manifatturiero, sceso in territorio contrazione, e dei servizi, che restano in espansione ma rallentano. In settimana arrivano altri indizi. Alcuni li fornirà lo stesso capo della banca centrale Jay Powell, che parlerà in pubblico sia martedì che mercoledì. Lo stesso giorno escono anche i verbali della riunione del Fomc di settembre, mentre sul fronte dei dati macro gli occhi sono per l’inflazione al consumo di settembre, che esce giovedì, e l’indice di fiducia dell’università del Michigan il giorno dopo. Sullo sfondo tutti i fattori di incertezza che possono condizionare la Fed: guerra dei dazi, Brexit, impeachment, etc.


VERSO LE TRIMESTRALI MA ATTENZIONE ALLE STIME DEL 2020


Oltre alla Fed, dietro l’angolo c’è anche la stagione delle trimestrali, prima a Wall Street e poi in Europa. Ad aprirla ufficialmente come da tradizione Alcoa, il colosso dell’alluminio che pubblica i risultati il 16 ottobre. Sia in Europa che a Wall Street la earnings recession, vale a dire crescita degli utili con il segno meno davanti rispetto al trimestre precedente, è già arrivata, e le attese puntano a risultati Usa in rallentamento anche nel terzo trimestre, per la precisione -3,7% secondo le stime di FactSet. Se va così sarà la prima serie di tre trimestri di crescita negativa degli utili dal 2015-2016. Ma i prezzi continuano a viaggiare a 16,8 volte gli utili attesi a 12 mesi, secondo i p/e sempre di FactSet. Vale a dire sopra la media sia degli ultimi 5 anni che degli ultimi 10. Per questo l’attenzione degli investitori si concentrerà non solo sui numeri attuali di utili e fatturato, ma anche se non soprattutto sulle revisioni delle proiezioni degli analisti sui risultati del quarto trimestre e dell’anno prossimo, che puntano oggi a una crescita degli utili del 10% a livello globale, in rimbalzo rispetto al 2019.


A WASHINGTON NEGOZIATO USA-CINE SUI DAZI CON UN OCCHIO A WALL STREET


Non ci sono solo i dati macro, i tagli della Fed e le trimestrali in arrivo. La geopolitica torna di prepotenza sulla scena giovedì e venerdì, quando a Washington si incontreranno i negoziatori di Cina e Stati Uniti per un nuovo round di colloqui che dovrebbe forse calmare il nervosismo degli investitori e dei mercati, o forse anche no. Gli incontri di Washington arrivano dopo che il mese scorso Trump ha rinviato l’aumento di 5 punti di aumento tariffario su $250 mld di prodotti cinesi importati, come gesto distensivo. La delegazione cinese sarà di altissimo livello, guidata dal vice-premier Liu He. Gli indici di Wall Street sono reduci da tre settimane consecutive chiuse con il segno meno, anche se restano a ridosso dei massimi di sempre, innervositi più dai timori di recessione che dalla guerra dei dazi. Ma potrebbe essere proprio il nervosismo di Wall Street a incoraggiare Trump a cercare di avvicinarsi a un accordo. Se il negoziato sfociasse in una rottura il mercato non la prenderebbe certo bene, mentre se arrivassero segnali distensivi sarebbero la scusa che Wall Street aspetta per un rimbalzo.
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