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Alitalia la prossima Ilva? Non resta molto in cassa

La compagnia avrebbe smesso di bruciare cassa a ottobre, ma secondo alcune stime la liquidità potrebbe esaurirsi presto. La scadenza del 21 novembre è quasi arrivata senza soluzioni e la situazione può precipitare

di Redazione 20 Novembre 2019 10:47
financialounge -  Alitalia Atlantia ilva

Alitalia può restare a terra? La scadenza del 21 novembre per le offerte è praticamente arrivata e per Alitalia potrebbe aprirsi la strada della liquidazione dopo il passo indietro di Atlantia e le esitazioni di Lufthansa. La compagnia ha un problema di cassa che rischierebbe di farne un altro caso Ilva, con gli aerei a terra perché a secco di carburante invece degli altiforni spenti. Qualche giorno fa la compagnia ha reso noto di aver smesso di bruciare cassa, almeno a ottobre, quando la disponibilità è salita a 315 milioni, in aumento di 5 milioni rispetto al mese prima. Ma è una liquidità fatta di componenti quantomeno dubbie.

DOVREBBE ARRIVARE NUOVO OSSIGERNO DAL DECRETO FISCALE


I 315 milioni infatti sono in parte quello che resta dei 900 di prestito erogato dallo Stato un paio di anni fa, ma secondo ricostruzioni di stampa comprendono anche gli anticipi derivanti dalla vendita dei biglietti per i voli delle prossime settimane e mesi, stimati in circa quattro milioni di ticket. E’ vero che dovrebbero essere in arrivo altri 400 milioni di nuovo prestito statale previsto nel decreto legge fiscale del governo. Inizialmente erano solo 350 poi aumentati di 50 milioni (chissà perché?) che dovrebbero essere stanziati per far superare l’inverno, il periodo più difficile per il trasporto aereo con i flussi turistici che rallentano.

SOLO POCHE ORE PER LA CIAMBELLA DI SALVATAGGIO


Intanto però in cassa ci sono pochi soldi. Se non si contano quelli dei biglietti venduti per voli non ancora effettuati, vale a dire un debito potenziale nei confronti dei clienti, secondo alcune stime non basterebbero per andare oltre dicembre. C’è chi ha scritto che Alitalia è ormai una ‘fornace volante’ con un paragone nemmeno troppo velato con il destino dell’Ilva. La ciambella di salvataggio tanto attesa ancora non è arrivata mentre mancano ormai solo ore al termine da tempo fissato per la presentazione di un'offerta vincolante. A questo punto potrebbe arrivare una nuova proroga, ma sarebbe ‘al buio’ e non avrebbe molto senso.

EasyJet utili in picchiata per colpa della Brexit


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LUFTHANSA NON VUOLE IMPEGNARSI SULL’EQUITY


La compagine che dovrebbe rilevare Alitalia sarebbe composta da Delta Airlines, Fs e Atlantia (che per il momento sembra intenzionata a sfilarsi) con una partecipazione del ministero dell'Economia. Ma gli occhi sono puntati su Lufthansa, che mantiene infatti un piede nelle trattative, anche se ha ribadito che non sarebbe interessata ad un intervento nell'equity, vale a dire nel capitale, ma potrebbe proporsi come partner commerciale per far tornare Alitalia “una compagnia premium". Ovviamente non basta perché quello che serve è il capitale, e il premier Conte starebbe cercando di convincere la Merkel.

APPESA ALLA DISPONIBILITA’ DI GRANDI GRUPPI ESTERI


Proprio come per Ilva, anche Alitalia resta quindi appesa alla disponibilità di grandi gruppi esteri di rischiare un investimento industriale in Italia. Vediamo nelle prossime ore se e a quali condizioni ma i segnali non sono positivi.
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