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Andrea Iannelli

Tra un anno Draghi lascia, ma la sua road map resta

Per Andrea Iannelli di Fidelity il compito del nuovo presidente della BCE sarà aiutare a raggiungere un consenso, moderando e ammorbidendo atteggiamenti e posizioni più estremi.

31 Agosto 2018 11:56

Il conto alla rovescia è cominciato, tra poco più di un anno Mario Draghi lascerà la guida della BCE e man mano che passeranno i mesi che mancano a ottobre 2019 prenderà forma il profilo del suo successore. L’ipotesi che possa essere il presidente della Bundesbank Jens Weidmann sembra sfumata, perché la Germania punta direttamente alla guida della Commissione Europea. Si parla di Benoit Coeure, che siede già nell’esecutivo della banca centrale, ma sarebbe il secondo francese in quattro mandati. E il suo compatriota che ha preceduto Draghi, Jean-Claude Trichet, ha alzato per due volte i tassi nel 2011 pensando che la crisi fosse passata proprio mentre stava montando la crisi del debito sovrano europeo. Se fosse un nordico forse andrebbe cercato in Finlandia, se invece il posto restasse ai paesi del Sud uno spagnolo o un portoghese potrebbe andar bene.

IL SENTIERO TRACCIATO DA MARIO DRAGHI


Andrea Iannelli, Investment Director di Fidelity International, giustamente osserva che in ogni caso “le politiche della BCE continueranno ad essere guidate dai dati macroeconomici”. Iannelli ricorda che “la figura del Presidente aiuta il Consiglio a raggiungere un consenso, di conseguenza atteggiamenti e posizioni più estremi di solito si ammorbidiscono e si moderano”. Nella BCE ogni voto vale come gli altri, non ci sono azionisti di maggioranza, come dimostra il fatto che il tedesco Weidmann è andato spesso in minoranza durante la gestione Draghi, che non ha cambiato rotta nonostante le resistenze della Bundesbank. Il sentiero su cui dovrà muoversi il successore di Mario Draghi è delimitato dal mandato della BCE, che riguarda solo la stabilità dei prezzi e non la creazione di occupazione, come invece prevede quello della Fed americana, e dal percorso di crescita dell’economia. La ripresa europea prosegue, anche se l’inflazione manda pochi segnali di vita. Per questo il mercato si aspetta un modestissimo rialzo dei tassi a settembre 2019, come primo passo verso la normalizzazione monetaria.

INTERESSANTE COMBINAZIONE RISCHIO-RENDIMENTO


Iannelli giudica l’aspettativa appropriata, e nota che i risparmiatori europei dovranno continuare a guardare più lontano nel tempo per soddisfare il proprio bisogno di rendimento, ma il mercato obbligazionario investment grade dovrebbe rimanere ben supportato in questo scenario, offrendo un’interessante combinazione di rischio-rendimento agli investitori in cerca di alternative alla liquidità. Inoltre, ragiona Iannelli, le basi macro e i fondamentali societari rimangono in buona salute, un altro segnale incoraggiante per gli investitori. Anche perché è vero che il QE termina alla fine del 2018, ma la BCE continuerà comunque a reinvestire i titoli in scadenza “proseguendo così a fornire il proprio supporto al mercato.” In sintesi, Mario Draghi sembra aver preparato il terreno al suo successore tracciando la road map da seguire anche oltre la scadenza del suo mandato. Il problema di chi arriverà al suo posto sarà quello di organizzare e consolidare il consenso su una strategia che dall’abisso sfiorato nel 2012 si è mostrata vincente e efficace.
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