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Fidelity: strategie attive e Asia per navigare i mercati sul lungo termine

In un momento di grande volatilità sui mercati, come dovrebbero posizionarsi gli investitori a lungo termine? Per Fidelity International bisogna tenere in considerazione tre grandi temi: ecco quali

di Fabrizio Arnhold 18 Marzo 2020 07:45
financialounge -  coronavirus Fidelity lungo termine mercati Morning News Paras Anand

I mercati sono preda della volatilità. L’emergenza sanitaria del coronavirus ha un impatto pesante anche sui listini che reagiscono con nervosismo fino a quando non saranno adottate misure efficaci. Secondo Paras Anand, head of asset management Asia Pacific di Fidelity International, “è normale che gli investitori riducano i loro orizzonti temporali”, perché “la conservazione del capitale diventa la loro preoccupazione primaria”. Ogni volta che la paura diventa il sentimento dominante, per citare Warren Buffett, “gli investitori a lungo termine devono pensare a dove guardare”.

CACCIA AL RENDIMENTO


Il primo rischio è continuare una semplice caccia al rendimento o puntare a titoli a “bassa volatilità”. “Queste costose difese” possono essere più vulnerabili nel tempo di quanto non sia attualmente prezzato”, continua Anand, “soprattutto se si ritiene che l’intervento delle banche centrali abbia uno scarso impatto sulla domanda nell’economia reale”. È vero che da un lato queste misure contribuiscono ad aumentare la liquidità sui mercati, ma dall’altro non faranno molto per contrastare la perdita di produttività. “È probabile che gli Stati Uniti e le altre economie sviluppate introducano in tempo utile ulteriori misure fiscali per stimolare le loro economie nel medio termine”, si legge nell’analisi di Fidelity.

ESSERE ATTIVI


Fino ad oggi si è verificato un boom di flussi di strategie passive. Ora, però, è bene considerare le strategie attive con più attenzione in ottica di implementazione del portafoglio. Perché? “Le ragioni di fondo sono tre”, spiega Paras Anand. “In primo luogo, i periodi di maggiore volatilità del mercato metteranno sempre a dura prova la capacità dei tracker di rispecchiare esattamente il rendimento del mercato, per cui vi è una maggiore probabilità che queste strategie offrano meno dei benchmark che stanno replicando”. Ma non solo. C’è anche da considerare che con l’aumentare della popolarità delle strategie passive, i gestori hanno migliorato i processi di costruzione di portafoglio e, quindi, la prospettiva di un rendimento attivo non è mai stata migliore.

GUARDARE ALL’ASIA


L’Asia oggi rappresenta una percentuale molto maggiore della produzione economica globale rispetto alla maggior parte degli indici azionari o obbligazionari mondiali, ma “il suo peso in termini sia di Pil che di quota di allocazioni di investimenti aumenterà a un ritmo significativamente più elevato rispetto alla media globale”, spiega Paras Anand. “In secondo luogo, l’aumento decennale del valore del dollaro Usa ha anche messo a dura prova molte economie asiatiche”. Bisogna anche considerare che le prospettive per l’Asia sono sempre più legate alla Cina, e in questo momento le valutazioni sono più basse su tutti i fronti.

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RIPENSARE LA CLASSIFICAZIONE DEL MERCATO


Il mercato è maturo per un cambiamento? Per Paras Anand “le tradizionali classificazioni di settore appaiono sempre più incerte come un modo per cercare di determinare le esposizioni preferite”. L’assunto funziona alla perfezione quando si considerano i “mercati sviluppati”: un titolo quotato ha sempre meno a che fare con il suo ambito operativo. Le turbolenze sui mercati dureranno ancora per un periodo, difficile dire se lungo o breve. “Pensate all’approccio tematico più come a un modo interessante per ridefinire l’insieme delle grandi opportunità - conclude la sua analisi Anand - piuttosto che come a un modo per creare una stretta cucitura”.
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