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Asset management, la combinazione virtuosa di gestione attiva e passiva

Invece che considerare le due strategie alternative, sarebbe opportuno stabilire una divisione ottimale tra attivo e passivo poiché entrambi gli stili di gestione giocano un ruolo distinto nei portafogli

19 Dicembre 2018 10:57

La gestione passiva, sia quella relativa agli ETF e ai fondi indicizzati che quella riconducibile alle gestioni patrimoniali, ha registrato una crescita esponenziale nell'ultimo decennio. Tuttavia, se si guarda il fenomeno in prospettiva si scopre che le dimensioni di tale boom sono molto meno dirompenti di quanto possa sembrare: i portafogli gestiti passivamente sono infatti ancora ampiamente in minoranza. In tutto il mondo, nel 2017 i fondi passivi rappresentavano il 27% dei fondi totali gestiti rispetto al 16% del 2010. In Europa, il mondo degli strumenti passivi nel 2017 rappresentava il 16% del totale dei fondi gestiti contro il 12% del 2010. La quota di mercato ‘passiva’ è superiore negli Stati Uniti (37% nel 2017, contro il 20% del 2010) mentre in tutto il mondo, l’universo ‘passivo’ mostra una maggiore quota nel mercato azionario (39%) rispetto al reddito fisso (20%).

GLI STRUMENTI PASSIVI VALGONO L’8% DEI MERCATI


Ma c’è di più. Se confrontiamo la dimensione dei fondi attivi e passivi con le dimensioni della finanza globale (ovvero la capitalizzazione di mercato di tutte le obbligazioni e le azioni quotate), si ottiene un altro punto di vista. La gestione attiva dei fondi (compresi gli asset gestiti attivamente in base ai mandati) rappresenta il 20% dei mercati finanziari, mentre i fondi passivi rappresentano solo l'8%. Il resto dell'equity e dei bond sono direttamente di proprietà di persone fisiche, fondi pensione o fondi sovrani. In pratica il rapporto del controvalore di mercato della gestione passiva a livello mondiale, compresi i fondi indicizzati, gli ETF e i mandati passivi, è dell'8%: negli Stati Uniti, la percentuale sale al 13% mentre in Europa non va oltre il 5%. Pertanto, è corretto affermare che, nonostante la corsa registrata negli ultimi anni, i fondi passivi costituiscono ancora una porzione relativamente piccola dei mercati finanziari nel loro complesso.

GLI STUDI ACCADEMICI


Precisato questo, la questione aperta resta quale sia il ruolo che la gestione passiva ha lasciato a quella attiva. A questo interrogativo hanno fornito importanti risposte gli studi della Lyxor Dauphine Research Academy, un'iniziativa che dal 2015 coinvolge Lyxor Asset Management e la House of Finance dell’Università Paris-Dauphine, con l’obiettivo di commissionare a ricercatori universitari di tutto il mondo studi accademici focalizzati su tematiche specifiche nel campo degli investimenti.

Gestione attiva e passiva: dalla teoria ai fatti con una soluzione smart


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LO STIMOLO DEGLI ETF SMART BETA


Quest’anno al centro dei lavori commissionati dalla Lyxor Dauphine Research Academy sono finite due ricerche accademiche, finalizzate a delineare la relazione tra gestione passiva e gestione attiva. La prima ricerca (Smart Beta, Smarter Flows), conferma che gli investitori hanno tratto vantaggio dall'introduzione dei fondi passivi in quanto è aumentata la concorrenza nell’industria del risparmio gestito. Più in particolare, l’introduzione degli ETF Smart Beta (non basati sugli indici di capitalizzazione) spinge i gestori attivi a dover dimostrare di essere in grado di generare vero alfa (extra rendimento rispetto alla media di mercato) per meritarsi la fiducia e i risparmi degli investitori. Nell’altra ricerca (Institutional Investors and Information Acquistion: Implications for Asset Prices and Informational Efficiency), invece, emerge che gli stessi prodotti passivi stanno generando ulteriori opportunità per i gestori attivi, aiutandoli a migliorare le loro performance.

STRATEGIE COMPLEMENTARI


I risultati di queste ricerche confermano che invece che considerare le due strategie alternative, sarebbe opportuno stabilire una divisione ottimale tra attivo e passivo poiché entrambi gli stili di gestione giocano un ruolo distinto nei portafogli. Più gli investitori si orientano verso le strategie passive, più i manager attivi dovrebbero essere in grado di generare extra rendimenti e, di conseguenza, attirare flussi in entrata, fino al punto in cui non possono più sovraperformare (in quanto il loro vantaggio informativo diminuisce) e i flussi tornano verso i fondi passivi. Ciò significa che le strategie attive e passive dovrebbero trovare naturalmente il loro livello ottimale. In parallelo, tenderà anche ad aumentare la capacità degli investitori di scegliere tra attivo e passivo mentre l'aumento della disponibilità di strategie passive consentirà agli investitori di valutare meglio le prestazioni dei gestori attivi.
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