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2018: il ritorno delle gestioni attive

Il 75% degli investitori istituzionali interpellati da Natixis afferma che l’attuale fase dei mercati suggerisce la superiorità delle gestioni attive rispetto a quelle passive.

7 Dicembre 2017 08:00
financialounge -  gestione attiva mercati emergenti Natixis Investment Managers settore aeronautico settore sanitario settore tecnologico

L’assenza di volatilità estremamente prolungata a cui stiamo assistendo sui mercati non fa abbassare la guardia agli investitori istituzionali, che continuano a tenere in testa alla lista dei rischi i fattori geo politici e il rischio di bolle.

Per questo, secondo un sondaggio recentissimo pubblicato dalla firma parigina Natixis Investment Managers, che ha interpellato 500 investitori istituzionali in giro per il mondo, sono sempre meno quelli che si affidano a strategie passive e sempre più a gestioni attive, considerate le più adatte in questa fase a fronteggiare shock imprevisti e a migliorare la performance da tre su quattro. Una misura quasi analoga, il 72%, ritiene che vadano monitorati con estrema attenzione rischi geopolitici e possibili bolle.

Tecnologia, sanità e aerospazio sono invece in cima alla lista dei titoli su cui investire, mentre per due terzi prevedono un impatto negativo da bolle pronte a scoppiare. A dispetto della bassissima volatilità, che secondo il 59% degli interpellati è stata tenuta artificialmente ai minimi proprio dalle gestioni passive.

Le gestioni attive sono viste come particolarmente appropriate per cogliere opportunità sui mercati emergenti e per l’esposizione su asset non correlati: anche qui siamo intorno al rapporto di tre su quattro. Se molti percepiscono il rischio bolla, soprattutto sui bond, pochi prevedono però una correzione pesante mentre i più propendono per un ritorno improvviso di volatilità dopo anni di assenza, soprattutto sull’azionario.

Insomma, il mare dei mercati è visto un po’ più mosso rispetto alla tranquilla camminata al rialzo del 2017, e mani esperte al timone non faranno male.
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