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Attese & Mercati – Settimana dal 5 agosto 2019

La recessione degli utili era data per certa, ma forse non è ancora arrivata a Wall Street. Il debito federale americano continua ad andare a ruba. Il giovane Guaidò, che sembrava pronto a prendere il potere, è quasi uscito di scena. Che succede in Venezuela?

di Redazione 5 Agosto 2019 09:42
financialounge -

I TITOLI DELLO S&P 500 SONO CARI, MA GIUSTIFICATI DAI FONDAMENTALI


Si era molto parlato qualche mese fa di una recessione degli utili in arrivo a Wall Street, vale a dire due trimestri consecutivi di risultati in calo. Con quasi l’80% delle società quotate sullo S&P 500 che hanno pubblicato le trimestrali il raffronto con il trimestre precedente è piatto e potrebbe finire con il segno più davanti. Tre su quattro delle trimestrali pubblicate hanno riportato sorprese positive in termini di EPS e il 60% ha riportato sorprese positive in termini di ricavi. Di sicuro le azioni sono abbastanza care a Wall Street, il rapporto tra prezzi e utili attesi a 12 mesi viaggia a 16,8 volte, sopra la media degli ultimi 5 anni di 16,5 volte e ben sopra la media degli ultimi 10 di 14,8 volte. Ma sono livelli giustificati dai fondamentali. Sia i fatturati che gli utili per azione dei titoli dello S&P 500 viaggiano ai massimi di sempre e sono in aumento del 4,3% e dell’8,7% rispettivamente rispetto a un anno fa. Gli utili operativi sono addirittura in aumento del 22,5% sull’anno. C’è solo qualche pressione sui margini, che viaggiano all’11,3% rispetto all’11,6% di un anno fa.


FAME INSAZIABILE DEGI INVESTITORI PER I T-BOND AMERICANI


Uno dei ritornelli più insistenti dopo l’arrivo di Trump alla Casa Bianca a gennaio del 2017 era che i suoi programmi di spesa in deficit per finanziare la riforma fiscale e altri progetti avrebbero portato il disavanzo federale a livelli insostenibili, causando una fuga degli investitori dai titoli del Tesoro americano, con conseguente violento rialzo dei tassi e collasso del dollaro. Due anni e mezzo dopo la spesa in deficit degli Usa è schizzata a record storici, ma è a record storici anche la fame di titoli del debito americano degli investitori. E il Tesoro Usa non teme certo di non trovare compratori per gli $84 mld di nuovo debito che si prepara a emettere sulle scadenze a 3, 10 e 30 anni nei prossimi giorni. Un appetito diventato insaziabile dopo il taglio dei tassi della Fed, che consente al segretario al Tesoro Steve Mnuchin di finanziarsi sul mercato a un costo sempre più basso.

[caption id="attachment_144667" align="alignnone" width="482"]Rendimento dei titoli del Tesoro Usa sulla scadenza a 10 anni (Fonte: Refinity Datastream) Rendimento dei titoli del Tesoro Usa sulla scadenza a 10 anni (Fonte: Refinity Datastream)[/caption]

VENEZUELA E IL BUCO NERO DI 60 MILIARDI DI BOND


Qualcuno ha visto Juan Guaidó? Il giovane leader venezuelano che all’inizio dell’anno sembrava pronto a prendere in mano il grande pozzo di petrolio e materie prime del Sud America per portarlo in salvo dal disastro economico e dalla dittatura di Maduro sembra desaparecido. Si dice che stia battendo le valli andine all’estremo ovest del paese con una colonna di Suv alla ricerca di supporto tra le popolazioni rurali. Ma intanto Caracas è saldamente in mano all’ex autista di autobus che con le sue forze di sicurezza non solo riesce a mantenere l’ordine, ma provvede anche a far funzionare le cose essenziali, acqua, elettricità e benzina. Tutto viene erogato gratis, ma per fare un pieno di carburante bisogna fare una fila di almeno due giorni e due notti. A Caracas i consumi quasi non esistono più, non gira più denaro che abbia un qualche valore riconosciuto, ma forse per questo anche l’inflazione negli ultimi sette mesi è crollata da un picco del 200% mese su mese a meno del 50%. Finora la soluzione alla crisi è stata la fuga, se ne sono già andati in 4 milioni nei paesi vicini, e potrebbero diventare 8 entro l’anno prossimo, un quarto della popolazione, più di quelli scappati dalla carneficina in Siria. Un punto interrogativo riguarda il debito. In giro per il mondo ci sono $60 mld di bond venezuelani. E c’è un mercato. Il prezzo si aggira sui 15 cent per dollaro di nominale. Magari se arriva a 5 cent sono da comprare.
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